RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978

RE NUD0/32 Vi sono mille e un modo d'abbordare il Marocco. Dai tempi di Ulisse, che vi approdò spinto dal mare dopo aver fatto anufragio, fino alla seconda guer– ra mondiale, non ci si arrivava che in sogno o per mare, in barche che si tiravano dietro il profumo inquietante dei Paesi Lontani e dell'Avventura. C'erano una volta le feluche dei corsari che dai porti dal nome barbaresco di Fédala, Azemmour, Oualidia o Te– touan -pigliavano il largo nei giorni di bel tempo e non esitavano a spingersi fino alle foci del Tamigi, al largo delle Brumose Coste Inglesi, per abbordare i galeoni, depredarli e poi rapidamente far vela verso le coste della Libera Repubblica dei Pirati, carichi di botti– no e di schiavi cristiani. Molto più a Sud (ma qui la distanza non conta e il tempo importa poco), a partire dalla valle del fiume Draa, le carovane degli uomini blu si muoveva– no con il loro carico d'oro, di spezie, di cuoio, di droghe, di sale. "Carovane venute di sera, carovane partite al mattino, carovane terribilmente stan– che, ubriache di miraggi e adesso di– sp_:_rate. Carovane, ,eoter partire con voi, carovane!". In Marocco giunsero davvero, un bel giorno, strane e variopinte carovane di occidentali: americani, inglesi, tede– schi, danesi, francesi, ragazzi di tutto il 'mondo. Sbarcavano e si ritrovavano alle terrazze dei caffè mori di Tangeri o di Marrakech dove nell'aria ristagna– vano ancora le volute degli spinelli enormi che si erano fatti Kerouac o Ginsberg, viaggiatori d'altre vertigini. •,Era iniziato il Viaggio, il Grande Viaggio. Prima che da un comune Stile di Vita si era uniti dalla "perce– zione" che il "sistema" dovesse crollare da un momento all'altro. Non si era mai visto al mondo, in tante nazioni diverse e nello stesso tempo, una tale IO bE MlbbE E l1N M Un viaggio attraverso alcuni miti alternativi esplosione di desideri e di rivolta. Sem– brava realizzarsi su scala planetaria la frase profetica che Antonin Artaud aveva scritto nei suoi-Messaggi Rivo– luzionari: "Le cose sono giunte a un punto che si può dire che, come in altre epoche la gioventù correva dietro l'a– more, aveva ambizioni di successo ma– teriale, di gloria, oggi essa ha un sogno . di vita; ed è dietro la vita, che essa corre, ma questa vita la insegue, se così si può dire, nella sua essenza: essa vuole sapere perchè la vita è malata, e chi ha imputridito l'idea di vita". S'AVANZA UNO STRANO STU– DENTE Il Marocco divenne qualcosa che an-· dava molto al di là del ~uo s.vatio geografico. Prese la magnifica cons1- i;tènza del fosforo in fusione, immenso 'fo'r~aggio fluorescente che vomitava i più vividi colori. Milioni di Marocco dilatati all'infinito, l'uno accanto al– ·l'altro fitti fitti, orientali, africani, mar– zÌani, galattici, vegetali e bagnati di colori che, dietro di essi, nascondevano ancora infinite possibilità, arabeschi. Le notti di plenilunio ritmate dai tam– buri, per esempio. O le spiagge di un chiarore abbagliante dove finalmente si credette di poter respirare la vita a pieni polmoni. Su quelle spiagge dei paesi del Terzo Mondo (dell'Altro Mondo), bastava socchiudere appena gli occhi per veder sorgere tra raggi di sole le armate angeliche dei "ragazzi selvaggi" in marcia per sconvolgere il mondo, ogni tipo di civiltà e di ideolo– gia. Ma all'orizzonte già si stagliava la figura gigantesca dell'uomo forte Arac– hnid Ben Driss, una specie di fantasti– co Kossiga marocchino chiamato a sterminare le bande dei "ragazzi benzi– na". Con l'ondata hippie arrivarono gli italiani, i capelli lunghi, pantaloni sfrangiati, una camicia marocchina e, naturalmente, il fedele sacco a pelo. Sono più "tormentati" degli america– ni, meno "hip' diciamo. Hanno da digerire ancora lo stufato marxista italiano (medio-italiano) e la pepero– nata cattolica che dalle nostre parti è piuttosto pesantina. In questo sono i figli della Vecchia Europa e non i nipotini di Witman e di Conrad. Claudio si chiedeva quale fosse il suo mondo. Girava con una copia de "L'io diviso" di Laing, un libro tradotto in italiano__QffiQrio in Q.ill:l!'a,pno c_b_e fu decisivo per molti di noi, 1968-69. Pregava il sole (anche lui) di illuminar– lo e di "scacciare i grigi pensieri della fumosa Milano" dalla sua testa. E a contatto con i mille colori di Marra– kech, svanirono come un brutto sogno quei grigi-lunedì mattino: il nodo della sua educazione si ruppe, rivelandogli che non aveva mai vissuto come avreb– be dovuto. Il Marocco fu, per così dire, l'introduzione all'India, e poi al Nepal dove a Kopan avrebbe incontrato i pensieri buddhisti in una lamaseria

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