RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977

nando questa immagine· ad una forma di socialismo più vasta, più uma~a perchè fatta di rapporti, di attenzioni, di esperienza. Sono d'accordo con lui, lo penso da molti. anni e nÌ1 forzo di mettere in pratica questa dimensione, battendomi anche. Perchè tu stesso, Pino, ette anni fa, vedendo uno che fa le còse che fai tu ade so gli avresti fòrse detto che sbaglia, che non è un compa– gno. Che c'è bisogno di un impegno più preciso, militante, ancora oggi te– mo,se vai a parlare con molti compa– gni di un socialismo con rami alti nel cielo ti becchi l'etichetta di uno che vive fuori dalla realtà, quando non si è addirittura chiamati reazionari e fasci– sti, e devianti." Pino: "Vor,rei precisare una cosa: oggi io sento veramente l'e igenza che i compagni si, confrontino cc;,n questo tipo di problemi, oggi sappiamo che non basta più il fazzoletto al collo, il pugno chi uso e marx: sotto il braccio per di i compagni. Perchè se nel "68 noi m tevamo in discussione il mondo, operartdo anche una rivoluzione cultu– rale, !tre a sfasciare le vetrine, e parla ino dell'amore tra compagni, della ssualità, poi con gli anni il movi ento si è chiuso il cervello, ha rinun iato ai suoi sogni, alla sua im– magiQazione, ma certe cose erano pre– senti tià da allora. Noi siamo rimasti nelle <;>rganizzazioniper sfondare certi muri, per tenere vivo lo spirito e la gioia del '68, invece poi c'è stafo messo un coperchio sopra e la politica è diventata una cosa sempre più ristret– ta, sempre pi~ asfittica, che non vede- va più l'univer o nel suo generale, la metodologia politica ha sostituito pia– no piano i contenuti. Lo strumento ha sostituito il fine. Nel " io lo sapevo perchè stavamo lottando, e credevo che lo sapessero tutti','oggi ho i miei d4bbi. Forse avevamo sogni diversi dentro la testa e pensavamo di stare combatten– do per la stessa cosa. Oggi non ho più papà, nè mamma, nè partito, nè eti– chette, faccio le cose che ritengo più giuste, sperando di incontrarmi coi compagni sulle cose, non sulle parole." Re Nudo: "Mettiamo a fuoco, visto che si dice così, almeno un punto: è vero che non si cambia il mondo gridando viva marx: e viva lénin o andando alle riunioni alla sera, però è altrettanto vero, l'esatto doppio, cioè l'immagine speculare di questa eone - zione, che non si cambia il mondo nemmeno standosene in una stanza piena di incensi a cantare l'hare kri– shna mantra e mangiando riso integra– le. Allora succéde questo, oggi, è anche il motivo per cui ho voluto parlare con voi INSIEME, che c'è per fortuna una tendenza in atto, "detto in soldoni": i tozzi, quelli "della Politica al primo posto" stanno scoprendo il doloroso perçorso del "privato" o del "cosmico". Arrivando perfino a capire che "la politica" sta tra "il privato" e "il cosmico". Invece "quelli dell'.hare kri– shna mantra al primo posto': quelli dell'esperienza psichedelica comincia– no a capire (a trasferire nella concre– tezza la loro voglia di cambiare il mondo interrompe Masi) che il viaggio dall'uomo a dio passa attraver o tante cose, tante pratiche, magari quella ~i abbattere i mm>t che ci costringono nella realtà. Alla fine si potrebbe tal– me.nte rovesciare il solito linguaggio che si dirà che far saltare per aria una fabbrica è un "atto sacro, religioso e spirituale". E cantare un mantra con centinaia di compagni è "un gesto politico". Il vostro "incontro", l'incon– tro di quello-ché Masi e Rocchi hanno rappresentato nel movimento porterà spero, ad altre forme di contaminazio– ne e di sovversione, e di confusione anche magari! Allora il giorno in cui "i politici sballeranno" e ·gli "sballati" faranno politica ... sarà un po' "colpa" vostra, per questo ho voluto incontrar– vi insieme."

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