La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 33 - 23 novembre 1922

126 LA RIVOLUZlONE LIBERALE primo per reepingere il "80011ldo,non è teoricamente valida; l'Alfieri 9teaio sa ohe la. logica della trascendenza investe di eè religione e poli'. tica e ohe pertanto non, v'è di eterno nel c,ristia,. nesimo se non la religioeità, l'atteggiamento formale dello spirito mentre oaduohi ne eono gli t1volgimenti e la precettistica m<>raledei Vangeli. Tuttavia nel!' Alfieri e in tutto il pensiero che prepara il liberaliamo nostro questa distinzione si giuatifioa :validamente in quanto oodd.isfa un'esigenza storica. L'ultimo motivo alfieri,mo di critica al cattolicismo nasoe da un approfondimento del problema sociale e more.le che quasi non era lecito aapetta:rsi da uno spirito come Vittorio Alfieri pervaso cl.A così viva. coecienz.a indi vidua.listica che paro ra&enta.re talvolta motivi addirittura anarchici. L'Alfieri contesta la legitt.imltà del celibato dei preti, ma alla sua oaservazione (comune ai tempi e anz.i tutt'altro che reoente) dà. il preciso carattere dii negazione d'ogni egoismo individualistico. Al cattolicimno oppone il cattolico spirito del Vaogelo. Al dogma la. morale: • dall'essere i preti cattolici sforzatamente perpetui celibi non oogliono mostrarsi nè fratelli, nl, figli, nè cittadini; che per oonoeoere e praticare virtuosamente questi tm, atati troppo import-a i I conoocero per esperienza I' -s.ppM8iouatis. simo umano stato di padre e di marito>. Contro questa affermazione potrebbe quakhe bello spirito, banditore di una. precettisbca, opporre la vita privata del!' Alfieri: e dire che non è valida la giustificazione teorica da lui offerta del suo celibato, poichè, in sede teorica, un dovere morale si oommisura all'attività spi~ rituale di un individuo nella sua assolutezza, non ad una condizione contingente quale è lo .ta:to politioo di libertà. o di schiavitù del paese. Tuttavia la contr&ddiz.ione mettendo in luoe quanto intensi foasero nel nootro i motivi cli disgregazione se.ntiment,ali e le aspi:razjoni a.narchiche, offre una misura valida per intendere l'importanza del suo conoetto che scaturisce potente da UJla elaborazione profondissima. Il momento astrattamente individualistico del libera. lismo è superato in una salda coecienza dei valori ècll'individuo come individuo sociale. Il l,er. mine no.mo è inverato nei termini cit.tadi·no e 7x,d,re: f11ori della -fa.miglia, inteaa non egoist.icameut.e o alfettiva.mente ma come primo nudeo s~cia.le, non v'è moralità perchè non v'è orgar:.1smo. Insieme con il celibato dei preti l'Alfieri combatte l'indissolubilità del maLrimonio, instaurai.a dal cattolicismo: oome egli ricolleghi qu<Sta critica al concetto centrale conquistato dianzi, non si ve<le; e non v'è ragione perchè rlr-i danni notat.i nel matrimonio perpetuo s'abbiano a incolpare, com'egli fa, i tiranni. Ma senza tentare una pedantesca giustifica1.io. n<"basterà avvertire che il radicalismo €';a nell'aria. (conti11ua) P. G. Al LETTORI. Stiamo in questi giorni rivedendo la parte amministrativa della nostra Rivista e richiedendo agli amici l'o.bbonamento che finora si son dimenticati di farci tenere. Ma l'invio di cartoline, di sollecitazioni, di tratte postali, è assai gravoso e dispendioso. Ci rivolgiamo perciò ancora una volta a quanti ricevono il nostro giornale e non hanno sin qui provveduto a mettersi in regola con l'Amministrazione pregandoli di voler inviare, senza attender sollecitazioni o tratte postali, l'importo deltabbonamento scaduto (L. 20) alla Amministrazione della • Rivoluzione Liberale • in Pinerolo (Torino). E' poi necessario che tutti gli amici ed abbonati cerchino di aiutarci per la diffusione mandandoci nuovi indirizzi di probabili abbonati a cui noi invieremo numeri di saggio. Per la solidità del nostro bilancio bisogna che ognuno dei nostri amici ci trovi subito un nu;;vo abbonato. E' uscito: UBALDO FORMENTINI Collaborazionismo Un volume ln-8 di _100pagine L. 8. Si spedisce senza aumento di spese a chi man. da cartolinar.vaglia ad A. PJTTAVJNO & Comp., Pin,1-0/u (Torino) POSTILLE. Super-rivoluzione Nei giorni della rivoluzione faecista, io mi stupiva. della facile a.ooettazione degli avvenimenti, che, a parte pochi amici, vedevo compierai intornQ e. me. Non a.vevo ptù prova.to, oomo italiano, tale 'a.ngoecia vertiginoea, da Caporetto in poi (e, anoora, a. Caporetto [., vooe del dovere era chiara e lampante). Ma. a dir di queste c.- c'era da far,,i dare del traclitore della Patria! Ho voluto bene a De Vecchi quando ho letto nei .gioruali quest<>eue parole: • In quei giorni di pas,;ione io bo pensato e sofferto più che a Caporetto e ne oouo uscito col cuore in di60rdine. Ho avuto soltanto la luce dal grande gesto del Sovrano•. '.MaDe Vecchi dev'e.ssere un isolato tra i suoi. Per La grande nw,ggioran.za, è mancato nel moto fascista ogni elemento tragico. Da troppe bocche ho sentito dare oome inesistente il problema della fedeltà dell'Esercito. L'Esercito - dicono cost.o~o - veniva tutto con noi, non r.'è questione. Io non lo credo. Io oo che, quando, nella notte dal 25 al 26 ottobre, giunse la prima notizia della brusca strozzatura del Congresso cli Napoli e della partenza repentina dei capi fa. sciati, sintomo indubbio di mobilitazione, dando la sensazione violenta del sallo nel buio, ci Tit.J.-ovammo, alcuni a.miei, pallidi e agitati, corsi com'eravamo aJ fondo della quoot-ione, a esclamare senz'altro: • E' la guerra civile! Il Re faccia la mobiW~azione, richiami l'esercito della guerra, l'~ercito 1. di complemento,., e V'edfà che ci s.iamo ancora!,. Ma, so nessuno I chiamò a raccolt-a, che potevano fare le volontà isolate per opporsi all'esercito fascista? Aveva.mo dimenticato - ingenui ragazzi! - che in Italia si è sùbito più realisti del Re. L'Eser,·ilo continuano gli esegeti della dot. triaetta fascista - ha giurato fedeltà n/ ,-au l,<11e del Re e dello Stato: non al Governo che li vilipendeva, che li tradiva. Insomma, si dovrebbe - secondo costoro - giurare col dist.iuguo e inte.rprctare il giuramento. Tutti avvocati! E se, nel '15, un ufficiale aveooc creduto in. C'OSCienzache il bene della Patria fos...~nel non fare la guerra, doveva dis-ertare? E' la riabilitazione di Misiano ~ Il giuramento militare - avevamo creduto sino a ieri - è come i} matrimonio re1igiooo: indissolubile. Due sono lo grandi isiituzir-ni tradizionali. do"e chi entra assume un impegno, una mi..saione totn!P: l'Esercito e la Chiesa. Più mod<'rrrn.menl.R,se n'è aggiunl,a una tena. la Scuola. ìv[a l'interpreta. zione idealistica della mission<' peda~ogica, slR.r. gandone e quasi dissolvf>ndnne -· S<:'rondo l'usato procedimonto - i limiti emp1ri<·i. venendo cioè a. comprende-re nell'idea della mis.,;ione pedagogica la vit.a sociale, 1a \'ita umana tutta quanta - famiglia, scuola e di nuovo Esercito e Chiesa e tullo come pedagogia. - prova troppo, con la sua formidabile unifica7ione. Restano <lu_nquequei due grandi istituii: la Chiesa o l'Esercito, il prete e il soldato. Persino a. noi, po1;eri tJjavoli di improvvisati ufficiali di complement.o, pareva che il giuramento f~se coGad'una gravità enorme; e ora i fascisti, esaJt,a.. tori "- parole clell'Esercito, verrebbero - vogliano o no - a calunniare gli ufficiali di professione, <'ol crederli così iacili a ca\·illare (nuovi monarcòmachi di gesuitica memoria) e a frati!rnizz..1.rc on gl'insorti 1 Tali io non li credo. Certo la prova è man.-cat.a.:è mancata, perchè il Re preferì alla lotta un accomodamento coi rivolu'l.ionari. Fa~ndo le veci di Giolitti assente, diede la sanatoria a tuLto quanto, e tutto finì in un embrauons-1,011~ gC11erale. In realtà, Vittorio Emanuele ha cessato - se regnava - di regnare: egli ha implicilamen. te abdicato; salvocltè il salto mortale era veramente un gioco d'abilità, perchè nel medesimo ista1,te egli si faceva ricoll.ocare sul Crono dai rivoluzionari. Adesso abbi.1rno un Vittorio Ema. nuele non più Te-rzo, ma Primo d'una nuova serie, quella dei re fascisti. Da un punto di vist.a dinastico ed umanitario, anùia.rno benone. Ma, da un punto di vista storico ed et.ico più elevato, ha il Ro verame-nte reso un buon servizio all'Italia con l'evitare che da una lotta a viso aperto uscisse una. soluzione, non un accomodamento soltanto! Non credo che la storia potra rispondere affermativamente. Questo Re sooocerlante, non si è mai sa.-pulo bene se sia un pover'uomo o un tipo d'abilità indiavolata. Alle volte, sembra che voglia rubare il mestiere a Giolitti. (A proposito: nan trovate che comincia a scocciare, questa ag-iografia giolitt.iana, che fa un enorme uomo di stalo di colui che è costretto a starsene fuori della scena. politica proprio nei momenti decisivi della atoria nazionale!) Alt-re volte, eembra un paziente e stra,ord.inario dissimulatore e il custode ~ tutt-a la GUafunzione di Ra è forae qui - della continuità esteriore dell'esistenz.a dello Stato. Se è vera, la sua fra,se dopo il rifiuto di firm_are lo sta~ d'assedio - ,desidero che gli Italiani lo sappiano, anche se per dimenticarse. ne fra una settimana., - è il sublime dell'iro• nia.. E .l'altra, oon la quale egli a,ccomiata i mi- !li.stri del Gabinetto Mussolini, dopo il giuramento - • Sono persu860 che t,utto andrà. bene ... • - è un delizioeo atto di fede nell'eterno Stellone. La Monarchi-a continua (non so se nè Burzio nè Sa.pegno me la manderanno buona) a compiere la sua funzione, altro che di monarchia sobibliotecaginobianco cialista I, di monarchia corrompitrice, &ddormentatrice, aseimilatrice e livellatrwe f tutto, alla Giolitti. (In veriLà, ai è bratti, alle volte, a pensare che, per un miraoolo di oong,,nialità regionale, una combinazione: Re Giovanni I col signor Savoia per Primo '.Ministro avrebbe dato tale e quale quel che h& dato Re Vittorio Emanuele con Giovanni Giolitti Primo '.Ministro). In corso di stampa: GIUSEPPE PREZZOLIN'I :r:o OH.EDO L'o~ra di Prezzo/4114è # pi,,, bell'eumpio di r,li_qiosità moderna cd è inmm< il fai to c<ntralt da cu,i si pu.ò .f/llardare o.-a tutta la m,o-va cultura italiana. Questo volume è la ,intesi di tutta la ma. attività. Diamo tempo agli storici, perohè costruiscano la loro bolle spiegazioni della neoe<eit.à.razionale di tutto ciò. La noetra vooe è oggi appena quella di testimoni diret-ti e - se Dio vuole - appassionati. Per me, questo episodio storico è semplicemente il segno d'una genialissimG - se volete - insuffìcienz.a ideale, ma sempre insufficienza, di t-utt.i noi Italiani. Qui oome " Capon tto, storicamente siamo tutti 90li.d.a.linella o,,; pa. Eravamo stat.i mioaçciati del1,a rivoluzioJ1e bolscevica; e qualche osservatore spregiudicato &dditava come altra prn,;ibiJe soluz.ione della orisi nazionale, una dittatura militare, tipo novantotto ma. più in grande. E che cosa abbiamo combiLato, con la nootra in,sauribile abilità ita.li:sna I Un fritto misto: una rivoluzione che distrugge virtualmente lo istituz.ioni, ma. - boutà sua -- le rimette a posto, apparcnt.em<-ute intatte, e,d anzi se ne fa apologeta.. La sua. massa è data da elementi popolari, oon capi e gregarii più o meno ex-sovversivi di sinistra (è opportuno precisare), ma si giova. d'un oerto numero d santoni della casta militare. Non è rivoluzione, non è colpo di Stato: sono rh·0luzione e colpo di St.a.loche camminano a bracoetto, al suono a]. terno degli inni fascisti e della marcia r<>ale. Pantalone pagherà. Vittorio Emanuele <lon•tie dare la sanatoria, perchè ... E' r!ifficilo sapere tutt.i i perchè di questo atto« di illuminat.o patriottismo,. Non pO<'h1 dei 1106tri geu<:raloni, a quanto pare, da Oiaz a Giardi110 e al Duca, erano alquanlo comprom<'s. si. O metterli rd muro, o metterli in gloria. Già 1 pare proprio che al Duca d'Aosta fosse risalt,&toin test.a il grillo di fare il Filippo Egalité, certo spe-rando di pot.er fare a mf'no -- in quc.c.to pa~e senza ghigliottine - di recitare l'ultima battuta della sua parte. 111a!"istituto dell'Esercito. il priucipio della fodeltà, ha rice\'ulo - non s'illudano i p::ttrioti ,__ un colpo tremendo. t.>i è \·oluto sottrarlo al cimoul-0, nel quale E'€60 o a"rebbc cJolorosamenLe tr:011fato, o ~arc-bbe perito per lasciar :-orger~ un esercito uuo\·o: ma cli quelli che pOS."iOllO sorg,.·r<'da un rl\·o!uzione \'era, non da una sce.m. pagnata con cortei e luminarie. Pare impossibilr, che proprio gli apologeti dflla gu~·:-ra igfr. ne del mondo. del sangue, della \·iolenza e della morte, abbiano tanto fauo per dare alla ri,·olu. zione una forma e una ri~luzionc <li compromCGso ! Qul.'€-ta idea della trogit'ità della storia, do"o è fatale che elem{·nti opp~li si irovino a cuz.zare in un urto mortale per dare. luogo a nuo\'a vita , la conc1.:ziono<lella guerra 1wlla quale anelle l'avversario è un degno uo1110 1 e pure abbi<nno il do\'ere inesorabile di ucciderlo, questa conce zione è totalmente e-sl.ra.JH:a alla llle'J1t.ilità faocisLa.,per la quale la \'t"rità è una sola e inunc:- diata, la loro e cbi non la fa propria è un idiota traditore: E si c.api::.ce: è la tnt"lltalità. intervent.ist.a-int.esist-a, quella di :Mussolini, nella qu~. le la guerra è quella dell'lnteEa giust:l e sa11L Ct•utrc.ila uequiz.ia teutonica, guerra di Urm:1t:·I e Aiimanc, scp.tna.ti ria tlll taglio uetto. (;o .v, di 9urste sol~ idf:e è agevole fare una rapida pro. paganda. pcpolarc. Perciò, quando t-11 parli loro di quffite angosce, di quceta tragedia della rivo. lu1Jone ultima, essi uon ti capiscono affatto, e ti guardano come un infelice r.he l! del tutto fuor di strada, non illuminalo <lalla grazia. L'Est-rcito ha ricevuto un colpo iremrnrlo, non solo idealmente parlando, ma anche nella psicologia spicciola <lei suoi fe<.lcli. Non bisogna infatti interrogare i Dia'l., i Giardjno, eccetera, ai quali il problema della fe<leltà non sè nemmeno afJ'acciato neU'aaticamera della coscienza. Ma chiSBàquant oscuri uflìciali senza velleità di a\'venlure politiche-, generali o sottotenenli, di terra o di mar(', si sono sent.it.i straziali dal dubbio: quale fosse il loro vero dovere, di fron. te al balenare dei capi 1 E che faranno in un prossimo eventuale rivolgimento, oon l'esempio di questi pree<edentiI se MUS60lini e il Quadrum. virato decreteranno che un altro quals.iasi Go~ verno X sia traditore della Patria,! Finora l'Ita. Jia nO!l era stata il Portogallo, nè la Serbia, n~ la Grecia .. Ma un 1mtach tira l'altro. E una altra volt.a llOn si potrà più dire: è colpe di Facta ! Lu IGI EMEHY. Nel proaslmo numero 1 Studi di : LuigiEinaudi - M, Misslroll - 6, Stolfi,G.Arpesanl, ecc. AUGUSTO MONTI Scuolaclassica e vitamoderna E' i./, testamr111to s11irit·uale dt u.n professore che lia duhca.tu •r1e11ti 0'711ti d:i lavoro a 1;ivere la scuola cf.ossica come fattore di modernir,l. Un libro che farà rimpit:in9ere a molti di 1wn casere atat.i a imparare greco e lat1.'no c01i. A. M 011ti. l'arla,,-e J><>i delle doti di .~crif{,(YT('.arg-u.to e fi11-.e, elle ·vi si mani/est-a,w è S'UJXrfiuo ptr i lettori della e llivo/·1u1one J.,ibtf'(l/e-. cltt bene /.e conoscona. Lllrn 8 • .H Pl!E.NOT.t.TORI LIBil 6 Felice Casorati, Pittore Cinquauta opt!.rt che rit·tlano una· ind1·- vidualità maturn, uri artista compldo, Introduzione critica di Piero Gobetti. F:diziotit n'le9nta di Stt•era elega11za. Prezzo speciale per i prenotatorl L. 20 LUIGI EINAUDI Socialismo e Liberalismo /,u1rri ;.,·,wrndi 11011 ;. soltanto u.11 r,,lt,.ssuno economi...-ta,. 11n f,rl<ri·n.,,,1, .~·;.~,, m,r:or 1· della sci,-n- ;•z ddle finanze. f,".primo rh' tutto uno .~c-ritlure, quasi s11rt'n1111() follati di rlire 11110 stdu,·tn, r 1ut !Jrniolr scr,ttort di cnu JYllitiche. L 'opr>ra chP pub~!ickinmu 11t l 1111 ,.~t::.rnJ~•'Jmaqistrn/e. Associazione Nazionale PER GLI Interessi ~elMezzogiorno ~'Italia delegata d ll'OPERA rnnTRO l'ANAlfABfTIJIO Sede Ce11Lralc: ROMA lllout.t:l Giordano, 31ì - Palazzo T11Yerna Indirizzo telegratico: ,\NDlfTAL-lWMA TeJ,.fono: !!05 Preside11te: Marche.se 011. FP-HDl!H:soo NtJ.N1/,IANTio Consigliere Se.qretario: Cav. (:;AgT.\NO l'UG~N'l'l~I Uffici Regionali: CAGI.IA!tl: Via Lanusei • CATAKIA: Via Crociferi, 36 • CATAXZAHO: Vin XX S,-ttembre, 79. GIRGEXTI: Via Spoto, 18 - l'ALEJ(!llO: Via l(occo Pirri, 9 • l'OTJ;;NZA:Palazzo Comunale . HEGr.JO CALABRIA:Vallone Schiavone- SASS:\Kt:Direzione Scuote Elemcolari. Soci aggregati, una o piu quale di L. J(, annue. .Soci benemeriti, una o pi" quote di L. 100 annue. Soci perpelu.i, al1neno I✓ 1000 unn volta tanto. i1: un'organizzazione di uomiui di volo11t-àe di fede che la loro azione e il loro pensiero lmnno dedicato alla soluzione del massimo problewa italiano: il problema meri<liouale. Gli scopi <lell'Assoeiazioue, sooo: a) auscitare t.d assisti,re nel Mezzogionw d'Italia le attività al miqlioramento d,i/e co11dizioni locali, special111ente in ordine allo •viluppo dell'istruzione 11rimaria e 110polare, dell'eco11omia agrarin e del credito al lat>oro; b) interessare l'opinionevubblica italiana alla conoace11zavrecisa dei problemi dtlla lii ta civile nelle regioni meridionali e d;,i meni più ido11ei a.Ila loro soluzione graduale t.d organica; Uscirà prossimamente ENRICO PEA Dtta Liriche e) promuovere istituti in cui le fornecononifohe e l'opera person,,.le dei cittadini di altre regioni italia11e si uniscano a quelle delle regioni meridionali per provvedere ai particolari bisogni di queste; 8 dlseinl di f. Casoratl. E. Pea è v,no dei T,i,ù orir,i11ali temperamenti di icri.tt&ri che abbia la noatra lMteratura. L'edizione della nostra Casa sarà un t&tmP"O di g11,to ·e di svhria el<{JQ-nza. cl) t-ccitare l'azione continua do/lo Stato i11 ordinf. sopratutto "Ila sollecita applica. zion,. d,/l. lM19i n favore dtl MezzogiornoG. B. GoBETTI, r;t:re.•11,tcres7><nisobil,, PINEROLO - TIPOGRAFIA SOCJALE.

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