La Rivista Popolare - anno I - n. 9 - 15 novembre 1893

• LA RIVISTA POPOLARE le agitazioni e i moti rivoluzionari, che si propagavano da un capo all'altro d'Italia, consigliarono all'imperatore Ferdinando di fare qualche concessione ai Triestini, ripristinando il municipio, che però non ebbe dell' antico nè i diritti nè il carattere. Quando nel 1 848 gli animi degli italiani si risvegliarono a nuove speranze, Trieste, non meno delle altre città intollerante dal giogo straniero, fu tra le prime ad insorgere, ma fu pure tra le prime a cedere ;. e i migliori suoi cittadini, costretti ad esulare, accorsero a Venezia o a Roma a bagnare di sangue generoso campi allora più fecondi. La depressione intellettuale, prodotta dal Governo coi suoi vani conati di snazionalizzazione, aveva ridotte le 1nasse popolari incapaci di resistenza. D'altra parte il ceto commerciale ed i patrizi, teneri più delle antiche tradizioni e dei privilegi perduti che delle nuove idee, non presero larga parte al movimento, che fu quindi presto sopito. Tuttavia a rimuovere i germi dél malcontento l'Austria fece a Trieste nuove concessioni, formando della città e del suo territorio una provincia autonoma ed attribuendo al suo municipio le funzioni di dieta provinciale. Però a rendere completamente illusorie queste concessioni, il Governo riuscì ad introdurre nel Comune una maggioranza a lui totalmente devota. Così per un decennio ancora le tristi condizioni di Trieste non mutarono; l' istruzione pubblica era a bella posta negletta, il patrin1onio comunale sperperato in feste e spese improduttive; la maggioranza del Consiglio, sorretta dal Governo, si sottraeva al controllo della città ed alla opposizione della minoranza, tenendo le sedute segrete e ricorrendo alle più sfacciate illegalità. Tali enormezze dovevano però produrre presto una salutare reazione. Anche le idee avevano fatto frattanto dell'altro can1mino; oramai si comprendeva dai più quanto fosse opera vana voler ridonare la libertà a Trieste a forza di concessioni strappate al Governo; si comprendeva d'altra parte che col ricostituirsi dell'unità nazionale Trieste avrebbe dovuto rinunziare al suo carattere di Comune autonomo per assicurarsi l'indipendenza non più Biblioteca Gino Bianco

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