370 RmSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI o non figurano affatto o in minimissima proporzione. Il coro e i protagonisti in queste tregende vengono dal Settentrione! E tutti questi affari costarono alla Nazione centinaia di milioni che arrivano· ai miliardi. La con~lusione dolorosa? Abbondano, pullulano i minuscoli ladruncoli nel Mezzogiorno e nelle isole, troneggiano i giganti del furto nel Set,tentrione ! . . C'è qualche altra differenza? ~e c ~ ! I. barom Sg~dan sono messi alla gogna, alle Assise d1 Milano; ma c1 vo- <>liono dieci Sgadari per fare un grande ladrone settenfrio'lale ! E i sapienti cresi delle ferrovie, delle Banche, non siedono sullo sgabello degli a~cusati, ma se la &odono allegramente nelle splendide V)lle d~l Lago Ma~g1?re e, se ne hanno voglia, vanno a d1strars1 a Montecaono o a Palazzo :Madama. (I) • IV. L'ammalato di cui vuol farsi la diagnosi e la cura in questo moment~ è il mez~ogiorno, è la Sicilia. I sintomi della malattia c1 sono noti; ma non potremo procedere vittoriosamente contro di essi se non sapremo quale causa o quali cause li mantengono. Sperasi· invano di guarire una sup~urazione mantenuta da un corpo estraneo, se non si pensa a togliere il corpo estraneo. . Niente clima! niente razza! esclama giustamente Filippo Turati, a l?r?posito _d_eima!i morali del mezzooforno e della S1c1ha ( Critica sociale, I 5 Apnle). Ed è guanto vado crridando da circa venti anni contro la scuola' che si dice pgsitiva ed è solamente metafisica, la quale vorrebbe condannare metà dell'ltaFa ad una fatale e perpetua inferiorit:i. li Cammareri-Scurti, applicando rigidamente il_ n:aterialismo storico nello studio della genesi del cnsp1smo, tutti i fattori del fenomeno riassume in un comune denominatore: il latifondo. Qui c'e l'unilateralità esclusivista del sistematico. Se per latifondismo in senso largo si vuole indicare l'insieme delle cause politiche, economiche e sociali, che hanno acrito ed hanno consolidata e rinforzata per parecchi secgli la loro azione nelle regioni di cui si discorre, si potrà accettare la designazione complessiva, ma ci troveveremo sempre di fronte ad una metafora, la quale c'im~ porra l'analisi e la discriminazione dei singoli elementi che la compongono per potere provvedere con efficacia e con sicun:zza di risultato buono. Nel caso speciale e concreto il latifondismo è tant~ poco la causa unica e diretta dei deplorevoli fenomeni morali di cui ci occupiamo, che noi vediamo la magoiore· e più generale venerazione per Crispi deplorato ~elle zone marittime della provincia di Messina e di Catania, nelle quali non c' è traccia di . latifondo e_ do_ve predominano piccola o media propnetà, mezzadna gmsta e magnifica coltura intensiva. E sono - è bene notarlo - le zone della minore délinquenza in Sicilia. La stessa ammirazione sconfinata per Crispi sussiste in molti punti della Toscana, che non conoscono nè la mafia, nè il latifondo. Indubbiamente il fattore economico ha una grandissima importanza; ed agisce in cento modi diversi, che talvolta ne mascherano l'intima natura; ma il fattore politico nel mezzogiorno e nelle isole ha avuto una influenza non meno energica e sicuramente più continuata e costante per molti secoli. Il fattore politico eliminò la giustizia nei rapporti sociali ; educò al servilismo e alla prepotenza ; rese fatale la ribellione e la vendetta come unico correttivo; arrestò ogni sviluppo della col- (1) Un moderato onesto dello stampo antico, l'ex deputato Morini nel libro sulla Corruz.io11elettorale, deplorò altamente che la' dtli11q11e11dze.al Seuato mperasse la media della deli11qumz.a conm11e... Per motivi che si comprendono agevolmente non posso che scivolare su questo tasto. Ma se delinquenza c'è nel Senato, dalle voci che corrono risulterebbe che i delinquenti in maggioranza apparterrebbero al Settentrione. tura intellettualé; rinforzò o creò, dove non esisteva, l'influenza del fattore economico. Quest'azione del fattore politico è tanto sicura, che ne riscontriamo gli effetti in tutto il mezzogiorno, anche là dove le condizioni della proprietà della terra sono diverse ; e li riscontriamo in Romagna, le cui squadracce - tal~ra semplice trasformazione degenerativa del carbonansmo hanno tanta rassomiglianza colla mafia (I). · I mali, e le cause che li generarono, so~o no_ti . da molti anni. Furono studiati dall'apposita Commimone d'Inchiesta parlamentare, di cui fu relatore il Bonfadini, dal Damiani nel vol:ime dell'Inchiestaagraria consacrato alla Sicilia, dal Villari nelle Lettere meridionali in molti altri articoli di riviste posteriormente, dal Turiello in Governo e uovernati, da Sonnino e Franchetti in due volumi vera"mente magistrali. Pel continente meridionale, oltre i lavori dello stesso Turiello, del Pani-Rossi, del Santa Maria, dei Winspeare, e di cento altri. bastera ricordare, per non allungare soverchiamente la lista, l' Inchiesta parlamentare sul brigantaggio, i discorsi di Giuseppe Ferrari, e di Giuseppe Massari ecc. Ebbene a che cosa vale tanta precisata indicazione di mali, di cause e di rimedi? Nessuno potra mettere in dubbio che qualche cosa si e fatto, che si e fatto anche molto, sotto certi aspetti, ad esempio, in fatto di strade. Ma c' e1:3:da fare m~lto di più, c'era da fare tutto dal lato polmco, economico, intellettuale. Nel 1860, quando Garibaldi sbarcò a Marsala, e dopo che percorse vittoriosamente tutto il mezzogiorno, le popolazioni videro nei militi leggendari dalla Camic)a rossa tanti fratelli; e di più li ammirarono come fratelli maggiori più colti, più ricchi, più educati alla liberti!. Tali eraLO; e perchè tali, avrebbero dovuto fare opera veramente fraterna, opera educatrice e redentrice. Vennero meno al còmpito. Ecco la brutale verità, che non teme smentita. , I fratelli liberatori, si dissero burbanzosamente e stoltamente conquistatori. E le polemiche aspre, che avvennero poco dopo il 1860 tra siciliani e sèttentrfonali ne fanno fede; in quelle polemiche ardenti gettò anche dell'olio infiammabile il Guerzoni. Non si dissero soltanto, ma agirono ,oche da conquista/ori. Guardarono con supremo disprezzo il frnlello minore, lo dissero barbaro, lo trattarono da barbaro e si mostrarono, essi stessi, veri barbari. Nell'animo fierissimo degli isolani suscitarono una terribile reazione ed un cumulo di odì contro il cosidetto piemontesismo, che poscia esplose terribilmente colle scene selvagge di Misilmeri e colla rivoluzione di Palermo nel 1866. Da allora ad oggi l'attitudine dei settentrionali verso i siciliani e verso i meridionali è di molto mutata e migliorata; e ricordo che i giornalisti continentali, che seguirono Re Umberto in Sicilia e nel mezzogiorno nel 1881, scrissero dei veri inni in favore di quelle regioni e dei loro abitanti, e confessarono - si badi bene - e deplorarono di non averli conosciuti prima. Le confessioni e l'ammirazione si rinnovarono in occasione della Esposizione Nazi~nale di_ Paler_m? nel 1~92. • • Se nei rapporti tra gll uomm1 delle diverse n:g1001 è avvenuto un sensibile e benefico mutamento, ed è aumentata la stima reciproca che li ha indotti ad un reciproco rispetto - mutamento, che mi auguro di non vedere arrestato dalla recrudescenza d' insolenze e di giudizi sbagliati, cui ha dato origine nel settentrione il triste fenomeno Crispi _ nella sostanza e nel fondo ( 1) Nella Delinq11~11_.zd.aella.~icilia e le me catts~ sin dal 188 5 rilevai che le condmoni polmche avevano esercitato un analoga ;,ione disastrosa in Sicilia e nelle Romagne; e sin d'allora notavo che la maggiore miseria dei contadini lombardi e veneti non riusciva ad una maggiore delinquenza perchè mancava l'azione dei fattori politici e sociali. Di recente ho visto da vicino la condizione economica dei lavoratori della terra della grassa Lombardia e trovo pienamente giustificato il mio giudizio.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==