RE NUDO - Anno VII - n. 42 - maggio 1976

36 nRCnNnlL:orrRIC& via giulia 167 roma LIBRO BIANCO SUL POP IN ITALIA cronaca di una colonizzazione musicale in un paese mediterraneo -+<~ \_.'.{ ,n -i&.... b(.C Un libro bianco, datato e documentato, con nomi, storia, luoghi, fatti, prece– denti, compromessi e so– gni. Con un dossier su tut– ti i complessi pop italiani e l'elenco aggiornato dei componenti e relativa di– scografia. Parlano i compagni del Movimento Studentesco, le compagne del Movimento femminista, i proletari che hanno occupato le case, uomini dello spettacolo, c o m p a g n i omosessuali, compagni dell'autonomia e dell'area radicale, i fuo– riusciti dalle organizzazioni e altri ancora. Jerry Rubin QUINTO: UCCIDI IL PADRE E LA MADRE memorie di un radicale degli anni '60 introduzione di A. Negri Dopo Do It ! e Siamo tan– ti, il nuovo libro-confessio– ne del leader americano creatore del partito Yippie. lungo, saranno presto dimenti– cati." "Venite a trovarmi tra mille an– ni, e ne riparleremo." Questa serrata difesa del pro– prio io, si fa sempre più esaspe– rata in Majakovski, avvicinan– dosi il suicidio. Egli sente l'iso– lamento politico e la crescita attorno a sé della "merda pietri– ficata" (come la definì). Sente anche la fine delle radici rivolu– zionarie della stessa ideologia del lavoro. Nel poema "Bene!" aveva scritto: Il lavoro è duro, il lavoro ci affatica, non avremo paga ma noi lavoriamo per creare una grande epopea. Sopportando ogni disagio, lavoreremo perché la vita, accelerando la ruota dei giorni, cç>rra in una marcia d'acciaio nei nostri vagoni attraverso le steppe, verso le nostre città àssiderate. "Ehi, zietto, cosa fa qui tanta gente?" "Fa il socialismo: il libero lavoro degli uomini liberamente riuniti." Il "libero lavoro degli uomini": eppure già dalla NEP, dovette essergli chiaro come questo la– voro acquistasse per una ne– cessità non del tutto oscura, un carattere anche repressivo .. I suoi manifesti per le fabbriche, che sono non a caso anche i meno majakovskiani di tutti (dal punto di vista formale) e di cui si . limitò a scrivere gli slogan, sono abbastanza istruttivi a riguardo: "Non arrivare in ritardo nean– "l:he d'un minuto" "Caccia i menefreghisti dalla produzione" "Chiacchierare, è rubare tempo al lavoro" "Gridiamo: abbasso gli ubriaco– ni!" "Sabotatori e fannulloni saran– no espulsi" scrive: Nessuna fatica ci fa paura Noi lanciamo in avanti la loco– motiva del lavoro ... Ma ecco, di colpo, ecco di colpo, la notizia pesante una t9nnella– ta: la morte di Lenin." Da allora, Majakovski apparve al Partito sempre un po' troppo rivoluzionario: "L'hanno perse– guitato-sino al giorno della sua morte. Le sue opere erano pub– blicate con tirature insufficienti, i suoi libri e i suoi ritratti erano tolti dalle biblioteche ... " (Elsa Triolet). Da allora cercò per contrappeso di mostrarsi legato alla classe operaia e al Partito, di rivendicare i suoi meriti rivo– luzionari, fino all'esposizione di "20 anni di lavoro", una mostra in cui si delineava il profilo in– terno del suo rapporto politico con le masse e il partito. Arrivò al punto di sciogliere il LEF e Tentativi d'aderire ai Partito, con dolore, dove il tipico mes– saggio Majakovskiano, la sua propaganda anti-borghese e provocatoria, si muta nel suo contrario: lo slogan intimidato– rio sotto l'apparenza dell' "edu– cazione socialista", un implicito riconoscimento che la stagione del "libero lavoro degli uomini liberamente riuniti", volge al termine. Nel "Poema di Lenin" , d'entrare nel RAPP: il primo era un organismo fondato da IUI stesso e che raggruppava di– ciamo cosi, l'avanguardia; il se– condo era invece l'Associazio– ne degli scrittori proletari che .aveva una linea del tutto oppo. sta e già "di Stato". Dopo di che, sistemati gli ultimi illusori conti, Majakovski si spara: "Il canotto dell'amore - scrive nel suo ultimo messaggio - s'è spezzato contro la vita quotidia– na". "J'aime" (Amo) era il poe– ma ch'egli aveva scritto nel '2-1 quando aveva già notevoli pro– blemi con le Edizioni di Stato, anno dell'inizio della NEP, anno della rivolta di Krondstadt. Il canotto dell'amore s'è spezzato perché la vita quotidiana s'era intrisa della vita del partito, del– la vita ideologica dei Partito ("obbedisco, lavoro"). Oggi so– gniamo che contro la vita quiti– diana si spezzi il canotto del Partito del Lavoro.

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