368 RMSTA POPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI Ho disposto, cosi a casaccio, ~ueste condizioni che caratterizzano le due grandi divisioni della penisola italiana, che tanti, anni or sono, vennero designate dal Generale Marselli come trovantesi l'una nella fase militare e l'altra nella fase iudustriale, perchè voglio eliminare, anche nell'apparenza, ogni intendimento di stabilire o tentare tra le medesime una qualsiasi connessione causale. Ho voluto soltanto constatare le condizioni di fatto; niente altro. Ho taciuto della criminalità, perchè me ne occuperò in ultimo estesamente. S'intende altresi, che quando parlo di coltura intensiva, di industria, di riccherza, di miseria ecc. accenno a gradazioni prevalenti di tali fenomeni, e non altro ; - gradazioni, che variano da regione a regione, da provincia a provincia. Ciò premesso facciamo i conti sulla moralità del Nord e sulla moralità del Sud: facciamoli da buoni amici, per meglio conoscerci ed apprezzarci e nella speranza anche di poterci reciprocamente correggere ed aiutare nella trasformazione. Parlando di differenza di morali tra le parti di uno stesso stato nelle grandi linee ci si dovrebbe limitare ad una differenza quantitativa e non qualitativa; si dovrebbe assodare, che ci sono un maggiçr numero di persone oneste al Nord e di birbanti al St,d, ma non che, secondo la differenza da Montesquieu riscontrate al di là o al di quà dei Pirenei, gli onesti e i birbanti fossero _di una qualità diversa se osservati in Sicilia o in Lombardia. Qualche differenza qualitativa, pure son disposto a riconoscerla. L'avversione ai reati di sangue è minore nel mezzogiorno e in Sicilia, sebbene non sia grandissima nell'alta Italia; l'esercizio arbitrario delle .proprie ragioni, I' individualismo penale per cosi dire, che conduce alla vendetta è anche abbastanza diffuso in Sicilia e molto meno nel continente. Questi caratteri della costituzione psico-morale del mezzogiorno indicano una fase arretrata nello sviluppo della morale. Gustavo Chiesi, che ha percorso la Sicilia, dell'isola ha sèritto con amore pari all'intelletto, vi ha riconosciuto tante altre buone qualità, che valgono a compensare la differenza constatata. E, a parer mio, l'alta considerazione in cui è tenuta la famiglia nel mezzogiorno da sola basterebbe a far perdonare non pochi gravi difetti, propri di un popolo, che si trova ancora -in. una fase arretrata di sviluppo. Del resto, l'analisi spassionata dei fatti induce ad accettare con riserva anche una tale conclusione per sostituirvene un'altra, che conduce ad ammettere qualche mutamento rapido nelle condizioni politiche, se non nelle morali e sociali. Nella politica oggi si ammira nel settentrione maggiore correttezza nelle lotte elettorali, caratteri più netti e decisi; prevalenza di programmi e nou di uomini e di camarille; maggiore indipendenza dal governo, una certa fierezza ed amore sincero per la libertà. Però non sono preistorici i tempi nei quali le parti erano invertite. Vissero nel mezzogiorno i Poerio, gli Spaventa, i Natoli, i Settembrini, i Conforti, i Pisanelli, gl' Imbriani, i Savarese, i De Sanctis, gli Zuppetta, uomini della moralità rigida e dal colore politico netto e spiccato. Proprio in quei tempi nel mezzogiorno e in Sicilia si combatterono le più belle lotte elettorali in nome dei principi liberali ed era la deputazione di quelle regioni, che forniva il maggiore e migliore contingente alla Sinistra, che quei principi incarnava. li 'fatto era tanto noto che allora - vedi come mutano i criteri dei savi... settentrionali! - esso si dava come un segno d' inferiorità del mezzogiorno e della Sicilia ... Suscitò l'ammirazione di quanti amano la liberti!, la protesta generosa di Milano, che elesse Barbato. Ma solo la labilità fenocontenuto e ringrazio l'autore di avermelo dedicato. Egli cosi ha voluto darmi prova di affetto, che •mi è cara specialmente perchè mi viene dalla Lombardia, dove si s.a, e si riconosce, che da tempo sono nella via retta nello studio della fenomenologia italiana. menale degli italiani ha potuto far dimenticare che Filippo De Boni per tanti anni rappresentò il collegio di di Tricarico e Alberto Mario venne eletto a Noto; ed entrambi erano settentrionali. che per quei tempi non erano meno ri\'oluzionari di Barbato. Ma la lotta di Milano può paragonarsi per la sua importanza storica e politica a quella di Messina, che elesse ripetutamente Giuseppe Mazzini, e cancellò la pena di morte cui l'aveva condannato la monarchia, e rese all'Italia il suo figlio più grande? Oggi si mena grande scalpore per la dilagante corruzione nel Sud. Il caso di Giarre ha fornito materia ad allegri commenti nella Camera e nel paese, e, con una fenomenale leggerezza, della corruzione elettorale si vorrebbe fare una delle tante note d'inferiorità del mez:i:ogioNrn011d·' 'ù f: I d' . ' b' . G'à ·1 G . u a I p1 a so e I pm ar ltrano. 1 1 erminal di Torino onestamente aveva protestato osservando che la meraviglia pel caso di Giarre è fuori posto perchè quello di Giarre è il tipo di tre quarti delle elezioni d'Italia, e che le pressioni governative, la compera e la vendita dei voli, l'ubbriacamento degli elettori sono all'ordine del giorno dappertutto. Non basta : colle relazioni della Giunta delle elezioni, in mano da venti anni in qua, si può dimostrare che se il responso delle urne è stato adulterato, nel mezzogior• no e in Sicilia il fenomeno si è verificato, in prevalenza, per le pressioni governative, e nel settentrione per la corruzione. La corruzione nordica, dalle medesime re !azioni, risulta più brutta : i buoni contadini del Veneto, della Lombardia, del Piemonte hanno venduto il loro voto davvero per un piatto di lenti: per un po' di busecca e per un mezzo litro di vino. Gli elettori di Corteolona nel 1892 dettero un calcio a Felice Cavallotti per un paio di lirette ; e gli stessi elettori oggi a Romussi, all'amico del cuore della vittima indimenticabile di Villa Cellere, dell'uomo che a quel collegio dette lustro e celebrita, hanno preferito un Dozzio, le cui gesta non tarderemo a conoscere. Nel cuore della Lombardia, nella stessa provincia di Milano c'è un collegio, nel quale npubblicani, progressisti e socialisti non hanno potuto fare una qualsiasi affermazione, una qualsiasi protesta, quantunque essi ne designino il rappresentante - riferisco il loro giudizio senza valutare se giusto o sbagliato - come una delle persone più spregevoli, che ci siano alla Camera! Ed un candidato purchessia da contrapporgli non l'hanno trovato nemmeno i socialisti; che ne hanno un grosso stock disponibile, e che adoperano con predilezione quando si può arrecare del male ad un onesto democratico! . E Pietrasanta? Vale tutti i casi di corruzione del mezzogiorno riuniti insieme. L'ottimo signor principe di Carovigno ha immortalato quel collegio ; Pietrasanta, per fama .... non bella, ha superato quel borgo putrido dell'Inghilterra dove un lord irritato prometteva di fare eleggere un suo staffiere ..... Nel mezzogiorno c' e ancora qualche zona dove non penetrò mai la losca Dea, che degrada i Parlamenti: in Basilicata i titoli e i milioni non contano; valgono soltanto l'ingegno e la coltura. L'on. Greppi, che radicali e socialisti indicano come un asino matricolato - ed anche in questo caso riferisco il loro giudizio senza farmene mallevaJore - è stato invece eletto nella Milano, che a giusta ragione vitn chiamata la capitale morale, mentre, certo sarebbe restato soccombente in Basilicata. Invece c'è una intera zona nell'Alta Italia dove le varie gradazioni della democrazia non hanno speranza di dare battaglia con probabilità di vittoria: in qualche collegio hanno financo rinunziato ad ogni tentativo. Nella mia ultima visita nel Collegio di Corteolona chiedevo ragione del fenomeno ad alcuni amici carissimi, che, umiliati, mi rispondevano: è inutile ogni tentativo di lotta
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