RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978

paura della follia. Oggi, davanti alla proposta della me– ditazione scattano gli ·stessi meccani– smi. Oppure, di nuovo l'alibi del tem– po. "Mi piacerebbe ma non ho tem– po". Non hai tempo per cosa? Non hai tempo di ritrovarti? Cosa c'è di priori– tario nel mondo occidentale oggi se non quello di trovare noi stessi, il senso della vita. E •chi dice che ritrovare il senso della vita voglia significare la rinuncia alla lotta, alla volontà di trasformare il mondo? Io credo il contrario: il proces– so di trasformazione interiore inserito in una coscienza "sociale" muterà sen– za dubbio le categorie e il senso comu– ne della coscienza trasformandola per dilatazione, per un allargamento co– smico della stessa che possa compren– dere l'interiore e l'esteriore, coscienza del sociale e di sè. La coscienza politica diventa quindi coscienza cosmica non ~uò che essere totalmente rivoluziona– ria. E' evidente che io a questo punto rivendico la mia origine politica che credo per noi occidentali costituisca un punto importante di passaggio insieme all'esperienza psichedelica. Io accetto che un saggio indiano neghi il valore di questa origine ma diffido di chiunque durante la strada della ricer– ca interiore, si distacchi_ totalmente dalle cose del mondo agendo . come se fosse un illuminato ma senza esserlo. Questo comportamento ampiamente praticato dall"'alta borghesia spiritua– le" in tutto il mondo è solo funzionale .al mantenimento- dello stato di cose presenti. Del resto il pensiero comune dei grandi pensatori libertari indiani sostiene la necessità di andare fino in fondo alle esperienze della realtà illu– soria perchè solo vivendole senza riser– ve esiste poi la possibilità di trascender– le. Questo vale anche per l'esperienza sessuale dove al contrario delle religio– ni istituzionali sempre repressive, viene suggerito l'abbandonarsi totale all'e– sperienza sessuale. Questi maestri che quindi non si ricollegano a nessuna scuòla religiosa tradizionale maomet– tana, buddista o cristiana, ripropongo– no il senso profondo delle religioni primitive che erano sessuo-affermative e le sviluppano trascendendole. Il rife– rimento di questi guru va qui quindi al di là delle singole religioni recuperan– do però il valore e l'importanza dei maestri da cui queste stesse religioni hanno origine. Cristo, Budda, Krishna, Maometto, vengono riconosciuti come illuminati vissuti in epoche diverse che hanno portato una testimonianza importan– tissima della loro vita nella coscienza della gente. Ma altra cosa sono le reli ioni che ad essi si richiamano. Infatti Krishnamurti, Rajneesh, Ra– mana Maharshi, Budda, negano l'es– senza della religione istituzionale, pa– triarcale. Nel loro insegnamento quin– di lo stesso termine religioso torna ad acquisire un valore originario, primiti– vo, quando sessualità e religione erano un unico culto. A questo punto, uomo religioso significa uomo spirituale, mentre la spiritualità nelle religioni istituzionali è falsa perchè presuppone la repressione o sublimazione delle energie sessuali senza che queste si manifestino liberamente e compiuta– mente impedendo così una futura pos– sibile e vera trascesa. Per questo oggi è sempre giusta la definizione di Marx della religione come oppio dei popoli perchè Marx RE NUD0/19 non- si riferiva alla spiritualità o all'uo– mo religioso primitivo, bensì al sistema razionale, istituzionale e patriarcale proprio delle religioni dominatrici. Chissà se Marx poteva prevedere del' resto che lui stesso sarebbe sta_toimbal– samato e tradito nel campo dell'ideolo– gia, come Cristo e Budda sono stati imbalsamati e traditi nel campo della religione? .La "Chie.s_a" corn_unista non è forse stata fondata da disce_pol~ seguaci con i loro modelli, le loro verità e le loro condanne? Papa Bonifacio VIII e papa Stalin non nanno tradito in egual misura Cristo e Marx? Andrea V alcarengbi\ (dal libro: "Non Contatesu di noi". Arcana· 1977)

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