RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Hirettor(~: Prof. NAPOLJiJONE COLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese lf alla: :11lllo lire H; semestre lire a,50 - ]~stero; anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. :-JO l\rnministrazione: C01·su Vittol'io Emanuele, n.0 115 - NAPOLI A11110 X IV - Num. 11 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Giugno 1908 Facciamo vivissima preghiera a tutti gli abbonati che non ancora hanno pagato l'abbonamento, di volerlo fare colla massima sollecitudine. SOMMARIO: Otl a\lve11huenl,l e ~Il uomini: La Rivista: Il dovere dell' estrema Sinistra - Noi: La nostra politica estera - Pel dazio sul grano - Per le assicurazioni di Staco - I milleottocentotrentasei tenenti a nostra difesa - Il liberale e l'autocrate a Reval. - L'attentato contro Dreyfus. - Duma e Marina Russa - Il processo di Cettigne - Alcune notizie sulla Svizzera - Dott. N. Colajannl : Sperequazioni ferroviarie - Alfredo Baccelli : La Sincerità - La Rivista : Per il popolo alt anese (Lettera del Dott. Agostino Ribocco) - Riccardo Bloch : La crisi viticola e le tariffe ferro - viarit: - G. Bonagiuso : Il Cristianesimo sopra un nuovo binario - Enrico Corradini : Il serpentello della favola - Rivista delle ltl vis Le : L'Istituto Internazionale di agricoltura (Economista) - Le affittanze colletti vt: (Critica sociale - La riscossa burocratica (Divenire sociale) - Le confessioni in Germania (Reue Rundschau) - Alcuni problemi del1'A.frica dell'Est (Strand Maga,_ine) - Oggi e domani (National Review) - Una riforma dell'Assicurazione operaia (Cor1·esponden1blatt). GLI ft VVBNIJvlBNTI e GLI UOMINI ---- -- ------- Il dovere dell' EstPem.a SinistPa Cio che si prevedeva si è verificato I La nomina di un borghese al Ministero della Guerra non è servita che a fare ingoiare al paese la pillola amarissima di nuove spese militari. Per ora - oltre quella ventina di milioni, che serviranno per elevare lo stipendio degli ufficiali inferiori e superiori, senza però eliminare la grave quistione di stomaco, di cui replicatamente ci siamo occupati - e che resteranno nel bilancio ordinario, il governo chiede altri 22 3 milioni , per la parte straordinaria de] bilancio e da servire per l' artiglieria, per le fortificazioni al confine orientale e settentrionale ecc. ecc. Abbiamo detto: per ora, poichè è più che sicuro che tra un anno o due si verranno a chiedere almeno altri duecento milioni. Ciò si rileva dalle conclusioni della Commissione d' inchiesta sul ministero della guerra e dal linguaggio di tutta la stampa monarchica, dal Giornale di Sicilia di Palermo al Corriere della Sera di Milano, che dichiara - e dimostra bene, dal suo punto di vista, eh' è poi quello del governo - insufficiente la richiesta pei bisogni della difesa nazionale. + Sono necessarie le c~ntinaia di milioni domandate per la difesa del paese ? Certamente quando si è dominati dalla irrequietezza politica, da cui è affetta la monarchia Sabauda; quando si accampano pretese sulla Tripolitania; quando si fa comprendere all'estero che alla Consulta, scomparso - ed anche materialmente - l' inconsulto Prinetti e non ostante le buone intenzioni e i buoni discorsi dell' on. Tittoni, si vorrebbero vedere aleggiare gli spititi grottescamente e pazzamente bellicosi di un ciarlatano come D' Annunzio; quando si vuole mettere ad ogni costo il naso nelle faccende dei Balcani, senza neppur fare balenare ai popoli che vi si agitano, l' ideale del principio dt nazionalita; quando insomma si vuole fare la graude politica - pronunziate: grande alla francese, almeno con quattro r - i 223 milioni sono necessari ; è anzi indispensabile, che siano portati almeno a 500 milioni I Questa è la verità innegabile. + Può e deve votare tale somma l' Estréma Sinistra? Non lo può e non lo deve da tutti i punti di vista. Non lo deve, perchè, essa non parteggia per la grande politica; essa aspira ad un governo piccolo Svizzero, che mira ad assicurare istruzione , benessere e libertà all'interno; che vuole rispettare Je altre nazioni ed esserne rispettata. Non lo deve, perèhè i suoi consigli non furono mai ascoltati dai nostri uomini di governo. Quando essa accusa va come esiziale la gallofobiél, i ministçi della Monarchia facevano una politica di provocazione alla guerra contro la l{epuublica Francese e trascuravano completamente il confine orientale ; ora, che, rispettando la situazione internazionale non da essa creata ma che essa non potrebbe trasformare con un colpo di bacchetta magica, la democrazia consiglia l'accordo cnll'Austria-Ungheria, anche per evitare che l'Adriatico divenga un lago tedesco, sono stati i ministri della Monarchia e lo stesso Capo dello Stato, che hanno eccitato tutte le diffidenze della nostra alleata : diffidenze che saranno acuite e centuplicate dal nostro risveglio militaresco e dalle proposte fortificazioni ; misure che potrebbero élC• celerare la catastrofe guerresca contro la quale ci si vorrebbe premunire. Sulla Estrema Sinistra non pesa alcuna responsa-
282 RIVISTA POPOLARE bilità nel momento presente; essa invece ba il diritto di rimproverare ai snoi av,·ersari la imprevidenza politica, di cui han fatto mostra sinora con ostinazione, con caparbietà incredibile; essa soprawtto puo con secura coscienza ricordare che sono anni che predica contro la inettitudine criminosa dei varii ministri delb guerra, che hanno sperperato circa dodici miliardi oltre i tre 111iliadi per b marina, sc11Za darci un esercito effettivo, senza assicurarci la difes;i. E quando la democrazia affermava e dimostrava che avevéll110s~1ltanto un esercito sulla carta, che serviva a creare ed a m:111te11ere colonnelli, ufTìciali e generali, gli uomini della monarchia la denunziavano come nemica della patria e c:iluoniatrice partigiana .... + Ma di fronte ali' interesse supremo della difesa del paese, e dèlla sua integrità e della sua indipendenza puo e deve la Estre111a inspirare la propria condotta ai risentimenti, per quanto giusti, che ha accumulato per oltre q Llarant' anni? Ah! no. La democrazia e stJta sempre animata del più alto sentimento nazionale ; essa ha sen1pre dimenticato le oflese, seguendo gli esempi nobilissimi di .Mazzini e di G:nibaldi ed ha cooperato coi propri nemici, sacrificando anche i propri interessi e le proprie convinLioui, pur di fare opera it:tlian;1. Ma in quest' ora veré1men te grigia essa non puo e non deve confondersi coi s~rvitori delb Monarchia. Non lo può e non lo deve, perche essi perseverano nel male e preparano al paese nuovi <lis:lstri, a petto dei quali Custozza, Lissa e Abba Garima forse impallidirebbero. Si essa, non puo e non deve assumere la parte di responsabilità che le si vorrebbe addoss:ire facendole votare i 223 milioni di oggi e i 300 milioni di domani. Se il governo affidasse, che questo grave sacrifizio che sì domanda al paese, raggiungerebbe lo scopo di assicurare la difesa efficace del paese, pur non tenendo conto del violato rapporto tra la spesa e la potenzialità economica del paese, l'Estrema avrebbe il d(,vere di votare i crediti militari, anche a costo di rinvigorire le istituzioni, die repubblicani e socialisti detestano, e che i radìcali tollerano. Ma l'attitudine delle sfere militaresche, che impiegheranno i 500 milioni, che la maggioranza certamente voterà ora e più tardi, pur troppo, dà la sicurezza che il mezzo miliardo che si darebbe loro servirebbe soltanto ad alimentare le cricche affaristiche, che ci fornirono sinora canoni inservibili - la dimostrazione venne fatt:i. dalla Tribuna; è tutto dire! - e promuovere, mercè l'opera improvvida dei tanti Pelloux, una nuova dozzina di generali, senza darci un esercito vero, senza elevarne lo spirito, senz;i assicurare la ditesa. E per la difesa, le fortificazioni e i cannoni giovano certamente, ma gli uomini - uomini - cittadini nel più alto senso della parola - sono più nectssari. L'assunzione al ministero della guerra di un borghese avrebbe dovuto indicare che cominciava una nuova era. Ma l'avvenimento :rnspicato non fu che un tranello volgare per mascherare la continuazione dell'antico discreditato sistema,. che fu un continuo fallimento. L'on. Casana non ha portato al· Palazzo di Via Venti Settembre alcun alito di vita nuova. Egli non vi ha portato la virilità e la sin .. ceri1à con una richiesta di somma insufficiente al bisogno, pur sapendola tale; egli non vi ha portato il benchè lontano indizio d'innovazione, che possa gradata men te avvi,uci verso la nazione armata, che a parità di spesa assicura al paese la massima efficienza defensiva ed oflensiva. Esso non si è incamminato verso 11 reclutamento territoriale; esso si è mostrato più conservatore di un vecchio generale dell'esercito come il deputato Pistoia, respingendo la ferma di due anni ... Perchè mostrare nel Sen,nore Casana una fiducia che abbiamo negato ai Viganò e ai tanti altri generali, che di cose militari s'intendevano più <li lui? Ah! non si chiese il ministro borghese pel solo gusto di avere un uomo in redingote ed in cilindro anzichè in uniforme militare ..... + Il Secolo a proposito della richiesta dei 223 milioni giustamente ba ricordato l'esempio della terza Douma - la Douma addomesticata. Questa larva di rappresentanza del popolo Russo composta d'imperialisti e di co:-.servatori non ostante le deprecazioni di Stolipyne lu rifiuuto ostinaLtmente i fondi per la ricostruzione della flotta, perchè essa ha l;1profonda convinzione, che continuando l'antico, disonesto e spensierato sistema di amministrazione, il concedere i 111ilionichiesti sari:bSe stato lo stesso che incoraggiare tutto il brulica me militaresco a preparare alla 1,ussia nuove sventure nazionali, nuovi disastri come quelli di M u..:kden e di Tsushirna. E l'Estrema sinistra che ha i suoi dolorosi ricordi da contrapporre a quelli Russi, si mostrerà più compiacente, più ingenua, più scio~ca della terza Douma, che siede a Pietroborgo e vota sotto la minaccia dei Cosacchi, che potranno ricacciarla nel nulla ad un cenno dello Czar ? Non lo crediamo ! La Rivistà + La nostra politica estera. - Il discorso dell'onor. Tittoni su la p)litica estera, non ha segnato, veramente, nulla di onovo che non fosse già saputo in paese, non ha accennato ad alcun nuovo problema, e si è limitato a constatare che l'Italia ora come prima, sta in bJoni rapporti con tutti, comi:,resa la Turchia cui l'Italia fece ingoiare il non gradito rospo degli uffici postali, e la viperetta del cabottaggi0. Naturalmente su la questione dei Balcani l'on. Tittoni s' è soffermato poco , s' è tenuto su le generali e tanto in rapporto alle riforme in Macedonia, quanto a proposito della fenovia non ci ha fatto sapere nulla che non avessimo già potuto desumere dai giornali, e che non fosse già enunciato in nn suo precedente diRcorso. Si è soffermato più a li1ngo su la questione della Tripolitania e dei nostri rapporti, in proposito, con la Francia. E questa è veramente q11estione che merita grande attenzione. L'on. Lnzzatti parlando appunto su la politica estera ha fatto notare la grande importanza che assumono ora i fatti, i trattati, e gli sviluppi economici, ha dimostrato, hteidamAnte, che economia e politica non possono più essere disgiunte, non solo, ma che questa. dipende molto dalle varie fasi di quella, e cue la vera politica estera è la difesa dei conuazionali, e del commercio e dei mercati 11azio11aliall' e.stero. Ora la Tripolitania è al temµo stesso che un ottiwo mercato e sbocco di mercati,. anchfl un prezioso campo di lavoro; e se noi sapessimo saviamente, ed anche egoistica-
RIVISTA POPOLARE . 283 mente, condurre la nostra politica estera nei rig1;1ardi della Tripolitania , essa potrebbe avere per n01 un grandissimo valore. Ma da un Iato ci preme l'Inghilterra e ci respinge, dall'altro la Francia fa lo stesso, entrambe tendono, amichevolmente si capisce, a privarci di quello hinte1·land senza il quale la Tripolitania è un peso morto al paese che la occupasse. L' on. Tittoni ha dichiarato che nessun pericolo minaccia la nostra penetrazione, e nessuna. rivalità ci preclude la via all'interno. Ora, ecco, i fatti si diruostrano un po' diverso dalle parole dell'on. 'fittoni; rivalità, forse, no; ma interessi ben protetti spingono Inghilterra e Francia ad allargare, a spese nostre , la loro penetrazione commerciale in Tripolitania. La via al lago 'rchad, per esempio, ci è preclnsa, e si noti che questa via è Ùna delle principali carovaniere verso l'interno, e sarebbe utile che ci fosse non solo aperta; ma che fosae sotto il nostro diretto e principale controllo. Ed è cosa della quale l' on. Tittoni si deve preoccupare moltissimo, e deve a questo provvedere seriamente, se non desidera che la Tripolitania sia per noi uno scapito in vece che un guadagno, A proposito dei rapporti con le potenze E11ropee, meno un simpatico accenno a Guglielmo di Germania e al suo ministro, poco egli ha detto; e questo ci sembra male. Il trattato Anglo-Russo in Asia ci riguarda ed anche ci interesija poco: ma del trattato a proposito della garanzia di mar n.eutro al Bai tico pere li è non ha detto un.a parola? Sarebbe stato interessante, e più interessante ancora sarebbe stato ii discorso se l' on. Tittoni avesse voluto farci sapere qualche cosa a proposito di certi accordi per il Mediterraneo che si bucina sien.o intervenuti fra la Spagna la Francia e l'Inghilterra. Dopo tutto, nel Mediterraneo ci stiamo anche noi e ci pare che per qualche cosa dovremmo contare; oppure quel che sì dice è erroneo? Una pa· rola non sarebbe stata di troppo; come di troppo non sarebbe stata una parola più chiara su i Contratti di Lavoro ali' estero; e una notizia su le questioni della nostra emigrazione agli Stati Uniti : ma allora il discorso sarebbe stato interessante davvero: e questo, forse, l'on. Tittoni ha voluto evitare con tutta la sua arte. Si sa, i diplomatici parlano molto per non dire niente. + Pel dazio sul grano. - Coloro che ci seguono da molti anni o che banno letto il libro di Oolajanni, Pe1· la economia nazionale e pel dazio sul grano sanno che il dazio di entrata nel Regno dei cereali venne da noi sostenuto nello interesse della agricoltura nostra, della quale vivono dfrettamente oltre la metà degli Italiani e i11direttame11te gran parte degli altri. I lettori del cennato libro, ch'è sempre di attualità, ricorderanno che il suo autore non volle mai vedere nel dazio snl grano una finalità fiscale, finanziaria; ma una più generale e più import.ante, quella economica. Conformemente a questo criterio soste11emmo che il prodotto del dazio sul grano non dovesse formare un elemento indispensabile del bilancio dellu Stato, ma dovesse essere consacrato a scopi sociali ed a benefizio degli stessi lavoratori, che in gran parte lo pagavano. Ricordiamo in fine che il dazio Jo ritenevamo necessario per l'agricoltura e utile alla collettività sino a tanto che il prezzo del grano non oltrepassava nn certo limite, che si aggirava attorno alle L. 25-27. Oltrepassato questo limite pensavamo e pensiamo che debba essere abolito interameute, sospeso o ridotto. Il dazio per noi dev'essere fattore di relativo benessere di tutte le classi sociali, non di grave disagio, specialmente per le classi lavorn.trici. Perciò facemmo buon viso alla proposta del!' on. Maggiorino Ferraris che .intendeva automaticamente graà uare il dazio al prezzo. Tutte le nostre polemiche per otto anni di seguito furono sempre imperniate su tali criteri sanamente sperimentali, che ci serviranno sempre di guida. Non ci doveva essere quindi ragione di meraviglia quando l' on. Oolajanni nella primavera del 1907 con nna interro~azione svolta alla Camera in vi tava il governo a farsi autorizzare dal Parlamento a sospendere in tutto o in parte il dazio nel caso che i prezzi del grano si elevassero minacciosamente. Egli spiegò la proposta colle notizie allarmanti che gli pervenivano sul racco! to dei cereali in R11ssia e specialmente negli Stati Uniti. II sottoseo-retario di Stato on. Cotta.favi allora ri- ,., Rpose serenamente e ~ranqnillamente che le paure deì1' interrog-ante Oolnjan.ni erano infondate. I fatti, invece, dettero completa ragione a qnedt'ultimo, µerchè il n1ccolto mondiale fu deficientissimo; tanto che sui merrati di Londra e di Liverpool che rappresentano in Europa i mercati regolatori dei prezzi del grano senza dazio, il frumento nell' antunno scorso snbi nn aumento di circa il 41 °/0 percbè da L. 16 sali ad oltre L. 23,25 il quintale. L' aumen~n ~arebbe stato assai più forte se la crisi degli Stati Ur1iti non avesse costretto produttori e commercianti a111 Jricani a vendere a qualunque costo, pur di realizzHe delle somme in oro. L'acnt~ osservazione è dell'on. Luzz·,tti ( Corriere dP.lla Sera). In Italia le conseg11enze del deficiente raccolto mondiale non furono subito risentite perchè il raccolto n::1.zionalenel 1907 fu abbondante: oltrepassò 62,500,000 ài ettolitri ; produzione che per lo passato mai era stata ra_ggiunta. Ma non lo fo egualmente dapertutto: fu deficiente nelle Puglie, in Sicilia, in quasi tutto il mezzogiorno. Perciò la forte ripercussione del deficiente raccolto mondiale che non si risentì immediatamente, in qnesto scorcio di primavera venne avvertita , spe• cialmt>nta nelle P11glie e in Sicilia. I prezzi ivi salirono vertiginosamente e mioaccio.:-lan,ente. D'onde la ripre• sentazione da parte dell'on. Oolajan.ni di una interrogazione tendente ad ottenere la sospensione del dazio. Gli rispose l' on. Lacava, il ministro delle Finanze in persona, assicurando la Camera che non c'era alcuna urg-en.za e che i prezzi del frumento non erano elevati. La risposta fu doppiamente inesatta, poichè l'interrogante gli dimostrò: 1° che in Puglia e in Sicilia due dei maggiori centri graniferi , il frumento era arrivato a L. 35 circa e sinanco a L. 36. Bisogna ritorn1ue al 1870-74 per trovare prezzi ~osi alti e poscia alla sanguinosa primavera del 1888; 2° che in tutto il mez1,oo-iorno, nel Lazio in Sicilia e in Sardegna il racco]to ;ra gra vrmen te compromedso dal la siccità e che Io stock di grano disponibile negli Stati Uniti era ridotto alla metà di quello che era alla stessa epoca nel 1907. Aveva t11tti i torti il mini::;tro in quanto alla prima asserzione? Non lo crediamo : egli, in buona fede, ripeteva ciò che i Bollettini del Mi11istero di agricoltura e commercio pubblicano in ogni set~imana. E le medie di quei B,;lletti,d pare clie siano fatte sui prezzi dei soli mercati del Settentrione; di più non tengono conto del fatto che in Pt1glia e in Sicilia si consumano generalmente grani duri; i quali anche secondo i suddetti Bolletti:1i segnano un prezzo di L. 4 a 5 al disopra di qne'io dei grani teneri che si producono e consumano al settentrione. Ciò che prova sempre }Jiù le deficienze ben note della nostra statistica agraria. L'interrogazione dell'on. Oo!ajaoni come fu seguita con vivo interesse ne1la. 0,unera dette luogo a commenti e ad articoli in vario senso nella stampa. Segnaliamone alcnni. Uno è de1l'Ing. Lorenzo D'Adda nella Gazzetta di Ton·no, col quale si dimostra che Nnpole:::me Bouaparte, da primo console e da imperatore, si preoccupò forterneute del baon. mercato del pane e che si adirava coi suoi miuidtri quando questi mostravano d'interessarsi più della Finanza dello Stato che delle sofferenze del proletariato.
284 RIVISTA POPOLA RE L'altro articolo che segnaliamo è del Veneto di Padova; va rilevato a prova della crassa, della bestiale ignoranza di certi giornalisti italiani. Quel giornale osò scrivere che Colajanni ei·a noto per la sua sistematica avversione al dazio sul qrano ...... E passiamo sopra ad un nasiano di Sicilia che in una rivista di Roma, non conoscendo nemmeno l'abici della quistione si diverte ad attribuire all'egoismo ed al malefico tornaconto le opinioni dell' On. Colajanni. Già t egli s'interessa per le terre... che non ha e pel grano ... che non prùdnce. Singolare egoismo e più sin golare tornaconto! • Per le assicurazioni di Stato. -L'interessante articolo sulle Assicurazioni di Stato del Prof. Pisani, che la Rivista pubblicò nel numero precedente ha avuto un commento eloquentissimo nella relazione del Curatore provvisorio nel fallimento della Mutuai 1·eserve degli Stati Uniti. L'avv. Miragoli, il curat.ore provvisorio in discorso, nella adunanza dei creditori avvenuta il 5 giugno presso la seconda sezione del Tribunale civile di Roma , ha dimostrato la nessuna. garanzia che hanno gli assicurati presso le Compagnie estere; mancanza di garanzia, che in fondo è, comune a tutte le società private. L'avv. Miragoli ha dato un sapore di scandalo politico alla relazione , fornendo le prove della grave responsabilità assunta dal Ministro di Agricoltura del tempo lasciando svincolare, contro la legge, L. 300,000 della cauzione che la Mutual reser·ve era obbligata a mantenere in Italia. Il curatore provvisorio, che, merita.mente, venne confermato come definitivo, disse che il Ministro che aveva dichiarato prima che quel deposito era l'unica garanzia degli assicurati italiani e perciò sacro ed intangibile mutò opinione in seguito agli argomenti addotti da un deputato, dietro al quale forse ce n1erano degli altri. Il disastro avvenne, adunque, per ragioni parlamentari; e diciamo disastro percbè dalla esposizione del Miragoli risulta , che nulla hanno da sperare gli assicurati italiani. Il ministro su cui ricade la responsabilità è l' on. Rava che nel 1905 era ali'Agricoltura e il Deputato che si assunse il triste incarico di convincerlo a violare la legge fu il Deputato Vendramini, ex sottosegretario di Stato ed e_ residente della Giunta del Bilancio ...... Egli stesso si è denunziato con una le+.tera pubblicata nei giornali, nella quale ha tentato giustificarsi. Il curatore Miragoli, infine, ba accennato nella sua onesta e limpida relazione ad altri fatti gravi. Noi speriamo, che l'affare venga riportato alla Camera. Il curatore ha lasciato intendere che lo porterà innanzi ai Tribunali chiamando responsa ile lo Stato dei danni subiti dagli assicurati italiani. Noi non po:;siamo estenderci su questa quistione; ma facci amo nostre le osservazioni dell'Economista di Firenze (10 magp:io) sul minimum di garanzia che lo Stato dovrebbe esigere dalle Compagnie estere di assicurazione che volessero fuuzionare in Italia. La nostra diffidenza; però, di accordo in ciò col Pisani è tanto coutro le compagnie estere quanto contro le nazionali. Noi stiamo per l' asijicurazione di Stato. Un principio di applicazione di questa idea si avrà se passerà il progetto caldeggiato dal Nitti - che in una al Pantano è da tempo partigiano del!' Assicurazione di Stato-sull' assicurazione degli emigranti che attualmente alcune società fanno al decuplo del prezzo di costo e che il Commissariato dovrebbe fare al prezzo di costo, comprendendo in questo le possibili spese di amministrazione. ~ i L' agsicurazione degli emigranti dovrebbe comprendere non solo il caso di morte durante la traversata e pei primi mesi di soggiorno all' estero, ma anche i1 caso di ritorno percbè respinti dal paese d'immigrazione. Sono circa 2000 all'anno che sotto vari pretesti vengono recpinti dagli Stati Uniti e che ritornano in Italia desolati dopo avere vendn to le masserizie , la casa il pezzetto di terra ..... Coll'assicurazione, che dovrebbe essere obbligatoria per tntti, almeno si troverebbe nelle mani il prezzo del trasporto pagato ! Il fondo dell'Emigrazione, ch'è di già di oltre dodici milioni e ch'è sacra proprietà collettiva degli emigrati in questa guisa avrebbe un parziale, opportuno, bene fico impiego. Nella mente del Nitti questo primo saggio di assicurazione di Stato dovrebbe avere un ulteriore svolgimento nel senso dal Pisani e da noi vagheggiato. + e milleottocentotrentasei tenenti a nostra difesa. - Mentre si pubblicava l' ultimo nu- • mero della Rivista, in cui si rispondeva ai superuomini dell' esercito , che si sentono offesi perchè sono messi tra gli elementi utili allo Stato, accanto ai professori di Università ed ai ferrovieri; mentre a Bologna un altro ufficiale superiore nel Resto del Carlino protestava scioccamente contro il nostro linguaggio improntato alla sincerità ed alla realtà , i giornali di Roma pubblicavano una specie di appello , ìi manifesto , di lettera aperta, rispettosamente se i:tiosa, indirizzata al ministro della guerra , nella quale la quistione di stomaco trionfava nella forma più laida e piu brutale. Vorremo vedere ora tutti i Rauzi e tutti i Bonelli modernisti di questa povera Italia negare ancora la natura vera della quistione morale nell'esercì to ..... Perchè i signori tenenti hanno fieramente protestato e minacciato? Perchè il ministro Casana ha proposto di migliorare la carriera dell'artiglieria I In ciò la laidezza della protesta ; perchè accanto alla quistione di stomaco, la quistione morale si è affacciata sotto forma di gelosia, di invidia, che non dovrebbe essere nemmeno sospettata tra cameratl , tra compagni dello stesso corpo. E non accenniamo ai diritti che spettano aìl' artiglieria , i cui ufficiali fanno un corso di studi superiori - e di molto- a quelli della fanteria e che sinora si trovarono in condizioni d' inferiorità nella carriera. Il ministro della guerra , rispondendo ad analoga interrogazione a Montecitorio bollò con severissime parole il manifes-to dei tenenti e, assistito dall'on. Giolitti, affermò che esso non era opera di ufficiali italiani, ma di qur • ·1e ameno imbroglione, che aveva scritto in loro nom . In qnesto modo il ministro della guerra credette l-'rovvedere alla dignità dei signori tenenti. Questa bella trovata non ha che un piccolo difetto: non fu creduta nemmeno dagli uscieri ·piu umili della Camera; nemmeno dal gatto, che spadroneggia in farmacia. Tutti ad una voce conchiusero: o il ministro è stato in buona fede e la sua ingenuità infantile lo rende indegno del posto, che occupa; o egli sapeva di affermare il falso e la difesa dei 1836 tenenti costituisce la propria condanna. + Il liberale e l'autocrate a Reval. - Se la politica potesse esser fatta a base d'idealità - e noi ci auguriamo arrivi il giorno in cui questo sogno diventi realtà - la visita di Eduardo VII a Nicola II non dovrebbe, non potrebbe aver luogo. Troppo distanti sono i metodi di ~overno, ed i governi dei due sovrani, e troppo dolore sostiene il trono dell'uno, perchè sia vista con occhio simpatico la visita che l'altro fa a costui. Ma la politica, oggi-e, ahimè! per lungo tempo ancora - non è fatta di sentimentalismi. Interessi validi, e chiari, e necessità di difesa ed anche di pace violentemente imposta e mantenuta la guidano; ond'è che le idealità più lontane- e però le più belle - cedono forzatamente il campo alle più immediate, che sono poi urgenti, vitali necessità dei paesi. Ed è lo-
RIVISTA POPOLARE 285 gico dun~ue che. il R_e liberale , il re nel cui paese t~tte le h?ert~ ?ittadrne sono rispettate, garantite e d1fe~e_facma v1s1ta a colui. nel cui regno la libertà - ogm ,hber~à - è parola vnota di significato; quando non e ragione sufficiente a far cigolare le porte delle carceri , e ~ far penzolare corpi umani dalle forche imperiali. .E' logico, diciamo, ed è giusto perchè è necessario. Bisogna osservare spassionatamente col freddo criterio dell'uomo che ca.lcolst per interessi, i 1 'attuale situazione dell' ~urvpa in rapporto a quei fatti che potrebbero trascrnare una qualunque nazione Europea alla o-ue1-ra.· gnerra che diventerebbe, ciò non è dubbio, uni;ersale: Da un lato una sorda, ed anche mascherata. ma irri.duttibile nemicizia fra Germania e Francia ~ fra Germania e Inghilterra : la Francia non ha m~i cessato di pen are alle ue provincie <lell1E, t; l' Ingbilter~a vede n~l pr_ogresso economico della Germ~ia, seriamente m1~acmata la sua posizione di prima potenza commercia.le del mondo. D' alt o lato, nna lotta a coltello, coperta essa pure ma ., n meno violenta. fra Austria e Rnssia per la supn .•zia nei Balcani. Ancora, da un iato una triplice che sembra ormai ~ancar~ ai suo~ scopi , e una duplice terrihilrnente mdebohta da po1 della guerra Russo-Giapponese: dal l' altro le necessità della Russia d'uno sbocco su l'Oceano Indiano, poichè le è, ora chiusa oo-ni influenza sul. P~cifìco: An~ora: Itali~ e. Francia che~ dissipati gli antichi malintesi e rancon, s1 tendono cordialmente la maao ; ed il trattato commerciale Anf!lo-Russo destinato 8: syolgere u?a sua . azione econ~mica e politica efficac1ss1ma per ciò che nguarda l' Estremo Ori.ente. Le guerre, oggi, non si fanno più per lo stendardo della casa regnante; chi può provocarle è il dominio della ba~diera °;lerc~ntile ; e perchè questa bandiera possa spiegare hben al vento i suoi colori è necessaria la pac~. In ciò che abbiamo esposto sopra c'è più che una, più che qua~tro b;ione ragioni di guerra ; e c'è al tempo stesso imperiosa la necessità del mantenimento della pace. Si sa cLe la Germania avrebbe veduto di buon occ~io la nemicizia della Russia con l'Inghilterra, come d1 qualunque &!tra nazione con qualsiasi altra. Basterebbe che un breve istante una nazione si trovasse i~olata ed i? sL ~o di inferiorità perchè quelle necess1_tàeconomiche ?he esigono la pace conducessero rapidamente alla più spaventosa guerra. Or~ che _I~ nazioni si stringano dunque in accordi, che s1 stnb1hscano correnti di simpatia e di amicizia fra lor? è bene: bene è, dunque, che l'Inghilterra si ~etta rn ottimi, più che migliori, rapporti con la Russia. ~ott~ 9-u~sto p~nto di vista è un errore grave che 1 soc1alish Russi ed Inglesi commettono ~vvers_ando il miglioramento di questi rapporti. Un giornale liberale Inglese « The Nation » ha detto che non è necessario .P~~ i bu~ni r_apporti fra i due paesi; che i due sovram s mcontrmo; 11 gruppo socialista alla Duma f~ce1;1doeco a~la. protesta dei socialisti Inglesi, h~ ~1ch1arato che 11 popolo Russo vedrà svanire, in questo mcontro, la sua ultima speranza di libertà. ~b?e~e nè l_o' pinione della ·« Nation ~ nè quella dei soc1ahst1 Russi sono esatte. Prima di tutto nessuna nazione può dare al popolo Russo quella libertà che non può conquistarsi che da se stesso • in secondo luogo Nicola II ed Eduardo VII incontr~ndosi fanno capire a chi deve intendere, ed intenderà certamente, che turbare la pace Europea non è poi oo-gi cosi f ·1 ' 0 ' ac1 e; _e che .al manteni_~ento di questa pace una nuova rntesa e stata stabilita che la rende più salda. L'Italia~ che ha tutto da temere da una o-uerra non può che rallegrarsi del convegno di Reval, 0 mentre la stampa tedesca. ed austriaca lo guarda con malcelato malumore. • Naturalmente la idealità bella vorrebbe che il liberale e l'autocrate non s'incontrassero; ma diversamente impongono le necessità economiche del momento· e po~chè l'eco~omia oggi_, d_vi en.ta di più in più la b;se dei rapporti fra naz1om , diven~a politica ; bisogna sottoporre a questa, quella, considerando anche che il mantenimento della pace è esso pure una idealità tradotta in fatto e che non sarebbe intelligc te, nè opportuno nè saggio negligere. ' + L'attentato .contro D:reyfus. --Il nazionalismo il clericalismo, il monarchiswo non di~armano in Franr.ia: Le canaglie cristiane che non hanno potuto abbattere la repnbblica; che avevano creato nell'antisemitismo la continuazione di quel Boulangismo col quale speravano di riporre sul trono il re del loro cuore, il carnevalesco Philippe la gamelle , e ridare al prete il mezzo ed il potere di. riattirare la coscienza della Francia; quei. bravi gesuiti con la tonaca e senza, al colmo della loro rabbia impotente, sono arrivati fino all~assassinio; c'era da aspettarsela, del resto. Nè per chi conosce bene il Gregori , il fatto compiuto da lui reca sorpresa. Un proverbio toscano dice: < chi è bugiardo è ladro , e anche peggio. > Gregori fu uno dei più feroci e spudorati artefici di menzogne con ro Drey!us, contro Zola, contro la repubblica. La penna velenosa di questo delinqutnte , che 110n essendo riuscito ad assassinare con lo scritto si è raccomandato alla rivolteìla, ha vergato tutte le calunnie più infami, ha sottosc:itto tutte le più luride pagine della cam• pagna antidreyfusista. E quando ignote mani. pietose cosparsero di rose la soglia della casa di Lucia Dreyfus - la quale, anche se suo marito fosse stato cJlpevole, avrebbe dovuto esser sacra dal dolore al dolorecostui vomitò la sua bava di cane arrabbiato su la dolente, ed irrise, alla miseria. di lei. A costui confidarono, i fedeli del trono e dell'altare, la loro vendetta. Ed egli, impotente come tutto ciò che viene dal male per il male , mancò il suo uomo ; e perchè la ~ano gli tremò, fa scudo oggi del:a sua viltà alla sua rnnocenza: - io non volevo uccidere-dice. E ben sia. I_ giu~ici di Francia, i giudici della repubblica , lo ributtrno nella sua società, alla folla ignobile della quale egli era uno dei paladini· e degli eroi, lo rendano ai suoi nazionalisti. Egli non volendolo, ha bene servito la repubblica; poichè si è potuto vedere ben chiaro che in codesto movimento i prominenti, quando non sono dei briganti da opera buffa come J ules Guer1n o dei rammolliti come Rochefort e il mal-defunto Cop~ pèe, sono dei volgari delinquenti, apaches saliti di grado. E meglio ancora. l'avrà servita se Dreyfus s1 ricorderà di un' altra che i nazionalisti, al te::npo del Bulan,gismo, vollero far vittima, Lnisa Michel. . Noi ricordiamo. Un altro delinquente, un boulangista, le sparò contro la sua ri voi tella e la ferl, gravemente, alla testa. E Luisa , vera tempra di eroina e di santa, ancor fasciata e dolorante pel colpo, andò al tribunale e dichiarò che perdouava; e si fece, essa, fra il commosso stupore di tutti, difensore del feroce e dichiaro che essa considerava che maggior pena non poteva essere inflitta a costui di vedere per opera sua discreditato il suo partito. Da quel giorno, nel cuore dei Francesi non pazzi e non delinquenti il boulangismo fu pesato e trovato legg-ero. ' Dreyfus ricordi l'esempio della grande rivoluzionaria e la Francia , ancora una voita , trarrà profitto dalla svantura di lui , egli segnato com' è dal destino ad essere il Calas della nuova epoca, Calas cui non e mancato - e più degno - un Voltaire, Emilio Zola. + Duma e Marina Russa. -Bisoo-na riconoscere "' al ministro Stolypiue il merito di saper fare dei discorsi assai mediocri con grande calore, eenza riuscire a convincere nessuno. E bisogna riconoscere, a questa terza pecoresca Duma , che, ora, qualche cosa inco-
286 RIVISTA POPOLAllE mincia a volere, e che appena vuole riporta in campo la questione: e Chi governa: la nazione, il parlamento o lo Tsar? ~ In questa quistione dei crediti µer la marina, il governo stesso sente che la ragione stà dalla parte della Duma, e Stolypine lo ha dovuto anche confessare ma quanto ad agire come buon senso ed onestà vorrebbero; oh ! questo poi no; il governo dello Tsar non è da tanto. La Duma ha dichiarato :-Voteremo i fondi che ci chiedete per la riorganizazione della flotta , quando voi, governo, avrete riorganizato il vo3tro ministero della marina.-Il che in linguaggio meno parlamentare non più comprensibile significa ; Voterem::> i fondi qunndo voi avrete mandato a spasso i ladri del ministero e quando saremo certi che i denari del po{)olo non saranno dilapidati.-Stolypine è stato commovente, patetico, sentimentale: ma non ha cavato un ragno dal buco, t,anto più che proprio il giorno della votazione fu scoperto che un grosso ufficiale del ministero della marina, con la complicità di alcuni altri colleghi, s'è appropriato ln. bagattella di 700,000 rubli d'3stinati a certe spese necessarie a quel carcame di flotta che attualmente la Russia possiede , senza parL-lre dello sporchissirno affare dei piani di ari.oamento del Rurik - il nuovo incrociatore - fatti conoscere per denaro ad una casa inglese di costruzioni marinaresche. Li Duma ha dunque respinto con 194 voti contro 78 la richiesta del governo. Si dice , e la notizia sembra aver fondamento ed è perciò gravissima, si dice che il governo passerà oltre il voto negativo della Duma e inscriverà d' ufficio in bilancio i 12 milioni di rubli richiesti per la marina. Ciò che prova ancora uua volta cbe il potere parlamentare, in Russia, è zero moltiplicato per se ste330, Di ciò naturalmente profittano e profitteranno ancora i ladri del denaro pubblico in Russia; e i Granduchi potranno pagare molta champagne alle loro ganze - è notorio che il granduca Michele ne ha tre-e i capi della burocrazia molte partite a Montecarlo e molti debiti ai loro figliuoli, e lo T::iat·ordinare molte solide forche per quelli fra• i suoi sudditi che non saranno contenti di pagare le spese ai loro padroni. E se la Duma farà atti di più energica ribellione , se vorrà davvero esplicare co3cenziosamente il proprio mandato allora il Buon Padre tratterà questo terzo parlamento come il primo ed il secondo, e manderà i deputati attuali a. Kresty a tenere compagnia ai firmatari del manifesto di Viborg, i quali ebb3ro il torto di firmare una protesta, invece di ricordarsi che q uaudv Luigi XVI cacciò dal Parlamento i rappresentanti della Francia, essi si riunirono altrove, si dichiararono governo, e non protestarono, ma agirono. Certamente questa questione della marina è gravissima. Il ministero della marina Russa è un covo di ladroni , e a codesto ministero, alla sua imperizia ed • alla sua disonestà la Russia deve gran parte de:la sua rovina sul Pacifico; riorganizzarlo il governo non vuole, la flotta è necessaria; e la Dama ha ragione a negare i credi ti e pretendere di es.:;ere sovrana ; il governo passerà oltre , e allora? Avrà q ue3ta Dùma il coraggio di fare appello al popolo? Lo dovrebbe poiché, in fondo, questo è un grande interesse del popolo, del paese, ed anch6 dello T::iar , poichè chl sa se durerebbe ancora dopo nuove pos::iibili guerre perdute? Ma noi temiamo che la Duma , questa. terza Duma, si pigli lo schiaffo e prepari l'altra guancia a pigliarsene un altro. + Il processo dl Cettlgne. - Più la matassa si dipana e più il filo s'arruffa. Probabilmente il p·rocesso terminerà . con una assoluzione generale ma. ciò non toglie che non ritnanga in tutti il pensiern che Re Pietro non fosse vera.mente I come è stato accusato dal giornalista serbo Giorgio Nastic, a parte del comµlotto contro il principe Nicola. La stampa serba ed il governo protestano energicamente contro le accuse, il governo ha ritirato da Cettigne il proprio rappresentante, la stampa serba dipinge il Nastie come un perfetto farabutto. E può dar::ii che le accuse e dichiarazioni del Nastie sieno false : ma chi può riu:jcire a togliere dalla mente della gente il pensiero che Re Pietro non abbia cercato di fare col buco ur.a seconda ciambella; visto che una prima gli riuscì tanto bene? Chi può dimenticare Alessandro di Serbia e Draga Maschin ? Ciò che è fuori d'ogni dubbio è che il colpo è stato tramato a Belgrado : di là, questo è provato, vennero le bombe che dovevano servire contro il principe Nicola, là s' incontrarono gli odierni accusa.ti, di là partirono: là, già prima che il fatto avesse avuto luogo, e quando ancora s'ignorava la scoperta del complotto, e l' arrest,o dei congiurati, là circola va la voce che il Principe Nicola era morto, e che l'intervento della Serbia s'imponeva. E non solo ciò, ma qnando il Montenegro dimandò alla Serbia di estradare i colpevoli ancora in libertà e rifugiati in Serbia , il governo di Re Pietro si rifiutò. Tutto ciò non è fatto certamente per dissipare i sospetti. Si sa che da lungo tempo - era anche nn pensiero di Re Milano - la Serbia vorrebbe allargare i i,ropri i confini a spese del Montenegro e della Bosnia e si sa altresì che l'Austria vedrebbe volentieri la possibilità di allargare le ali dell'aquila bicipite anche su la Serbia, pnrchè riuscisse a farla pulita: con3eguenza ....... i sospetti, apµarentemente fondati, su la complicità di Re Pietro del Prineipe Ereditario e del Governo Serbo al complotto. Certamente, ormai la partita è rimessa, ed è probabile che il processo-per non creare difficoltà diplomatichefinisca in una bolla di sapone, ma ciò non toglie che questi non sieno semi che, a lor tempo, fruttificheranno tosco. E questo è il pericolo grave, poichè dai Balcani può venire tal fiamma che se ne eienta araa tutta l'Europa, tanto più quando, laggiù, si agitano passioni poli ti che cosi veementi che menano al delitto, e che c'è un regnante il cui passato autorizza tutti i sospetti, ed il cui popolo, eì il cui governo nulla fanno per poterli smentire; anzi: anzi li accreditano. Questo è il vero e serio pericolo per la pace Europea. + Alcune notizie sulla Svizzera. - Da 11 n lavoro senza pretenzione (1), adatto a fal' conoscere il carattere degli Svizzeri-'rede3chi e le loro istrnzioni. crediamo oppot·tL1noriportare alcuni dati , che pos:,ono servirci di stimolo e di rimprovero. E-~co q 11elli sui progressi del risparmio: 1835 1852 1862 I 1872 1882 I 1895 Casse di Rispar. 100 163 2 35 3°3 487 557 Depositanti . . 60029 181172 355 2 91 542162 ì46984 I 196540 Depositanti su 100 abitanti . 3 8 14 20 26 40 Crc::ditodei depositanti in mi- !ioni di lire . 17 60 132 289 5 14 894 Credito per ogni ,oo ab. in lire 770 2523 5261 10821 18063 29568 In Italia dove tanto si pada del movimento dei forestieri, che tanto benefizio arrecano al paese, saranno apprese con interesse q neste al tre notizie. ( 1) Hans Hochfeldt: Gli svineri e le Jo.. o istitu 1ioni, Note sulla Svinera-Tedesca. Trad. di Giacinto Carbonera. E. Quadrio Sondrio L. i.
RIVISTA In tutto, nel 1894, si contavano nellla repubblica 42,386 letti per gli affari dell'anno 46,248 > per la stagione estiva. 88,634 letti dislribuiti in 1693 aiberghi, mentre nel 1880 esistevano 68,137 letti in 1002 alberghi. Il numero delle pen;;one occniiat.e negli alberghi e ivi abitanti era nel 1894 di 23897, cioè 11,899 rnascbi e 11,998 ferumine. In salari si pagarono in tutto lire 8,756.500, ossia L. 365 a testa. Il capitt-le impiegato inJportava: Iu1mobili L. 393,GSl,GOO l\lobili » 105,513,000 Arredi > 19,733,000 Totale L. 518,927,000 Lo spese importavano: Spese generali, tas-,e, rèc:lame, assicurazioni e così via . :Manutenzione dPgli edifici e mobili . . . . Illuminazione e ri::icaldam.-nto Salari . Cantina Cucio a L. 11,642,995 » 7,676,194 » 5.441,44'.I » 8,766 504 > 8,589,0{)5 > 40,712,072 'l'utale L. 82,818,269. Di fronte a queste spese stanno le entrate in lire 1141333,744. Q11indi c'è un guadi:igno neLto di. lire 31,505,475; cioe uu intere8:,e del 6 °/ 0 pel capitale impiegato. Qmrnto renda l' industria del fore::itiero in Italia? Non lo sappiamo. .Ma ciò <.;b'è semJJre di attualità per noi è eiò cbe si riferisce alle scuole. L'ubbligo della scnola dura dai 6 ai 12 anni quotidiananJente; e sino ai 15 armi due Yolte alla settimRna. li programma compreude: religione (uon confessionale), esercizi di osservazione dt esposizil)ne, lettum e scrittw a con viccole di:::icussioni secundo uua precedente sµiegazione, esercizi di ort0grnfia, brevi racconti su avvenimenti della vita quotidiana ecc; aritmetica e geometria, fino alla misurazione e calcolo del quadrato e rettangolo; geog1·a/iu e storia nuturale facendo centro seinpre la 8vizzera; Sto1ia dei p1inti r,riw:ipali della Svizzera; canto, disegno e ginnasti<.a. L'importante per noi sta in que-;to: l'obbligo di frequenza viene stretta111ente o::i::;ervato, e i genitori che o impediscono o non sollecitano i loro figli alla 1·egolare /1·equenza, ncn Holo vongono colpiti con multe con~iderevol•, ma nei easi più gravi vengouo anche puniti col carce: e, per disobbedienza alìe leggi. La materia di que::;te i;cuole viene noa 80ltanto inse~nata, ma anche appresa dai fanciulli e diventa loro p1·opi'ietà spfrituale, µoichè, come si è detto in princi p10, 11 nietodo d'iflsrgoamento è eccelleute ed è fatto per risvegliare le forze di ossMvazione •. Quando tra _noi l'obbligo di freq uenti:l.re la scuola diverrà una cosa berie? NOI 1\i nostri abbonati - Riceviamo co11tinuamente dagli abbdnati 1·ichiesla di numeri della Rivista Popolare 11 e 12 dell'annata XI. Rammentiamo ai 'richiedenti che quei numeri costituiscono il fascicolo speciale consacrato allu menioria di Giuseppe Mazzini. In detto fascicolo lrt nume1·azfone delle pagine segue quella della Rivista, per comoditd degli abbonati che fanno rilegare in volume le annate. Abbiamo ancora disponibili pochi esemplari di detto fasci,colo, di oltre cento pagine, riccamente illustrato ( lo diciamo pei nuovi abbonati); che la nostra amministraaione può cedere a L. 1.60 ognuno. POPOLARE 287 Sperequazioniferroviarie A M.1~3iori 10 Ferraris. Coloro i qu:ili nOil tcngo!ìo e >I1to dei nrnu·nenti che uelle condizioni geografiche di un paese, vengono prodotti dai progressi scientifici e dalle applic1zioni tecniche tutte e specialmente nei mezzi di trasporto degli uomini e delle merci, s'rnudono stranamente credendo (he attraverso al tempo rinung:1.110immutati i benefizi o i danni di una data con6.gurazio11egeogr:rfica; costoro, mèntre le .ferrovie internazionali e la na vig:1zione interocea 11icahanno trasformato tutti i criteri e tutte le convenienze per s(·guire questa e quell'altra via pei viaggiatori e per le merci, perciò, sono cap:1ci <liripetere 3 ncor;1 che la natura ha favorito l'italia facendo di ess1 un molo gettato nel b:1cino del Mediterraneo. Ora b verità è dolorosamente assai diversa ed è strano che non la riconoscano tutti i contemporanei q uando due secoli or sono venne descritta con parole eh iare ed effic:1ci da uno seri ttore piemontese, noto pei suoi scritti politici e che meriterebbe di esserlo <lipiù per la seguente osserv-azione sapientissima. Fu il Botero, infatti, che scrisse: « Noi lrnliani ci sogliamo ingannare grandemente, « perchè habbiamo openione che.l'Italia sia il mi- « glior paese dell'Universo; e così pensiamo clie ci: nessun:1 provincia possa essèr~ ne più ricc:1, cc ne più abitata ; e non consideriamo che l' I- « talia e provincia lunga e stretta, e perciò poco « spatiosa e che due terzi di lei 11011 ha fiume na- <c vigabile: mancamento notabilissirno; e che un cc quarto ne occupa l'Appennino, montagna per lo cc più aspra e di poco frutte. E quanto alla fertilità, e< a che p:1rte d' Itali:1 cede la Francia in _copia di e< grani, e vini e bestiami? o la Fiandra in mol- « titudine e magnificenza di città, in va1ietà d'arti- !< fitii, in ricchezza di mercaoti;1? la Grecia io vaghez- « za di siti, in opportunità di golfi, e di seni di « mare? o l'Ongaria in bestiami, c:1valli, vini, for- « menti, pesci, miniere d'oro e in ogni bene?>) (1). ''La configurazione geografica riesce svan uggiosa all'Italia per diversi motivi. Le grandi ferrovie intercontineo tali la tagliera n110 fuori dal movimento degli sc,1mbi tra il continente europeo e quello asiatico ed egiziano. La nuocanza d' hinterlalld pei suoi porti non può assicurar loro un gr:rnde commercio d'importazione e di esportazione. La lunga e stretta striscia di terL1, ..:heda Trap:rni attraverso lo stretto Ji Messina va ad Udine e a Torino non potrà rendere mai larga11ente redditizie le sue ferrovie lungitudinali, che mancano di affiueoti, di vene e di arteriole secondarie, che apportano e distribuiscono il sangue vivificatore dalla periferia •al centro e da questo a quella. D'onde la enorme superiorità n:iturale dell'alta Italia sul mezzogiorno, i cui porti se non hanno l'Hinterland di Amburgo, approvigionano e servono di via perla grande navigazione non solo alle regioni d'Italia più ricche, più industriali più concentLlte, più continentali, nu anche a qualche parte della Francia, della Germ:rnia del Sud e dell'Austria, e gran parte della Svizzera. A che possono servire i grandi porti di Siracusa e di Mes- ( 1) Citate da G. Prato : Rassegne statistiche ed economiche. - Torino Soc. Tip. Editrice nazionale 1908 - pa~. 272, •
288 RIVISTA POPOLARE sina se la superficie che devono fornire e dalla quale devono essere alimentali è uguale appena a quello della sola Lombardia, ed il movimento relativo di merci dev' essere suddiviso e frazionato con quello di Palermo, di Catania, di Trétpani, di Marsala, di _Castellammare c.!el Golfo, di Milazzo, di Riposto ecc. ? D' onde lo scarsissimo prodotto delle ferrovie che da Reggio Calabria vanno sino a Napoli sul versante Tirreno e fino a Bari ed Ancona su quello Adriatico. I prodotti agricoli sono scarsi sulla lunga e stretta superficie di terra frastagliata da monti brulli che costituisce la Calabria, la Basilicata, ed una parte della Campania, delle Puglie e degli Abruzzi; e sono quasi nulli queai i1:dustriali; basterebbero appena ad alimentare una linea longitudinale e devono essere divisi tra due parallele, che corrono a breve distanza. La configurazione geografic:1, infine, aggrava la inferiorità naturale agricola e industriale del mezzogiorno, i cui prodotti devono percorrere grandi distanze, e perciò essere gravati di maggiori spese prima di arrivare sui grandi mercati di consumo internazionali, e vengono perciò depreziati sul luogo di produzione; mentre quelli che devono servire pel consumo proprio .e dei quali deve fornirsi dall'Alta Italia, dalla Svizzera, dalla Germania ecc. gli costano più cari per la stessa ragione. Da questa disgraziatissima configurazione geografica scaturisce la superiorita naturale •-delsettentrione d'Italia che da un lato si trova meno che a metà strada del Mezzogiorno, della Sicilia e della Sardegna nella sua comunicazione coi paesi più ricchi e più civili di Europa (Francia, Svizzera, Germania,. Austria, Ungheria); comunicazioni abbreviata e facilitate straordinariamente dei numerosi e giganteschi trafori delle Alpi-; e d:dl'altro fa si che da Udine e Venezia a Milano, a Torino e a Genova, si stabilisca pei prodotti un unico grande mercato di consumo ed un unico prezzo. Per quest'ultima ragione la media dei prezzi per tutta l' Italia deve sempre risultare da termini àssai lontani tra loro; cosi vediamo proprio in questo momento il frumento valere da L. 26 e L. 28 il quintale nel settentrione ed oscillare tra L. 34 in Puglia a L. 36 nel centro della Sicilia, così pel vino, che trova compratori a L. 20 all'ingrosso nel Settentrione e non ne trova a L. 10 nel mezzogiorno e in Sicilia. Donde l'ultima e veramente tragica inferiorità che dalla natura viene creata al mezzogiorno e alla Sicilia. Ivi le vicende della produzione agricola vengono aggravate terribilmente in modo convergente per la scar~ezza e per l'abbondanza : le loro popolazioni oggi softrono pel deficiente raccolto dal grano che ne ha fatto elevare il prezzo in proporzioni allarmanti e soflrono altrettanto, se non di più, per l' abbondantissimo raccolto del vino dell'anno precedente, che fa guadare quasi con terrore ai vigneti ricchi di pampini e di grappoli, che ne promettono uno altrettanto copioso e che non si sa dove conservare. Quelle popolazioni soffrono pel prodotto· indispensabile, di cui difettano e che devono comprare a carissimo prezzo ; e soffrono pel prodotto abbondantissi~o, di cui dispongono, e che non sanno a chi vendere. • La scienza e la tecnjca moderna colle loro meravigliose applicazioni hanno mutato le antiche con- • dizioni degli scambi di prodotti e delle comunicazioni umane; ma la politica economica si serve degli stessi mezzi per correggere ed attenuare gli svantaggi naturali creati dalla configurazione geografica ed aggravati talora dalle applicazioni della scienza e della tecnica. In una certa misura a questo proposito si potrebbe ripetere la vecchia frase metaforica: l'arma che ferisce risana. La politica economica nella sua forma di politica dei trasporti dello Stato se ardita e sapiente può correggere ed attenuare gli inconvenienti sopra accennati per mezzo delle tariffe marittime e ferroviariarie. Ciò che si possa tare in questo senso non si può apprendeJe adeguata men te e ti pie.amente se non da ciò che si è fatto in Germania. Col privilegio <lel trasporto degli emigranti assicurato alla marineria nazionale; colla politica dei canali , che danno alla Germania i benefici di circa 20000 chilometri di ferrovia quasi gratuita; colle tariffe ferroviarie opportunamente dispostt, la politica dei trasporti ha saputo richiamare ai porti tedeschi e sopratutto al porto di Amburgo il traffico della Germania, di una - p,1.rte dell'Austria, della Svizzera e della Russia ed ha, in uno ed altri provvedimenti di protezione ora diretta ed ora indiretta, coi premii e cogli incoraggiamenti v:uii, saputo sviluppare una marina mercantile che percorre tutti i mari del mondo e che suscita l':tllarme e la gelosia dell' Inghilterra. Questa politica ferroviaria e na~ale della. qer~ mania, iniziata da Bismarck e contrnuata dai s•o1 successori è un vero capolavoro, che vuole essere studiata ;d imitata, nella misura del possibile dalle altre nazioni. Per le ragioni precedentemente a~ce~rnate se c'era una nazione che doveva non solo 1m1tare, ma precedere nell';pplicazione questa sapiente ed efficacissima politica dei trasporti della Germania, era certamente l'Italia; perchè in nessun altro paese era tanto evidente la necessità di correggere e di attenuare gli svantag~i della configurazione geograaca, quanto tra n01. Che cosa si è fatto in questa via nei 47 anni di regime unitario ? Poco o uulla. Qualche cosa si fece per aggravarli: tali, ad esempio furono le sopratasse appen-;- niniche ferroviarie, che sino ad ieri ponevano ostacoli artificiali alle relazioni economiche tra il versante tirreno e il versante adriat_ico del mezzogiorno, a tutto danno di Napoli, che dalla unificazione del Reo-no era stata menomata come grande città di coisumo senza essere stata menoinamente favorita sino alla benefica legge del 1994, come città di produzione e di commercio. Le ragioni storiche e le Cl.nsiderazioni geografiche resero al' lo,.~1ni delle regioni estreme stra• nieri gli uni 0 agfi altri. Ai settentrionali riesce più comodo e meno dispendioso fare una corsa a Pario-i, a Vienna, a Berlino, a Pietroburgo, a Londra aizichè a Napoli, a Palermo, a CHtania; perciò gli italiani poco si conoscono tra loro e meno si stimano ... La politica ferroviaria sinora colle tariffe servi a mantenere queste condizioni di rapporti umani e sociali essenzialmente antiunitari. E Maggiorino Ferraris in una serie di interessantissimi arlic.:oli ' ha dimostrato quanto nefasta agli interessi politici,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==