Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 24 - 30 giugno 1898

, 37" RIVISTAPOPOLAREDI POLITICALETTEREE SCIENZESOCIALI in pubbliche riunioni, che potesse cadere sotto la sanzione di quell'art. r06 della Legge Casati, il quale - come abbiamo detto - venne abrogato da una diversa, contraria, ininterrotta giurisprudenza di 38 anni. Neppure durante « i pieni poteri » dell'ultimo Ministero Crispi, sebbene non mancassero i soliti « violenti e ignoranti » (com'ebbe a qualificarli un giorno il De Sanctis) i• quali d~nunciavano quali sobillatori i professori marxisti ed altri di carattere indipendente - neppure allora s' è visto ricordare od applicare ad alcuno il defunto articolo reazionario della Legge Casati. Concludendo. Non v' ha una legge unica generale sugl' Impiegati; v' hanno diverse categorie d' impiegati, a cui corrispondono diverse condizioni giuridicbe riguardanti i loro obblighi per la rispettiva prestazione d'opera. Essendovi sostanzia le differenza di condizioni giuridicbe, v' ha pure sostanziale differenza di conseguenti obbligazioni morali tra gl'impiegati degli uffici di P. Sicurezza e, per esempio, gl' Ingegneri del Catasto; tra la gerarchia militare e quella dei funzionari della scuola; tra gli impieghi, che sono stromento diretto del potere esecutivo (quali le Prefetture) e quelli, che sono invece semplici servizi tecnici esercitati dallo Stato, quale appunto va considerato l'insegnamento. Infatti: dov' è, 1 tra i patti di concorso, tra i regolamenti o nella legislazione che regola gl'insegnanti, la condizioneriiuardante le loro opinioni filosoficbe,politiche o reli~iose ? Dov' è l'articolo di regolamento o la condizione ai qualsiasi avviso di concorso, nel quale si legga che essi non debbono prender parte alla vita politica del loro paese: cbe perdono, entrando nel!' impiego, i dirilti cbe lo Statuto consentea tutti i cittadini ? ·· Chi vorrebbe adunque, ora, veder mutata questa condizione di giure e di fatto, sotto l'egida della quale entrarono nel!' insegnamento quei professori che la Perseveranza, e gli altri organi reazionari, vorrebbero vedere adesso scacciati o puniti, deve domandare un'apposita Legge. E noi medesimi la domandiamo, purchè sia cbiara e precisa. Perchè, allora, chi di noi non si sentirà di subire codesta imprevista e arbitraria modificazionedi co11tralto, saprà come comportarsi. Rassegnati o ribelli, sia schietto e preciso il Ministro, e si terranno per a•1vertiti gl'insegnanti. Ma ciò che rittniamo indegna del nuovo Ministro e di noi, ciò che più deprime il decoro e il sentimento morale in chi insegna, si è la denu11ziaauonima e. incoutrollabile che, da alcuni giorni, imperversa negli uffici delle amministrazioni di provincia, dove Prefetti ignari delle persone e dti luoghi e Provveditori spauriti o ti-. morosi di parere poco zelanti, prestano facile o passivo orecchio ai denunciatori. Ponga fine il nuovo Ministero a codest'orgia di codardie, di calunnie, di menzogne e di cattiverie, che hanno per movente egoismi personali o rancori inconfessabili. Reazione vuol essere? e sia; vuolsi tornare ai criteri di Francesco IV duca di Modena e di Francesco li d'Austria? E sia. Ma abbiate come avevano loro, il coraggio della sincerità. Più della reazior.e à poig11e, aborriamo il gesuitismo con tutto il _corredo de' suoi mezzi subdoli e insidiatori. Preferiamo Torquemada a Don Ba~ilio. Egregio direttore, fate sentire questo nostro voto in P.irlamento. UN INSEGNANTE. Poscritto. - L'Autore di questa lettera non aveva letto, quando la scrisse, il disegno di legge ddl'oo. Cremona, di cui i giornali hanno dato sommaria notizia. Il nuovo Miuistro sostituisce al vecchio art. 106 della Legge Casati tre nuovi articoli, che sono qualche cosa di compassionevolmente ameno nella loro diflidrnza paurosa e settaria. Noi domandavamo ll::ia legge chiara e precisa: niente di ciò, )'on. Cremona ha invece dettato tre articoli, che offrono la più elasticadelle111asc/1erelegalt a qualunque più stolto arbitrio delle autorità come a qualsiasi più codardo attentato della calunnia. Lo.dimostreremo nel prossimo numero. Vogliamo intanto constatare, come !'on. Ministro abbiadunque riconosciuta oece1saria - per attuare i criterii della nuova reazione - un' apposita Legge. Egli adunque riconoscerà del pari, che 11emmapunizione mite (mite o grave, sospensione, rimozione, trasferimento) puo essere illflitla oggi per "tti, s~ritti, discorsi, che i precedenti Ministri non haono punito, perchè allora 11011 costiluiva11raeato nè i11fmzirne... a una legge, che allora non era ancor,1presentata nè promulgata. Non sappiamo di quali colpe siano imputati i prof. Ciccotti Luzzatto, Panebianco ; ma se il Consiglio Superiore, dovrà occuparsene, speriamo farà comprendere al Ministro, ch'egli ha bensl il diritto di presentare nuove leggi e, se approvate, di vegliare alla loro esecuzione, ma non ha il diritto di sovvertire ogni norma di vivere civile dando a' suoi criteri - non ancora tradotti in legge - un'applicazione,·etroattiva. Il ministro-birro, il ministro che voleva umiliare e disonorare la scienza, per fortuna d' Italia è scomparso, e speriamo, pel decoro del nostro paese, ch'egli non riponga più piede alla Minerva. La crisi ministeriale del 18· Giugno potrebbe indurre a pensare che questo articolo abbia perduta la sua ragione di essere ; ma troppo frequeoti sono gli attentati contro la libertà e troppo diffusa la tendenza di mutare la scuola in caserma perchè noi rinunziassimo alla pubblicazione di questo articolo che ci manda uno dei più valorosi insegnanti cfella penisola. Le nostre idee sono molto diverse da quelle dell'on. Baccelli; ma crediamo che i principi del nuovo ministro della pubblica istruzione sieoo altrettanto lontani da quelli del senatore Cremona di deplorata memoria. Speriamo perciò che il nuovo ministro ritirerà il disegno di legge presentato dal Cremona il 16 Giugno, nell'011111ib11s reazionario dell'on. Di Rudinl, per modificare, peggiorandola, la legge Casati ; e confidiamo altresi che egli vorrà sospendere gl' iniziati procedimenti contro i professori Ciccotti, Luzzatto e Panebiaoco. · Cogliamo di gran cuore questa occasione per fare atto di solidarietà coli' illustre Prof. Lombroso, che si è fatto iniziatore di una nobile protesta in prò della libertà. LA REDAZIONE. ~""\,/ /'-./ ....../.' /""',. /',/"..../__r..._/"°',.,.,,/"'-./"'../',...~ Per la solità sovrabbondanza di materia siamo costretti a rimandare. possibilmente al prossimo numero, la pubblicazione di un importante articolo del prof. ·Mosca sul Parlamentarismo, di uno del Socialistoide siille Elezioni in Germania, di un'altra di Claudio Treves sull'Alcoolismo in Francia, e in{i,ne - l"annunzio sarà specialmente gradito alle nostre lettrici - una novella cli Salvatore di Giacomo sui Costumi di Napoli. Nel prossimo numero pubblicheremo anche i ritratti dei giornalisti condannati a Milano. I librai che vogliono còpie in più si rivo·gano subito all'Amministrazione della Rivista. INDIFESDAELLCEOOPERATIVE Antonio Maffi, l'instancabile e intelligente promotore delle cooperative, ha diretto la lettera, che qui sotto pubblichiamo, ai Ministri del Regno d'Italia. Non commentiamo la lettera e ci limitiamo ad ammirare la fede che l'amico nostro carissimo consen-a ancora per la giustizia del nostro pat'se. MtLANO, 16 Giugno 1898. Dal 1° Aprile 1898 in cui veniva sciolta, dal Prefetto di Bologna, la Società Cooperativa di Molinella ad oggi, gravi provvedimenti furono dal Governo adottati in ossequio al rispetto delle leggi e delle istituzioni che i plebisciti hanno dato al paese.

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