RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978

RE NUD0/7 lettere - lettere - lettere - lettere - lettere - lettere Re nudo, sono triste. Sono mesi che desidero scriverti, ma è tremendo scrivere a qualcuno senza faccia e peg– gio al plurale, corrisponde proprio alla mia ossessione da sempre attuale, cioè alla mia incapacità di dire "i compa– gni" "il movimento", non rie– sco a fare un puzzle con gli individui e mi sento in colpa. Io non vado in nessun posto in cui ci siano tante persone, mi fanno una paura tremen– da. Eppure vi voglio be e, quando vi vedo spuntare tra una parola e l'altra degli articoli o in un .errore tipogra– fico o in un disegno vi amo. La mia ossessione è la quanti– tà, non so mi sembra che questo non sia cambiato, cioè per esempio c'è un articolo "profondo" nel senso di nato da viscere e sofferto, sull'ali– mentazione piuttosto che sul corpo e poi senti che in molti lo condividono, ma poi ti trovi faccia a faccia con questi, non c'è più o magari c'è ma fred– dissimo, magari il corpo di– venta "io sono bravo lo so usare e tu no" e la macrobio– tica tutto uno scambiarsi di prezzi e di indirizzi. Ecco è rimasto un dogmatismo tre– mendo: voglio dire che si può essere cannibali anche del riso integrale, voglio dire che è COME si mangia più COSA si mangia l'importante e credo nell'essere macrobiotici più che nel fare macrobiotica. E questo vale per tutto, si può parlare di meditazione in modo violento, esclusivo, su– perficiale e mondano, non mi basta sostituire al caJ:>itale il tao te king e al manifesto,re nudo, non c'è dolcezza dentro, c'è questo continuo bisogno di controllarsi, vedere da che parte sta l'altro, cercare sem– pre un nemico o almeno un'alleanza su altri nemici. Voglio dire che se vieni indivi– duato (e già è raro) per un fratello allora si deve parlare di loro loro loro (loro i padro– ni, loro i qualunquisti, o loro i compagni tutta politica) sem– pre un nemico da individuare perchè individuare chi ti st~ davanti con amore e senza ideologia fa paura. Poi sono stanca della gioia obbligatoria e ancora di più del pensare che VEDERE l'altro parlargli comunicare sia preso per cat– tolicesimo, l'ossessione di ca– dere nella carità cristiana ib ioteca Gino rende molti totalmente indif– ferenti. Tra la compassione e la partecipazione c'è una bel– la differenza! Anche tutta questa sfiducia che c'è in giro per le parole può diventare un nuovo modo di essere superfi– ciali e salottieri: oggi BISO– GNA dire che il vero linguag– gio non è la parola. Insomma lo so anch'io che le parole spesso non sono che esorcismi e che a furia di parlare di comunicazione questa parola fa vomitare ma non è sosti– tuendola che si cambia, ma cercando di entrare dentro di sè, di verificare quali emozio– ni, pensieri, fantasie, sono no– stre e quali sono solo impre– state da un fuori di noi che magari chiamiamo movimen– to ma che in realtà per molti è ancora un fuori di loro. In– somma mi succede che mi sento completamente sola e nello stesso tempo condivido moltissimi contenuti degli al– tri. E il sentirsi continuamen– te fuori posto, sentirmi vista come una mai contenta o sempre seria o mentale o sa dio cosa, solo perchè voglio che tutto in me sia unità di dentro e fuori davvero, tutto questo sentirmi prigioniera delle immagini in cui gli altri ti chiudono per paura che ini– zi una storia, mi ha reso una specie di animale selvatico, non posso più uscire dalla mia tana, proprio non possò fisica– mente, eppure vi voglio bene - mi chiedo se sono semplice– mente psicopatica o se idea– lizzo l'incontro con gli altri, ma siccome ogni individuo è un albero che se c'è ha avuto una terra una pioggia un sole per crescere, allora ogni indi– viduo è in un certo modo perchè c'è un certo esserci anche fuori di lui, così la mia stessa follia deve essersi nu– trita di qualcosa. He nudo è bello; vorrei incontrare perso– ne altrettanto belle, visto che la scrittura non dovrebbe na– scere da un doppio di se. Con un tentativo d'amore Livia anco Caro vecchio Haram, venia– mo subito al punto. Abbiamo appena finito di leggere il tuo articolo su Re Nudo. Va be– nissimo quello che tu dici: compriamo 'sti tre ettari', or– ganizziamoci un po' in pace; c'è un piccolo particolare: dove li troviamo i soldi per cominciare? Noi siamo, si può dire, una comune di sballati senza soldi. La casa c'è ma non i campi per coltivare e quindi intenderemmo affitta– re e comprare una casa con campi. Per fare questo do– vremmo diventare degli spor– chi integrati, non c'è possibili– tà di avere un campo senza dover sborsare fior di quattrini! Ora dimmi tu qual– che consiglio o alternativa alla questione di comprare il podere. Volevamo poi chiederti: sicco– me siamo tutti provenienti da piccole o grandi città comun– que senza alcuna esperienza agricola (io so solo piantare l'insalata) come dobbiamo fa– re, sempre sul celestiale pro– getto di poter coltivare terra nostra, per non prendere grandi inculate date dalla no– stra inesperienza pure avendo tutto l'amore che vuoi per Madre Terra? Così noi ci tro– viamo con un casino di ener– gia dentro e con l'unica solu– zione di dover andare a farci sfruttare per un annetto o poco più per mettere via i soldi e cambiare (nella situa– zione attuale se non andiamo a fare gli schiavi sfruttati per bene come i nostri papà avre– mo sempre il problema di mangiare domani). Altra e ultima cosa: che ne dici dell'allevamento integra– le nell'agricoltura: i cavalli per esempio· sono animali fi– ghissimi. Gente che vuol vivere Cari amici, sono un nuovissimo e appas– sionatissimo lettore di Re Nu– do. Nuovissimo perchè da tempo cercavo un giornale ,che potesse aiutarmi nella mia ricerca di un modo di vita migliore, un modo di vita che eliminasse "tutti" i pregiudizi, le storture, le alienazioni di questo sistema, ma non riu– scivo a trovarlo. Dico ''tutti" perchè provengo da letture tipo "Lotta Continua", "Quo– tidiano dei Lavoratori" etc., che mi vorrebbero far credere che una volta saliti al potere i proletari, tutto sarebbe risol– to come d'incanto, senza pen– sare che lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche è solo un anello della catena, una conseguenza della mentalità stupida corrente che riesce a vedere là felicità solo sulla sopraffazione degl-ialtri. Perciò, se non si prende co– scienza della sopraffazione e dello sfruttamento del ma– schio sulla donna, del "nor– male" sull'omosessuale, del– l'uomo sull'animale, del bello sul brutto, del medico sul ma– lato, dello stato sull'indivi– duo, dell'artista sulla massa e quindi dell'intero sistema del– l'uomo, tutto questo sarà va– no. Se non si riesce a capire che la felicità vera è nascosta tra le pieghe e insabbiata dal nostro sistema, la felicità vera è ul!- qualcosa che in gran parte deve essere scoperta, che la felicità vera è nell'amo– re e non nel sopraffare, nel creare e non nell'essere poten– te, nell'essere libero e non schiavo, nell'essere diverso e non nel possedere tante cose, tutto questo sarà vano. Ebbe– ne tutto questo voi lo state facendo, e per questo mi dice– vo "appassionato". Stefano • Temi

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