300 LA RIVISTA POPOLARE che mi perdoni. Io ti amavo troppo; ero paurosa di me stessa. Il vederti a soffrire tutte le pene interne ma pure palesi a chi amando scruta nell' animo dell'amato, per frena're lo slancio dell'appassionato animo tuo, potevano un giorno o l' altro vincer l'affetto e il culto all' ideale che fin da fanciulla mi formai, quello di appartenere esclusivamente ad un uomo solo, fosse pure 'l'ultimo dei miserabili. Egli, notando in lei un'insolita alterazione, un'esaltazione strana, tentò interromperla, ma essa proseguì: w - E ho l'ambizione d'essere amata da te con pari altezza di sensi. Vieni, accompagnami da lui, digli che piì1 non mi abbandoni, digli .... - e fu interrotta da u.n singhiozzo straziante - digli che tremi e per lui e per me di questa gran potenza d'amore che ci governa! Sii grande, sii nobile; il dolore forse mi ucciderà, ma l' anima mia sopravvivrà a me stessa per amarti, per seguirti, per avvolgerti nelle sue grandi ali affettuose ... E tacque, carezzando i fini capelli. di lui, e s0rridendogli, mentre calde lagrime le inondavano le pallide gote. Che accadde in lui? quale metamorfosi subì la sua mente? Come mai il suo violento ardore cangiassi in una melanconica dolcezza che aveva del paterno? Egli baciò sulla fronte la sua adorata -. era il primo bacio del loro purissimo amore e forse l'ultimo, eran le nozze di due anime al conspetto dell'immenso cielo e dell' oceano che col cielo confondevasi - e le disse: - No! non temere! Il tuo ideale non sarà da me spezzato, ma realizzato ... guarda, o creatura celeste, come il tramonto è bello. . . il sole lievemente bacia e indora la tua fronte su cui l'anima mia si trasfuse in soavità. E così tacque. Il velo della sera avvolgeva tutti. Già vari viaggiatori ritiravansi nelle cabine. Essi, soli, tra quella folla ignota, passeggiavano insieme, tenendosi attaccate le braccia, e interrogandosi cogli occhi pieni di malinconica felicità e dì fiducia. Quelle due anime erano state colpite nel tempo stesso da una sconosciuta rivelazione. Lungamente avevano lottato eroicamente contro il comune desiderio che li assediava e tormentava; entrambi silenziosi, non avevano più nulla a dirsi dalla prima sera che per ventura si conobbero. Bianca inorridiva al solo pensiero di una viltà; l'idea del rimorso era incompatibile con la squisita gentilezza del suo sentire. Vivevano di bei sogni, di speranze vaghe, di estasi, pure non isfuggendo alle torture che ima terribile e fatale passione infligge. Quand'ella fu all'estremo delle proprie forze, decise di fuggire e di. ricoverare presso lo sposo, a cui voleva tutto confessare. Passò molte notti nell'incertezza, come in delirio; nel combattimento coll' eroismo alle prese col desiderio; e gemeva e piangeva, povero angelo bello, come mai ne miniò fra Giovanni da Fiesole, e quando avrebbe voluto morir d'amore fra le braccia del suo amante, spaventata, tutta rabbrividendo, lo fuggiva. Ed egli celava il proprio grande amore per lei, parlandole solo della patria lontana, dei doveri del cittadino che per la libertà deve mutarsi in congiurato perenne, dei diritti santi del popolo, sempre inBibliotecaGino Bi~nco
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