LA RIVISTA POPOLARE La capitale d'Italia, in procinto di festeggiare le sue nozze d'argento, dalla torre del Campidoglio contempla rattristata la deserta campagna che l'avvolge e si estende monotona e silenziosa in lontani orizzonti. Perdura inesorabile la secolare maledizione che ha reso sterili queste .,. terre, paralizzando le forze vitali della natura. Sono oltre 2 00,000· ettari che attendono di essere col- . tivati, che possono accogliere ed offrire pane e lavoro a ben 300,000 persone. Quale strana aberrazione in1pedisce ai· nostri uomini di Stato di comprendere l'altissima importanza della colonizzazione dell'agro romano, di non ravvisarvi il punto d'appoggio e l'avviamento ad una politica veramente italiana? Politica che deve restituirci la nostra indipendenza econ'omica e finanziaria, venduta ignominiosan1ente per alimentare coll'oro straniero un fastoso regin1e dissipatore del patrimonio nazionale, quanto incapace di fecondare le vive sorgenti ·del lavoio produttivo: politica che deve rialzare lo spirito pubblico, cessando da ogni bassa compiacen·za e tolleranza verso chi attenta alla sicurezza ed al progresso della nazione, verso chi vuole prostituirne la coscienza . . Nel cuore d'Italia, all'ornbra delle guarantigie, si annida l'eterno nemico. della patria. La redenzione delle terre da esso disertate, sarà il colpo mortale che dovrà percuoterlo: questo devono volere i sinceri patriotti ; perchè fip quando non sarà dato mano alla bonifica della can1pagna, la crisi di Roma non potrà risolversi, e questa perdurando, l'Italia non potrà sollevarsi dal discredito rovinoso che l'ha colpita. Colla crisi di Roma ha principio il periodo acuto del dissesto economico dell'intero paese e sebbene vi abbiano conçorso altre cause, pure è evidente che un miglioramento generale non potrà aversi _seprima non si purifica il guasto. ambiente della capitale, se-non le s'infonde un nuovo sangue vitale, se non si r_on1pono per sempre gl' ibridi connubii che l'avvolgono in una pestifera atmosfera d' ipocrisie. Roma può rialzarsi gloriosamente per virtù propria, purchè si liberi dalle catene che vincolano il libero espan- . dersi delle sue .energie econon1iche.; allora, cessando di essere solo una città di consumo, potrà emulare le altre città più operose e produttjve. BibliotecaGino Bianco
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