Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno III - n. 24 - 30 giugno 1898

RIVISTAPOPOLAREDI POLITICAL. ETTEREE SCIENZESOCIA.LI :m. .àelle cose il guadagno è stato ben poco. Vediamo. Nel mezzogiorno continentale c'erano da fare scomparire le cause del brigantaggio ; ma queste cause sono -state pulite, verniciate, levigate lasciandole immutate. Non potevano essere certamente eliminate dalla ferocia ,del colonnello Fume! e del generale Pinelli, cogli atti di crudeltà e colle fucilazioni sommarie. C'era da provvedere alla istituzione popolare in tutto il mezzogiorno; ma lo Stato italiano quel poco che vi ,consacra, lo spende in grandissima parte nell'Alta Italia. La Sicilia non conosceva la leva militare e vi era -odiata e temuta la coscrizione. Il governo gliela impose· con una violenza insuperabile e insuperata, resa odiosa, imperdonabile dallo stato di assedio, dalla tortura contro il sordo-muto Cappello che ad ogni costo volevasi far parlare, dalla morte per soffocazione inflitta in Petralia Soprana dal tenente Dupuy a tutta una pacifica famiglia, dall'assalto dato di notte a suon di tromba alle cittadine tranquille ptr cercarvi ed arrestarvi i renitenti. In Sicilia c'era sete di giùstizia e di legalità. Fecero -conoscere ed :ipprezzare l'una e l'altra il colonnello De Viilata colle fucilazioni di Fantina ; col misterioso ed impunito assassinio del generale Corrao ; colla prefettura militare del Generale Medici, i cui orrori furor.o denunziati e docnmentati dal Tajani allora Procuratore Generale in Palermo. Ed anche oggi, nell'anno di grazia 1898, si fanno apprezzare gli onesti e corretti procedimenti giudiziari, fucilando il Castellano per semplice sospetto di manutengolismo; rendendo . necessari due nuovi delitti in Siculiana per indurre la signora giustizia non a trovare il vero autore di un precedente omicidio, non a liberare almeno un centinaio d' innocenti iniquamente accusati, di quel reato, e non rei di altro, in realtà, che di sospettato fascismo I La Sicilia aveva bisogno di capitali per vedere sviluppate le sue enormi ricchezze naturali e lo Stato italiano non contento di depauperarla coll'esoso fiscalismo, che pesa su tutti gli italian(ugualmente come una maledizione, le ha rubato il miliardo di beni dell'Asse ecclesiastico ch'era suo, tutto suo. Era già un danno l'assenteismo dei privati; lo si volle aggravato coll'assenteismo dello Stato. In Sicilia e nel mezzogiorno c'era tutta l'educazione politica da fare ; e il grande educatore fu il Depretis, che v' inoculò la frode, la corruzione e l::t violenza come adatti metodi elettorali ,- il Depretis che ha avuto come discepoli e continuatori Crispi e Giolitti, Codronchi e Di Rudini. ' In Sicilia c'era una grave quistione agraria da risolvere, c'erano dei rapporti sociali da correggere. Alla soluzione e alla correzione cominciò a provvedere il generale Bixio colle fucilazioni di Bronte; continuò De- . pretis colle fucilazioni di Calatabiano ; perfezionarono il sistema Giolitti e Crispi coi massacri del 1893-94, che non hanno termine sotto !'on. Di Rudinì. Non si obbietti che i due ultimi sono siciliani : si ricordi che il titolo di onore di Crispi nel Parlamento e nel paese tutto fu precisamente quello di aver saputo energicamente reprimere i moti agrari. Egli fu il fedele mandatario di tutta l::t borghesia italiana, come ha ben detto H Ferrero nell'articolo citato. E dire che !'on. Sonnino - proprio lui! - sin dal 1876 riconosceva che i contadini lasciati a loro stessi, senza I' intervento opprimente dei fratelli del continente avrebbero saputo sciogliere la quistione agraria !... • •• La conclusione? Chiara e dolorosa. Ai mali economici del mezzogiorno e del!a Sicilia, i fratelli dal settentrione hanno provveduto considerando tali regioni quali una colonia popolata da barbari - una colonia dove vi era soltanto un buon mercato pei loro prodotti industriali. Ai rnali politici, intellettuali e morali della Sicilia e del mezzogiorno, i fratelli del settentrione hanno provve duto guardandoli altezzosamente, trattandone gli abitanti brutalmente e sprezzantemente. Quando hanno fatto riposare le manette e i carabinieri; quando ha taciuto il cannone, hanno parlato i Govone, i Gabelli, i Corvetto coli' insulto e colla calunnia chiamandoli sudici e barbari.... E, pare impossibile, repubblicani e socialisti indispettiti e addolorati dal vedere che le loro teorie ancora non hanno sviluppo in quelle regioni - per cause storiche, che non si possono mutare con un colpo di bacchetta nemmeno dai Maghi del marxismo - in questa fine di secolo si sono associati al coro dei denigratori di regioni che dovrebbero guadagnare alla loro causa coll'amore e colla persuasione! Ho rilevato gli ingiusti giudizi e le accuse inique non pt:r impeto dell'animo sdegnato; non per reazione a base di risentimento e di passione regionale; ma per sentimento vero d'italianità, per richiamare alla verità e alla realtà coloro che in buona fede se ne allontanano. L'ho fatto perchè credo ugualmente disastrose queste due condizioni: la superbia e l' ignoranza. Ora i settentrionali vanno troppo orgogliosi delle loro buone ed innegabili qualità; ed in questo stato di animo e' è già un germe di decadenza, di degenerazione che bisogna sradicare ~enza pietà e non coltivare amorevolmente. Aggiungo che nello sviluppo di questo orgoglio malsano dei settentrionali, hanno la loro parte di colpa - la mia è grande - i meridionali, che se misero a nudo in Parlamento e fuori i loro difetti, troppo ammirarono i primi e con ingenuità rara li lodarono rincarando la dose sulla propria inferiorità ( r) L'ignoranza sulle vere condizioni delle singole regioni dell' Italia è in tutti ; ma è maggiore nei settentrionali sul mezzogiorno e sulla Sicilia sui quali trinciano sentenze cervellotiche, quando non sono calunniose. Ad esempio in parecchi giornali dell'alta Italia ho visto deplorare con senso d'invidia e denunziare come una ingiustizia commessa a danno dei settentrionali la spartizio11e della terra ai contadini del mezzogiorno e dell' isola vicina. Essi ignorano che queste famose ed irrisorie quo- /in azioni non sono avvenute a titolo gratuito, ma imponendo canoni esorbit,mti - come a Mistretta, a Caltavuturo ecc. - che li costringono all'abbandono. Del resto - lo tengano bene in mente i critici - anche quei canoni sono ingiusti, perchè le quotizzazioni sono avvenute per terre, che appartengono di diritto ai contadini del luogo ; per terre che costituiscono i demani comunali, sui quali non ci ha che vedere lo Stato. Assegnandoli, perciò, ai contadini del mezzogiorno, lo Stato non li ruba ai contadini del Veneto o della Lomellina. (1) Ai socialisti siciliani Locoao e Bonagiuso,del resto bravi e studiosi, che per subbiettivismo politico, esageraronole tinte sui caratteri del popolo dell'isola, il Cammareri-S:urri rispose: « In Sicilia c'è certamente della gente tale come essi la descrivono: è naturale che le trisii condizioni di vita, attraverso una lunga serie di secoli, delle plebi rurali siciliane, abbiano impresse profonde stimmate nelle classi sog"ette; ma che la maggioranza dei lavoratori siciliani, o la totafità, come si vuole sostenere, sia formata di gente abietta, vile e criminale, non è affatto vero ed è inverosimile. È vero che tale gente abbonda in qualche circondario; ma non è ugualmente abbondante a tutti. » « Un popolo che parla un dialetto vigoroso e ricco di voci, frasi j! modi di dire vivaci; che possiede un grandissimo patrimonio di tradizioni; che consacra in arguti e vibrati proverbi tutti gli errori e tutte le verità morali; che nella sua storia conta la civiltà greco-sicula, la monarchia dei normanni e dei gli svevi, parallela il gloriosi Comuni italiani, la rinascenzadel secolo XVI non isdegna di confronto con quella di altre regioni; che conta uoa lunga serie di sollevamenti contro )'op• pressione; che rese possibile l'epopea garibaldioadel '60; e che fa sempre parlare di sè quando non si parla mai nè della Sardegna, nè del Veneto, nè d'altre regioni notoriamente misere quanto e più della Sicilia, oh, no perdio! un popolo tale - s'esiste una psicologia collettiva - non può essere nè vile nè beota, come si arriva a qualificarlo. ,,

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