RE NUDO - Anno X - n. 74 - marzo 1979

Pare che il yero obiettivo sia di ottenere brividi nuovi. di padroneggiare il ma– gico e il miracoloso. e da qui alleviare la noia esistenziale. Il consiglio di tutte le persone che sanno di queste questioni è di non ricercare le esperienze occulte e di non prestare loro attenzione quando si Yerificano: e quando si intraprende un inteso lavoro interiore. quasi inevi– tabilmente si verificano. Il grande mae– stro della meditazione satipatthana buddhista. il venerabile Mahasi Saya– daw ( 1904-1955). mette così in guardia l'allievo che avrà ogni sorta di espe– rienze <;trn"rdinarie: Una luce bnllante gli appanrà. A uno essa apparirà come una luce di una lampadina. ad altri come un lampo di luce. o come l'irradiazione della luna o del sole. e cosi via. In un individuo può durare giusto un momento. in altri può durare più a lungo ... Sorge anche il rapimento... la tranquillità della mente.:. una sensazione molto sottile di felicità ... Avendo provato questo rapi– mento e questa felicità accompagnati da una "luce brillante" ... il meditatore ora pensa: "Certamente devo essere arrivato al Sentiero e al Godimento ultraterreno! Ora ho finito il mio compito di meditazione". Ciò che non è Sentiero per il Sentiero è ingannevole. e quella che ha luogo nel mo– do appena descritto è una corruzione del discernimento ... Dopo aver notato queste manifestazioni di Luce Brillante e altro. o dopo averle lasciate inascoltate. egli (il giu– sto ricercatore) va avanti imperterrito come prima ... scavalca le corruzioni collegate con la luce brillante. il rapimento. la tranquil– .lità. la feliciti\..la devozione. eccetera ... (*) f santi e i saggi cristiani sono altrettanto chiari su questo punto. Come tipico esempio possiamo prendere san Gio– vanni della Croce { I_ 542-159 l): Riguardo a tutti (i sensi fisici) possono giungere alle persone spirituali. e son solite giungere. rappresentazioni e oggetti di una naturasovrannaturale ... E si deve sapere che. per quanto tutte queste cose possano accadere ai sensi corporali sulla via di Dio. noi non dobbiamo fidarci di esse né accettarle. ma dobbiamo sempre precipitarci via da esse. senza cercare di as– sicurarsi se sono buone o cattive: ... perché il senso del corpo è ignorante di cose spiri– tuali. com'è la bestia delle cose razionali e anche di più. Così. chi accoglie simili cose erra grande– mente e si espone a grande pericolo di essere ingannato: e in ogni caso egli avrà dentro di sé un precisoostacoloal persegJ!imento della spiritualià ( 1). (Il corsivo è mio). La Nuova Consapevolezza di cui tanto oggi si parla non può tirarci fuori dalle nostre difficoltà e non servirà ad altro che ad aumentare la confusione domi– nante. a meno che non sorga da una genuina ricerca dell'autoconoscenza (il primo campo della conoscenza) e non continui nello studio parimenti genuino della vita interiore degli altri esseri (il secondo campo della conoscenza) e poi del terzo campo della conoscenza. di cui si parlerà più avanti. Se invece porta soltanto a un legame con i fenomeni occulti. appartiene al quarto campo della conoscenza (che pure verrà trat– tato più avanti), e non può contribuire minimamente alla comprensione di noi stessi e dei nostri simili. L'attività interiore. o lo yoga nelle sue molte forme. non è una peculiarità dell'Oriente. ma la radice maggiore. per così dire. di ogni autentica religione. E' stata chiamata "la psicologia applicata della religione". (2) e occorre dire che la religione senza la psicologia applicata è del tutto inutile. "Credere semplice– mente che una religione sia vera e dare un assenso intellettuale al suo credo e alla sua teologia dogmatica. senza sa– perla vera attraverso la sua prova con i metodi scientifici dello yoga, è come se a condurre un cie.co fosse un altro cie– co". (3) Questa affermazione ci viene da W.Y. Evans-Wentz. che dedicò gran parte della sua vita a "curare" scritti sacri del Tibet rendendoli così disponi– bili al mondo occidentale. Egli si chie– de: Sarà soddisfatto l'uomo occidentale di con– tinuare per lungo tempo ancora lo studio dell'universo esterno. e di non conoscere se stesso? Se. come crede chi scrive. il saggio orientale è in grado di indirizzare noi occi– dentali a un metodo che consegue scientifi– camente la comprensione della parte segre– ta della natura umana. non è poco saggio da parte nostra mancare di dargli una verifica scientifica senza pregiudizi? Sfortunatamente. nella nostra parte del mondo le scienze applicate si limitano alla chimica. economia. matematica. meccani– ca. fisica. fisiologia e simili: mentre l'antro– pologia e la psicologia come scienze appli– cate nel senso inteso nello yoga sono. per quasi tutti gli scienziati occidentali. meri sogni di impraticabili visionari. Noi non crediamo. tuttavia. che questo erroneo giu– dizio possa duràre a lungo. (4) "Sete-nza applicata nel senso inteso nello yoga" vuol dire scienza che trova il suo materiale di studio non nelle cose che si vedono degli altri esseri, ma nel mondo interiore dello scienziato stesso. Naturalmente. questo mondo interiore non è meritevole di uno studio - e RE NUD0/15 niente vi si può apprendere da esso - se è un caos impenetrabile. Mentre le metodologie scientifiche occidentali possono essere applicate da chiunque le abbia imparate. le tecniche scientifiche dello yoga possono essere effettiva– mente applicate solo da coloro che si preparano pri_ma di tutto a mettere la loro casa in ordine attraverso la disci– plina e la sistematica attività interiore .. La conoscenza di sé. come si è già detto. è la precondizione per la comprensione degli altri. Essa è inoltre la precondi– zione per la comprensione. almeno in certa misura. della vita interiore degli esseri ai livelli inferiori: animali e an– che piante. San Francesco poteva co– municare con gli animali, e altrettanto poterono fare altri uomini e donne che avevano conseguito un grado eccezio– nale di autopadronanza e di autoco- scenza. Rifacendoci alla nostra termi– nologia precedente. possiamo allora dire: una tale comunicazione non è possibile al computer. ma soltanto al programmatore del computer. Le sue capacità vanno certamente al di là di quelle che pratichiamo abitualmente e non sono confinate alla struttura di spa~io e tempo. Ernest E. Wood. che dello yoga può senz'altro parlare con cognizione di fatto. dice: "Desidero mettere in guar– dia il novizio contro i due pericoli dell'autogiudizio e del fissare obiettivi. e dirgli che facendo egli appello a grandi forze che stanno dentro e sopra l'attuale livello della sua persona inte– riore. egli deve lasciarle agire dentro di sè". (5) Non è quindi necessario né ·consigliabile discutere queste cose in dettaglio. Coloro che sono sinceramen– te interessati - non nel conseguimento di poteri. ma nel loro sviluppo interiore - studieranno le vite e le opere di chi ha posto se stesso sotto il controllo della "Mente Superiore". rompendo così con il nostro abituale confinamento di tempo e spazio. Non mancano gli esempi. in tutte le epoche e da tutte le parti del mondo. (*) The Venerable Mahasi Sayadaw. The Pro– gress of Insight through the Stages of Purification, Kandy. Ceylon 1965. (I) San Giovanni della Croce. Cantico spirituale, UTET 1947. (2) Emest Wood. Yoga, cit. (3) W.Y. Evans-Wentz. ''Introduzione" a Tibetan Yoga and Secret Doctrines. Londra 1935 (4) lbid. . (5) Emest Wood. Practicai Yoga, Ancient and Modern, Londra 195I.

RkJQdWJsaXNoZXIy