RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976

38 capitava a tiro, senza avere fat– to neppure i conti con i nostri desideri reali, e con i nostri comportamenti. Messici a pensare, ci siamo detti che effettivamente il no– stro fare politica era una roba un po' ambigua, non chiara fino in fondo, e poi che a stare tra noialtri maschietti siamo dei di– sastri, e più o meno siam buoni solo a far gare. Desiderosi di scoprire anche in noi contraddizioni dilaceranti, ci siam messi di buzzo buono a tirar fuori tutti i motivi per cui stare al mondo come ci stiamo non ci va gran che e ci costa. E realmente contraddizioni col mondo ce ne abbiamo, però quali esattamente non è ancora chiaro abbastanza. Perchè se le contraddizioni so– no solo che non ci lasciano fare i maschi come vorremmo, che nostro padre oppure altri per lui non ci accettano, che non riÙ– sciamo a trovare un bel lavoro e oltre a tutto neanche una mo– glie perchè queste si mettono a fare le femministe, queste qui non sono contraddizioni che portano molto lontano. E anche se scopriamo che in effetti noi vorremmo un mondo un bel po' diverso, finchè nella barca co– mune noi siamo quelli di gran lunga privilegiati, con possibi– lità di realizzarci e ritagliarci un buon cantuccio, non andiamo molto avanti. L'ipotesi a cui spesso ci rifac– ciamo è che - crisi a parte - la molla in noi del conflitto con il mondo cosi com'è, sia essen– zialmente il bisogno maturato dentro di noi di una vita più bel– la. E q·ui c'è il casino. Perchè fra gli ostacoli a che la vita sia più bella ci siamo anche NOI. Gli ostacoli, la merda, non so– no solo fuori. Sono anche den– tro di noi, radicati nella nostra pancia e nei nostri comporta– menti, e diecimila volte a mag– gior ragione perchè noi siamo I MASCHI. Guardiamoci qui, nell'autoco– scienza. Spalla a spalla, eccoci qui tutti in fila come alla partenza di una corsa, e l'oggetto è sempre di– verso, l'importante è lottare. Con l'altro maschio sembra che non ci possa essere rapporto, se non attraverso un oggetto esterno di amore comune: un partito, un'idea, una squadra di calcio, una donna. Direttamen– te, negli occhi, l'altro uomo è faticoso guardarlo. Sono state le donne a cacciarci qui insieme tra maschi. Possiamo fare lega e tutti soli– dali dirci che le donne sono cat– tive, oppure trovare insieme mi- gliori modi per 'farcele', op.pure metterci a giocare a biliardo. Possiamo metterci a pensare sul serio. Qualche giorno fa diceva uno di noi, rispondendo alla domanda che fare dell'autocoscienza: «scoprire cosa ci nascondiamo tra di noi maschi, per sostener– ci a vicenda nella convinzione della nostra superiorità sulla donna». E cosi finalmente siamo arrivati al nocciolo. Il rapporto tra i maschi come è nel nostro mondo, è insieme violento e ambiguo. La prima cosa è che siamo stati cresciuti nella convinzione che la donna è un essere inferiore. A questo punto il discorso è un po' un ginepraio. Perchè la no– stra ideologia di sinistra ci fa af– fermare senz'altro che non è vero niente che la donna sia in– feriore, e noi non ci sogniamo neanche di pensarlo. Anzi, ci confidiamo che nel fare il filo a una ragazza è semmai una paura bestia, un gran terrore del giudizio, quello ché ci pren– de. Convinti della nostra superiorità sulla donna, ci tocca continua– mente verificarla nella lotta contro gli altri maschi. La don– na giudica della nostra virilità, dicendoci chi ha il cazzo più lungo. Prestazione & Competizione. Al fondo ci sono cose molto an– tiche. Forse l'ira per il fatto che ci sia «anche» la donna, e sia lei a fare i bambini. Desideriamo forse essere uomo e donna in– sieme, essere onnipotenti, e la donna è li con questa chiarezza terribile che un cazzo e due cò– glioni non sono sufficienti. .. E io affermo che il mio cazzo e i miei coglioni sono più impor– tanti della tua figa. Della tua pan.eia. E "tu sei liquido liquido acqua terra fluido fecondità immanen– za, IO sono l'ergersi contro il cielo, la trascendenza, lo sfida– re gli dei. Cultura maschile. Dev'essere una storia molto an– tica. Una sopraffazione di cin– quemila anni fa. E noi siamo qui, adesso, a ve– derci tra maschietti e a guar– darci negli occhi. Ciascuno con una spada al fianco, facciamo fatica a dirci - oggi hai le borse sotto gli occhi, sei stanco? - OPPURE - CHE BELLE COSE CHE DICI? CO– ME SEI DOLCE!!! Potremmo fare l'amore fra noi. Lo facciamo. Questa è una cosa che non ho detto prima, quando dicevo le cose 'che abbiamo fatto': vole– vamo amarci, e un po' a fatica, magari solo a,due a due, ci sia– mo anche riusciti. Però, un momento: se si tratta solo di allargare l'area delle possibili «scopate», lasciamo anche perdere. Fare l'amore anche tra maschi non è 'di per sè' liberatorio: dipende anche da come lo fai, mi sembra. In– somma è un passo, ma non è già la fine della strada. Perchè non sembri che voglio dire cose troppo serie, finirò con una favola - che fatica rac– contare favole a maschi, le fa– vole sono per i bambini, oppure per le donne. Triste per la sua solitudine, Ma– go Merlino attraversava un giorno i boschi di Slumberlan– dia, incazzato con altri maghi per una storia di corte, e infeli– ce per Viviana, che proprio non se lo filava. Giunto sulle rive di un lago, gettò un sasso nell'acqua e si fece inghiottire dai cerchi, finchè non fu sul fondo. In fondo al lago, trovò il castello di re Artù. Passando nell'acqua, arrivò alla porta della sua vec– chia stanza. Nella sua stanza Merlino in– contrò Merlino. Fu una notte complessa, quella che segui, e pare che a un cer– to punto sia stato visto anche il padre di Merlino, altri, che c'e– rano, dicono che ci sia stato un gran via vai di cavalieri, chi in armatura, chi senza. Non vorrei diffondere false voci, ma sem– bra che, proprio sul finire, sia stata vista anche la vecchia mad.re del mago - che pure era già morta da un bel po'. Com'è come non è, venne la fi– ne della notte, e con le luci del– l'alba Merlino si ritrovò sulla spiaggia. Sulla spiaggia ad aspettarlo - aveva appena finito una riunio– ne - c'era Viviana, e pare che fu un bellissimo incontro. Tra– sformatisi entrambi - da vecchi che erano - in giovani bellissimi fecero l'amore per otto giorni e otto notti, nutriti da aironi, con cibo già masticato. La storia finisce qui, ma quanto sia stata lunga la notte di Merli– no davvero non lo so. Anche perchè di mezzo ci si in– filano un sacco di altre storie, p.e. quella del buon Proletariato e di Stato cattivo, o quella del giovane Piacere contro la male– fica Repressione e Senso di Colpa, suo perfido alleato. Paolo

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