Guglielmo Ferrero - Le origini della guerra presente

N. 7 • 1 febbraio 1915 PUBBLICAZIOSNEETTIMANALE ContoCorrenteconla osta

PROBLEMI ITlìLilìNI VII. B bh1tt•ca Gino Bianco

PROBLEMI ITfiLIRNI VII. GUGLIELMOfERRE11g. -$ LE ORIGIM DELLf'iou@RRf'i Q.J PRCSE;~E ~ 1R MILF'iNO RflVr\ & C. - EDITORI 1916 B blioteca Gino Bianco

PROPRJETA RISERVATA TIP.LIT.RIPALTA·MILANO Biblioteca Gino Bianco

La guerraeuropeae i suoi responsabili secondo i documenti diplomatici. Accusato dai suoi nemici di aver voluta e suscitata la guerra europea, il governo tedesco si è difeso riversando la responsabilità della catastrofe su la Russia e l'Inghilterra. Alla loro volta i nemici d_dla Ger_mania hanno confutate queste accuse e da sei mesi continue discussioni altrettanto fervide quanto confuse agitano lo spirito pubblico di tutti i paesi dell'Europa e deìl'America. Nè • poteva esserJ;! diversamente. Sebbene già numerosi, i documenti che abbiamo a nostra disposizione per stabilire le responsabilità si prestano a interpretazioni diverse, e da eSSJ;!appunto gli interessi e le passioni politiche traggono argomenti in appoggio alle tesi più opposte. Dovremo perciò concludere che il problema delle responsabilità, (grave peso sulla coscienza del mondo civile), non può almeno· per ora, esser risolto? Sarebbe forse dir troppo. Tra i documenti che possediamo, ve ne hanno alcuni di assoluta autenticità : sono i documenti diplomatici, pubblicati dai governi tedesco, inglese, francese _e russo (1). Se, limitando la indagine all'esame di questi documenti, riuscis- (I) Il governo tedesco ha pubblicato un Libro bianco, lo ha fatto tradurre in più lingue e diffondere in tutto il mondo; io mi sono ser• vito della versione inglese edita a Berlino col titolo The German IVhite Book : the only authorized translation (Berlino, Liebheit & Thiesen). La citerò con la sigla Germ. Il governo inglese ha pubblicato tre White papers: !t!iscel/aneous n. 6 (191.,4) (Cd. 7467), /lfiscellaneous n. 8 (1914) [Cd. 7445], Miscellaneous n. 10 (1914) [Cd. 7596]; pubblica• zioni riunite anche sotto il titolo Great Britain and lire E11ropea11Crisis

-6simo a fermare il momento in cui la guerra generale divenne inevitabile, potremmo lusingarci di aver gettato un po' più di luce su quèsta terribile questione delle responsabilità. Questo tenteremo di fare. Senza disconoscere il valore delle altre testimonianze che sono a nostra disposizione, non terremo conto che dèi documenti dip!Òmatici pubblicati fino ad ora dai governi di Germania, d'Inghilterra, di Francia e di Russia e in essi cercheremo di studiare le oscillazioni della politica delle grandi potenze, dal 23 luglio in poi, senza spuanza di penetrare il mistero delle intenzioni, ma con l'intendimento di scoprire, se è possibile, l'atto decisivo che ha scatenato la guerra generale. E se arriveremo a scoprirlo, avremo il diritto di considèrare come responsabile della conflagrazione la Potenza che avrà compiuto quell'atto. L'ultimatumdell'Austriae la Iniziativa Inglese per !~ pace (23 luglio). Il 23 luglio 1914 l'Austria-Ungheria rimetteva alla Serbia la nota che ha suscitata la guerra. Quella nota produsse la più profonda impressione in tutta l'Europa; parve infatti che essa avesse carattere particolarmentè grave, non soltanto per le domande che racchiudeva, ma anche per il termine brevissimo di tempo che conCèdeva per la risposta alla Serbia. Tanto più evidente (London) dove i documenti sono accompagnati da un'esposizione storica dei fatti che hanno preceduto immediatamente la guerra europea. Citerò la pubblicazione inglese con la sigla G. B. Il governo russo ha 'pubblicato 1:n Libro arancione col titolo Recueil de documents diplomatiques: Négociations ayant précédé la guerre (Pctrograd, impr. de l'Etat); libro che fu edito anche a Londra, a cura del governo britannico, in una versione inglese, e che nelle pagine seguenti verrà citato con la sigla Russ. Con la sigla Frane. si cita finalmente li Libro giallo pubblicato dal governo francese sotto il titolo Documents diplomaHques: la guerre européenne (Paris, lmpr. natlonale). B bhoteca Gino Bianco

- 7sembrò l'intenzione di ottenere per sorpresa un grande successo diplomatico sulla Serbia e sulla Russia, in quanto il Governo austriaco aveva cercato di far credere alle Potenze della Triplice Intesa che la nota sarebbe stata conciliante e moderata. Ma se la sorpresa non fosse riuscita, se la Russia si fosse rifiutata di abbandonare la Serbia al suo destino, l'Europa non sarebbe stata essa esposta al pericolo di una guerra generale? Il 24 luglio Sir Edward Grey lo disse molto chiaramente all'ambasciatore d'Austria che si era recato da lui a rimettergli il testo dell'ultimatum. Pur riconoscendo che nella questione dell'assassinio dell'arciduca l'Austria aveva diritto alla simpatia degli altri paesi, Sir Edward Grey dichiarò che non mai prima aveva visto uno Stato indipendente indirizzare ad un altro Stato indipendente un documento cosl terribile ( « of so formidable a character n). Aggiunse che l'Inghilterra avrebbe potuto disinteressarsi dal conflitto finchè esso fosse rimasto limitato ali' Austria e alla Serbia; ma che se anche la Russia vi si fosse implicata, l 'lnghilterra avrebbe cercato di mettersi in comunicazione con le altre Potenze per vedere quel che fosse il caso di fare (G. B. 5). Lo stesso giorno, prima di parlare con l'ambasciatore di Germania, Sir E. Grey espose al rappresentante di Francia questo suo punto di vista. e con lui precisò il proprio disegno : proporre alla Francia, alla Germania e all'Italia di unirsi all'Inghilterra per agire d'accordo e contemporaneamente a Vienna e a Pietroburgo in senso favorevole alla pace. L'ambasciatore di Francia sig. Cambon, approvò, ma fece osservare come fosse impossibile agire a Pietroburgo, prima che la Russia avesse manifestata un'opinione o avesse compiuta un'azione qualsiasi. Senonchè il termine di tempo dato dall'Austria era cosi breve che riusciva quasi impossibile accomodare le cose prima eh' esso scadesse; e se, scaduto il termine, l'Austria avesse dichiarato la guerra alla Serbia, la Russia sarebbe stata costretta dall'opinione pubblica ad agire. Dunque la cosa più urgente era convincere l'Austria della necessità di prolungare il termine alla Serbia e una sola Potenza poteva ottenere ciò dall'Austria : la Germania. Queste osservazioni parvero giustissime a Bibl"oteca Gmo Bianco

-8Sir E. Grey, che di esse tènne conto nel colloquio avuto il giorno stesso con l'ambasciatore di Germania. Gli disse che se le relazioni fra la Russia e l'Austria assumevano un carattere minaccioso egli non vedeva altro mezzo per salvarè la pace che un intervento delle quattro Potenze a Vienna e a Pietroburgo; aggiunse che per il momento urgeva convincere l'Austria di non compiere nessun atto decisivo dopo spirato il termine; e prègò il governo tedesco di assumersi questo compito (G. B. 1O; Frane. 32, 33). Prime dichiarazioni della Germania,dell'Austria, della Russia (24 lu• glio). Dunque il 24 luglio, non appena aperta la crisi, l'Inghilterra aveva cominciata la sua opera di pace cercando di assicurarsi l'appoggio della Germania per preparare un'opera comune. Che facevano in quello stesso giorno la Germania, l'Austria-Ungheria è la Russia? Il Governo germanico ha sempre affermato di non aver conosciuta la nota austriaca prima della sua pubblicazione, e di esser stato sorpreso, come tutte le Potenze della Triplice Intèsa, di questa mossa della sua alleata. Dobbiamo convenire che nessun documento fino ad oggi ha contraddetto in modo assoluto a questa affermazione; ma resta pur sempre strano che se il Governo tedesco non era al corrente di quel che stava per succedere, la Cancelleria imperiale potesse, gia il 23, cioè il giorno stesso in cui l'ultimatum venne consegnato alla Serbia, inviare la lunga nota che if 24 fu comunicata ai gabinetti di Parigi, Londra e Pietroburgo. Dopo un'apologia dell'Austria e della sua azione, la nota definiva il punto di vista tedesco con sufficiente chiarezza : « Il Governo imperiale desidera affermare con la massima energia che si tratta di un conflitto nel quale l'Austria-Ungheria e la Serbia sono le sole interessate e che le grandi Potenze devono fare il possibile B blioteca Gino B1dnco

-9perchè esso si limiti a questi due Stati. Il Governo imperiale desidera la localizzazione del conflitto perchè I'intervento di un'altra Potenza potrebbe per via delle alleanze condurre a conseguenze incalcolabili » (G. B. 9; Germ. 1 ; Frane. 28). Mentre l'Inghilterra cerca dunque di procurare un intervento delle Potenze, la Germania si afferma subito per il principio della localizzazione del conflitto, la quale era particolarmente favorevole agli interessi dell'Austria, e cerca di imporre questo principio con la minaccia velata ma, già abbastanza chiara delle «conseguenze incalcolabili». L'AustriaUngheria, per contro, cerca di rassicurare con promesse la Russia. II 24 il conte Berchtold ha un colloquio molto cordiale con l'incaricato della Russia a Vienna, e gli dichiara che l'Austria-Ungheria non si propone in nessun modo di impadronirsi di territori serbi o di alterare l'equilibrio nei Balcani, ma che intende soltanto di finirla con gli intrighi de!la Serbia (Germ. 2). Non sembra peraltro che nè le minaccie velate della nota tedesca, nè le assicurazioni tranquillanti àel conte Berchtold avessero prodotto il 24 luglio un effetto qualsiasi sul governo russo. L'ambasciatore di Germania a Pietroburgo discute la nota del suo governo con Sazonoff, ma senza riuscire a convincerlo. Sazonoff gli dichiarò recisamente (most positively) che la Russia non avrebbe mai a nessun patto acconsentito a lasciar sole l'Austria e la Serbia a sbrigare la loro vertenza ( Germ. 4) e lo stesso giorno domandò ali' Austria di prolungare il termine per la risposta all'ultimatum. II dispaccio del 24 al! 'incaricato d'affari russo a Vienna riassume cosl chiaramente i! punto di vista russo che bisogna leggerne il testo. « Vogliate rirerire al Ministro d'Austria-Ungheria a Vienna quanto segue: « La comunicazione del governo austro-ungarico alle Potenze il giorno dopo la presentazione dell'ultimatum a Belgrado, lascia alle Potenze uno spazio di tempo affatto insufficiente per qualsiasi mossa utile ad appianare le complicazioni insorte. « Per prevenire le conseguenze incalcolabili ed egualmente nefaste per tutte le Potenze che possono derivare dal modo di agire del governo austro-ungarico, ci sembra anzi tutto indispensabile che sia prolungato il termine di tempo accordato alla Serbia per la risposta. Poichè l'Austria-Ungheria si dichiara disposta a informare le Potenze Biblioteca Gino 81dnco

- 10 - dei dati sui quali il governo imperiale e reale basa le sue accuse, essa dovrebbe anche dare ad esse il tempo di esaminarli. « Cosl, se le Potenze si convincessero del giusto fondamento di alcune delle esigenze austriache, sarebbero in grado di far giungere al governo serbo gli opportuni consigli. « Un rifiuto di prolungare il termine dell'ultimatum toglierebbe ogni \'&!ore al passo del governo austro-ungarico presso le Potenze e sarebbe in contraddizione con tutti i fondamenti delle relazioni internazionali.» (Comunicato a Londra, Roms, Parigi, Belgrado. - Sazonoff.) Il punto di vista russo era dunque diametralmente opposto al punto di vista tedesco : la Germania sosteneva che le altre Potenze non dovevano immischiarsi nel conflitto austro-serbo; la Russia rispondeva che il conflitto interessava tutta l'Europa. Bisognava pertanto discutere queste due tesi; ma percib e per tentare di conciliarle occorreva· tempo. Questo la Russia, l'Inghilterra e la Francia domandavano ali' Austria, nè la richiesta pub parere eccessiva se pensiamo che si trattava della. pacè del mondo. Contegno oscillante degli Imperi centrali (25 lu• gllo)._ Ma la sorte toccata a questa ragionevole richiesta fu assai curiosa. II 25 si verificb una singolare inversione di parti tra la Germania e l'Austria. La Germania, che il 24 aveva affermato il principio della localizzazione del conflitto con una rudezza minacciosa, il 25 sembra invece disposta a un ottimismo ondeggiante, indolente, procrastinatore che per diversi giorni caratterizzò la politica tedesca. Era l'effetto delle dichiarazioni cosi nette e precise di Sazonoff ali 'ambasciatore di Germania? O c'era stato a Berlino un momento di esitazione e· di perplessità? O forse si volevano calmare le nascenti inquietudini? Certo è che il 25 luglio il ministro prussiano degli affari esteri sig. Jagow dichiarb ali 'ambasciatore d'Inghilterra a Berlino che il Governo imperiale acconsentiva a trasmettere a Vienna la domanda russa Bibliotec2 Gino Bianco

per un prolungamento del termine, pur dubitando che la domanda potesse arrivare in tempo. Sogg:unse che le dichiarazioni del conte Berchto!d sull'intenzione dell 'Austria calmerebbero l'opinione russa; cercò di dimostrare all'ambasciatore che un attacco del!' Austria contro la Serbia non avrebbe, secondo le dichiarazioni del conte Berchtold, condotto a una guerra generale; si mostrò persuaso che in tutti i casi il conflitto sarebbe rimasto localizzato; dichiarò che la Germania non voleva la guerra e che era pronta ad agire a Vienna e a Pietroburgo .non appena le relazioni fra Austria e Russia avessero minacciato rottura. Ammise finalmente che la nota austriaca lasciava a desiderare come documento diplomatico, ma negò di averne avuto conoscenza prima della pubblicazione. Le stesse cose il sig. Jagow ripetè all'incaricato d 'affari russo (G. B. 13, Frane. 41-43). Insomma, se lo si paragona alla nota del 23 il linguaggio della Germania sembra conciliante. In quello stesso giorno, alle 12, l 'ambasciatore di Germania a Parigi va al Quai d 'Orsay per protestare contro un articolo dell 'Eeho de Paris chti qualificava come « minaccia tedesca n la comunicazione del giorno precedente sulle cc conseguenze incalcolabili n dell'intervento di una qualsiasi Potenza nel conflitto austro-serbo. Non v'era stato alcun « accordo n tra l'Austria e la Germania, nè alcuna e< minaccia tedesca n : il Governo germanico si era limitato a dichiarare che reputava desiderabile la localizzazione del conflitto (Frane. 36). Disgraziatamente, la precisione e la risolutezza che in quel momento sembrano venir meno nella politica tedesca, si affermano invece nella politica austriaca, che il giorno precedente pareva desiderosa di tener conto delle suscettibilità della Russia. Il 25 l'Austria rifiuta categoricamente alla Russia di prolungare il termine per la risposta. Quel giorno il conte Berchtold aveva pensato bene di recarsi ad Ischi, e l'incaricato d'affari russo, il signor Koudachew non potè quindi rimettergli il dispaccio del suo governo ma dovette telegrafarglielo (Russ. 11, Frane. 43). La risposta fu negativa ( Russ. I2). Per mitigare l'impressione di quel rifiuto, I'f!mbasciatore d'Austria a Londra affermava B•blioteca Gino Bianco

- 12 - lo stesso giorno a Sir E. Grey, che il suo Governo, se la risposta della Serbia non fosse stata soddisfaeente, avrebbe bensl richiamato il proprio ministro da Belgrado, ma senza perciò iniziare operazioni -militari, limitandosi a cominciare i preparativi. Le propostedi Sir Edward Crey (24-25 lugllo). Sir Edward Grey. come tutti del resto, non credeva che la Serbia si sarebbe sottomtssa all'ultimatum austriaco. Ma dal momento in cui seppe che l'Austria-Ungheria si ricusava di prolungare il termine. non dubitò che tra poche ore la rottura diplomatica fra i due paesi sarebbe stata un fatto compiuto, il quale avrebbe portato di conseguenza la mobilitazione dell'Austria e della Russia. Di front~ a tale situazione non volle perder tempo : e veramente non era il caso di indugiare. Non appena uscito l'ambasciatore ·d'Austria, egli si rivolse ali 'ambasciatore di Germania. Gli disse che I'Austria-Ungheria e la Russia avrebbero mobilitato da un momento all'altro, e gli pr~cisò il piano d'azione ch'egli proponeva per salvare la pace europea. Dovevano, cioè le quattro grandi Potenze impegnarsi vicendevolmente a non mobilitare, e unirsi per chiedere alla Russia e ali' Austria di astenersi da ogni atto di ostilità mentre le Potenze stesse avrebbero cercato di trovare un terreno di conciliazione. Il ministro ingles!! chiese con viva istanza l'attiva collaborazione della Germania, dimostrando che senza di essa nessuna azione seria in favore della pace era possibile. L'ambasciatore di Germania, principe Lichnowsky gli lesse da prima un dispaccio del ministro Jagow il quale affermava che il Governo tedesco non aveva conosciuto la nota austriaca prima della sua consegna, ma che avvenuta oramai la consegna, la Germania si sentiva obbligata ad appoggiare la sua alleata. Riconobbe poi che l'Austria-Ungheria poteva accettare la proposta inglese poichè si trattava di una mediazione delle grandi Potenze frp la R~ssia e I' Aµ$tria, e non di B blioteca Gino Bianco

- 13 - una mediazione fra l'Austria-V ngheria e la Serbia. Dichiarò dunque di approvarla (G. B. 26, Russ. 22). Aveva ben avuto ragione Sir Edward Grey di non indugiare a fare questo passo presso il rappresentante della Germania, perchè le sue previsioni, pessimistiche fin dal primo momento, non tardarono a realizzarsi. Il 25 il ministro d'Austria abbandonava Belgrado: rottura di rapporti diplomatici tanto più grave in quanto la Strbia aveva dato alla nota austriaca una risposta assai più conciliante di quel che avessero sperato le Potenze dell 'lntesa. La Se;bia aveva accettato quasi completamente la nota austriaca: che se l'Austria non aveva trovato soddisfacente la risposta pretestando di non poter credere alla sincerità di essa, era perchè voleva ad ogni costo l'azione guerresca, ossia voleva modificare l'equilibrio nei Balcani. Questa fu la conclusione che ne trassero gli spettatori disinteressati (G. B. 41). Intanto erano passati due giorni e le Cancellerie di Europa avevano molto discusso ma nulla concluso. Come Sir E. Grey aveva previsto, l'Austria cominciava a mobilizzare .una parte del suo esercito (Russ 24) e la Russia prendeva le prime disposizioni analoghe al confine austriaco (Germ. 23). Occorreva dunque agire senza indugio. Il 26 Sir E. Grey presentò ai Gaoinetti di Roma, Parigi e Berlino una proposta ufficiale : gli ambasciatori d'Italia, Francia e Germania si sarebbero riuniti a Londra con lui, per cercare una soluzione pacifica del conflitto, richiedendo a Belgrado, Vienna e Pietroburgo di sospendere tutte le operazioni militari· fino al termine della conferenza (G. B. 36). _Le proposte di Sazonoff (26 lugllo). Lo stesso giorno Sazonoff elaborava un altro progetto : un colloquio diretto tra Vienna e Pietroburgo. E telegrafava il 26 all'ambasciatore di Russia a Vienna (Russ. 25): « Ho avuto oggi un lungo e amichevole' colloquio con l'am• basciatore d'Austria-Ungheria. Dopo avere esaminato con lui le dieci riBibli':lteca Gino Bianco

- 14 chieste rivolte alla Serbia, gli ho fatto osservare che, lasciando da parte la forma poco abile nella quale erano state presentate, alcune di esse sono impossibili, anche se il Governo Serbo d:chiarasse di accet• tarle. Cosi, per esempio, le richieste 9 -: 2 non potrebbero essere messe in esecuzione senza un rimaneggiamento delle leggi serbe sulla stampa e sulle associazioni, rimaneggiamento per il qual~ difficilmente si potrebbe ottenere il consenso della Scupcina. Quanto all'erfettuazionc delle richieste 4 e 5, essa potrebbe avere conseguenze pericolosissime e perfino dar luogo ad atti di terrorismo contro i membri della Real Casa e contro Pasich, ciò che non è certo nell'intenzione dell'Austria. Per quel che riguarda gli altri punti, mi sembra ·che con qualche mutamento nei particolari non sarebbe diflìcile trovare un terreno d'intesa, se le accuse si dimostrassero confermate da prove suf· flcienti. « Nell'interesse del mantenimento della pace, che a detta di Szapary è preziosa Jier l'Austria non meno che per tutte le Potenze, sarebbe necessario metter fine il più presto possibile alla tenzone odierna. A . questo fine, mi sembrerebbe molto utile che l'ambasciatore d'AustriaUngheria fosse autorizzato a entrare con me in uno scambio di vedute privato per rimaneggiare insieme alcuni articoli della nota austriaca del IO (23) luglio. Questo ci permetterebbe forse di trovare una formula che la Serbia, potrebbe accettare, pur dando soddisfazione all'Austria quanto alla sostanza delle sue richieste. Pregovi avere una spiegazione prudente e amichevole nel senso di questo telegramma col .Ministro dc• gli Affari esteri. » {Comunicato agli Ambasciatori in Germania, in Francia, in Inghilterra e In ltalla). Il progetto di Sir E. Grey e quello del Sig. Sazonoff erano divèrsi e potevano anche nuocersi l'un l'altro in un momento così critico in cui bisognava non perdere un minuto, nè dividere gli sforzi; ma tutti e due provano almeno quanto l'Inghilterra e la Russia desiderassero la soluzione pacifica. Atteggiamenti contraddlt• tori della Germania (26· 27 luglio). Che fa in quello sttsso giorno ii Governo tedesco? Gli avvenimenti del 25 non hanno scosso il suo ottimismo, ma il suo atteggiamento cambia ancora una volta. Il 24 la Germania sembra voler imporre alla Russia con minaccie velate la localizzazione del conflitto; Biblioteca Gino 81dne,o

15 il 25 si era rinchiusa in una formula di ottimismo passivo, dichiarando che in caso di grave pericolo per la pace europea avrebbe consentito a intervenire con le altre Potenze fra la Russia e l'Austria; il 26 invece essa ritorna alla sua prima idea di indurre la Russia ad abbandonare la Serbia alla sua sorte. Ma adotta un procedimento più cortese : non minaccia p1u; afferma di volere la pace, e che il suo desiderio di pace non è nemmeno diminuito dalle prime notizie della mobilitazione russa, le quali cominciano in quel giorno ad arrivare a Berlino (Germ. 6, 7, 8). Tuttavia si sforza di convincere Londra, Parigi e Pietroburgo che, avendo l'Austria dichiarato di non avere verso la Serbia ambizioni territoriali, la Russia non ha più nessuna ragione di intervenire. Tutta la responsabilita di una conflagrazione europea sarebbe ricaduta cosi sulla Russia, se essa avesse persistito nel suo atteggiamento. E' la stessa tesi che il Sottosegretario tedesco per gli affari esteri, Zimmermann, svolge il 26 all 'incarioato d'affari inglese : il Sig. Sazonoff ha dichiarato all'ambasciatore di Germania che la Russia non potrebbe rimanere indifferente se l'Austria si annettesse una parte del territorio serbo; ma l'Austria non ha affatto questa intenzione; dunque ... (G. B. 33). Ed in quel giorno medesimo il Cancelliere dell'Impero fa presentare ai Gabinetti di Londra e di Parigi la stessa tesi pregandoli di appoggiarla a Pietroburgo. (Germ. 10, 10, Frane. 56). E' interessante leggerè nel libro russo come l'ambasciatore di Germania a Parigi ha adempiuto alla sua missione: « Oggi l'ambasciatore di Germsnia, in una nuova visita al reggente il Ministero degli affari esteri, gli ha !etto le seguenti dichiarazioni : « L'Austria ha dichiarato alla Russia ch'essa non aspira ad acquisti territoriali e che non minaccia l'integrità della Serbia. Suo unico flne è di assicurare la propria tranquillità. In conseguenza dipende dalla Russia di evitare la guerra. La Germania si sente solidale con la Francia nel desiderio fervidissimo di man:enere la pace e spera fermamente che la Prancia si varrà della propria influenza a Pietroburgo in senso moderatore. « Il Minist~o fece osservare che la Germania avrebbe potuto dal canto suo fare qualche passo analogo a Vienna, sopratutto di fronte · allo spirito di conciliazione di cui ha dato prova la Serbia. L'ambasciaBiblioteca Gino Bicmco

- 16 - tore rispose con esser questo possibile, dat11 fa risoluzione presa di non immischiarsi nel conflitto austro-serbo. Allora il Ministro domandò se le quattro Potenze - Inghilterra, Germania, Italia e Francia - non avrebbero potuto tentare qualche passo a Pietroburgo e a Vienna, poichè la questione si riduceva insomma tra Russia e Austria. L'ambasciatore allegò la mancanza di istruzioni. Finalmente il Ministro rifiutò di aderire alla proposta tedesca.» Sevastopulo. Se questa tesi non era un espediente per procrastinare, bisogna ammettere che la Germania fu il 26 vittima di una singolare illusione. Ciò che essa chiedeva con cosi ingenua bonarieta altro non era che la totale capitolazione della Russia: come già nel 1909, la Russia avrebbe pagato tutte le spese della pace europea, e la Germania sarebbe uscita da questa crisi con un trionfo diplomatico. Non può quindi sorprendere che la mossa tedesca sia fallita. Londra e Parigi risposero che per salvare la pace bisognava agire, non a Pietroburgo ma a Vienna (G. B. 46, Russ. 28, Frane. 56), e unico risultato di tutte queste discussioni fu che si perdette ancora un po' di tempo. La Germania discorde dal• le altre grandi Potenze (27 luglio). In quel momento, per salvare la pace, non v'era che un mezzo: accettare senz'indugio, sinceramente, il progetto inglese. Questo aveva fatto l 'ltalia fino dal 26. (G. B. 35). Il 27 la Francia dava la sua adesione (G. B. 51), e la Russia dichiarava che se -il progetto di « spiegazioni dirette con il Gabinetto era irrealizzabile >> essa era pronta ad « accettare la proposta inglese o qualsiasi altra atta a risolvere favorevolmente il conflitto n (Russ. 32). Non mancava dunque più che l'adesione della Germania, e la pace mondiale' sarebbe stata salvata, forse. Ma la Germania, il 27, respinse la proposta inglese, dopo alcune contraddizioni inesplicabili. Il Sig. Cambon, ambasciatore di Francia a Berlino, telegrafa di aver parB.blloteca Gino Bianco

- 17 ~ lato il 27 col Sig. Jagow della proposta inglese (Frane. 67) : « Gli ho fatto osservare che la proposta di Sir E. Grey apriva un adito alla conclusione pacifica. Il Sig. Jagow mi ha risposto che egli era disposto a mettersi per quella via; ma mi ha fatto rilevare che se la Russia mobilizzava, la Germania sarebbe stata costretta a mobilizzare immediatamente. Gli ho chiesto Sfi la Germania si sarebbe creduta obbligata a mobilizzare nel caso che la Russia avesse mobilizzato solo al confine austriaco. Mi disse di no, e mi autorizzò formalmente a farvi conoscere questa restrizione ». Lo stesso giorno Sir E. Grey t~legrafa all'ambasciatore inglese a Berlino (G. B. 46): « L'ambasciatore di Germania mi ha informato che il Governo tedesco accetta in massima la mediazione delle quattro Potenze fra l'Austria e la Russia, con riserva naturalmente del suo diritto di aiutare l'Austria, se l'Austria venisse attaccata ». Dunque il Governo tedesco sembrava ben disposto. Ma quando Sir E. Goschen, amoasciatore d'Inghilterra, ritornato in quel giorno stesso a Berlino, si recò dal Sig. Jagow, ricevette una risposta ufficialt molto diversa. Il Sig. Jagow dichiarò all'ambasciatore d'Inghilterra che la conferenza proposta sarebbe stata di fatto una corte arbitrale, e che a lui sembrava impossibile di convocare una corte arbitrale per giudicare le controversie austro-russt se la Russia e l'Austria non la chiedevano. Invano l'ambasciatore si studiò di dimostrargli che la conferenza proposta dall'Inghilterra nulla aveva a che fare con una corte arbitrale : il ministro tedesco non si lasciò persuadere. e aggiunse che poichè I' Austria e la Russia volevano parlare direttamente fra loro, meglio gli sembrava aspettare l'esito della loro conversazione prima di tentare altre vie. Queste stesse dichiarazioni il Sig. Jagow ripetè lo stesso giorno al Signor Cambon. E' difficile spiegare queste contraddizioni: se non coprivano una mossa, dimostrerebbero che a Berlino lottavano influenze e correnti diverse. Ad ogni modo la diplomazia tedesca ritornava per la circostanza a un giudizio ottimistico della situazione : il pericolo non era urgente, e si poteva aspettare. Eppure, quello stesso B blioteca G no Bia'ìco

18 - giorno l'Austria .dichiarava alle Potenze, che non essendo soddisfacente la risposta della Serbia, essa si preparava a valersi di « mezzi energici », senza precisarli altrimenti. L'ottimismo procrastinatore della Germania può esser giùdicato in diversi modi; ma, fosse o no sincero, il resultato .Pra sempre questo: la Germania paralizzava le Potenze della Triplice Intesa, mentre l'Austria agiva. E' evidente che Francia, Inghilterra è Russia non potevano lasciare che questa situazion.P si prolungasse indefinitamente : e infatti esse intensificarono il 27 i loro sforzi a Vienna e a Berlino. Sir E. Grey domandò all'ambasciatore d'Austria se il suo Governo avesse pensato che fra le conseguenze del suo atto poteva esserci la guerra generale. L'ambasciatore di Russia a Vienna ebbe una lunga conversazione col barone Macchio, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Gli disse che una guçrra fra l'Austria e la Serb:a provocherebbe l'intervento della Russia e la guerra europea; chiese che l'ambasciatore d'Austria a Pietroburgo ricevesse pieni poteri per continuare la discussione col Sig. Sazonoff, il quale dal canto suo avrebbe fatto tutto il possibile pçr convincere la Serbia a dare soddisfazione alle domande giuste dell'Austria. Al tempo stesso il Sig. Sazonoff a Piètroburgo pregava il ministro della guerra di dire all'addetto militare tedesco che la Russia non aveva ancora chiamato sotto le armi nèssun uomo della riserva, eh 'essa avrebbe mol;,ilizzato i distretti di Kiew, Odessa, Mosca e Kazan solamente se l'Austria avesse dichiarato guerra alla Serbia, ma che non avrebbe mobilizzato contro la Germania. L'ambasciatore di Francia a Berlino fece visita al Sig. Jagow e gli propose di far dare a Vienna dalle quattro Potenze il consiglio « di astenersi da qualunquè atto che potesse aggravare la situazione del presente momento ». Finalmente l'incaricato d'affari russo a Berlino si recò dal Sig. Jagow e lo pregò d 'insistère « fortemente » a Viènna perchè la proposta dell'ambasciatore di Russia presso il Governo austro-ungarico fosse accettata. Tutti questi passi ebbero esito negativo. Durante I'intìera giornata dsl 27, a tutti gli sforzi pacifici delle Biblioteca Gino 81,rnco

- 19 - Potenze della Triplice Intesa, la Germania oppone una resistenza passiva, di cui nessun argomento riesce a trionfare. L'amb-asciatore di Germania a Parigi conferisce a lungo sulla situazione col direttore degli affari politici, ma insiste sempre « nell'escludere qualsiasi possibilità di una mediazione o di una conferenza ». II signor Jagow si rifiuta di ra-ccomandarè a Vienna la proposta del signor Sazonoff il qual~ voleva discutere direttamente a Pietroburgo, con 1'Ambasciatore d'Austria investitQ di pieni poteri, la risposta della Serbia; cc non poter egli - diceva - consigliare all'Austria di cedere ». (Russ. 38). Respinge del pari la proposta del sig. Cambon (Russ. 39). L'atteggiamento della Germania è tale che il Governo russo, tanto deferente fino a ·quel momento verso il grande impero vicino comincia a farsi diffidente. <e I miei colloqui con l'ambasciatore di Germania, - (dice il Sig. Sazonoff in un dispaccio spedito il 28 all'ambasciatore di Russia a Londra) - mi c19nfermano nell 'impressione che la Germania è piuttosto favorevole ali 'intransigenza dell'Austria. II Gabinetto di Berlino che avrebbe potuto metter~ un fermo allo svolgersi della crisi, sembra non esèrcitare nessuna azione sulla sua alleata. L'ambasciatore trova insufficiente la risposta della Serbia. Questo atteggiamento tedesco è particolarmente allarmante. Mi sembra che più di qualsiasi altra Potenìa, l'Inghilterra sarebbe in grado di provarsi a influire ancora a Berlino per indurre il Governo tedesco all'azione necessaria. A Berlino indubbiamente è la chiave della situazione ». (Russ. 43). L'Austria dichiara la guerra alla Serbia (28 IU• gllo). Disgraziatamente i timori del Sig. Sazonoff erano molto ben fondati. Quali che fossero le vere intenzioni dèl Governo tedesco, la sua resistenza passiva agli sforzi della Triplice Intesa non poteva, in quelle circostanze, B:blioteca Gino Bianco

- 20 - che favorire sempre più l'audacia ·dell'Austria. E l'Austria infatti risponde il 28 con un rifiuto categorico alla proposta russa, affermando chè la mancanza di sincerita della Serbia erl;! troppo evidente. E infine dichiara la guerra alla Serbia. L'avvenimento temuto si avverava. In cinque giorni, mentre ambasciatori e ministri di tutta l'Europa conferivano senza potèr venire a un 'intesa, le cose erano precipitate con rapidità spaventosa. L'impressione fu profonda; sopratutto a Pietroburgo, dove il Consiglio dei Ministri decise di iniziare il giorno seguente la mobilitazione· nelle circoscrizioni militari di Odessa, Kiew, Mosca e Kazan ; di avvèrtirne per via ufficiale il Gabinetto di Berlino e di ripetergli la dichiarazione che la Russia non aveva nessuna intenzione ostile contro la Germania (G, B. 70, Frane. 95, 96). Questa decisione non poteva del resto sorprendère nè la Germania, nè l'Austria, perchè fino dall'inizio dtlla crisi la Russia aveva dichiarato che se la Serbia fosse stata attaccata essa avrebbe mobilitato al confine austriaco. A Berlino invece, con una nuo.va contraddizione non meno singolare delle precedenti, la dichiarazione di guerra parve produrre in sulle prime un effetto favorevole alle tendenze pacifiche. Il 28 l'imperatore di Germania che questi avvenimenti avevano sorpreso in piena crocièra nei mari del Nord, ritornava a Berlino. Ha egli, appena arrivato, spiegata un 'azione personale in favore della pace? Cominciarono il 28 ad accorgersi in Germania che la situazione era molto grave? La storia un giorno ce lo dira. Certo è che a un tratto, la sera del 28, il Governo tedesco sembra abbandonare questo atteggiamento di resistenza passiva, che il giorno precedente era stato cosi utile alla politica aggressiva dell'Austria, e cosl dannoso alla causa della pace. Il Cancellière dell'Impero prega l'ambasciatore d'Inghiltèrra di andarlo a trovare, e gli mostra ottimi propositi fissando definitivamente l'atteggiamento della Germania di fronte alla proposta inglese. Dice di non poter accettare la conferenza dellè quattro Potenze, perchè questo cc aeropago » di Stati rivali non gli sembra cosa pratica, ma aggiunge che il rifiuto non avrebbe impedito alla Germania di fare il B blioteca Gino Bianco

- 21 - suo possibile per evitare la guerra. E il miglior mezzo per accomodare le cose, secondo il Cancelliere, era la conversazione dirètta tra Vienna e Pietroburgo; perciò egli avrebbe fatto ogni sforzo perchè questa conversazione venisse ripresa. Qualche timore mostrò per la mobilitazionè russa, che poteva metterlo in una situazione difficile « impedendogli di predicare moderazione a Vienna >> ; e finalmente concluse affermando energicamente che « una guerra fra le grandi Potenze doveva essere evitata ». (G. B. 71). Alcune ore dopo, alle 10.45 di sua, l'imperatore di Germania mandava allo Zar un dispaccio. amichevole, rassicurante, ottimista, che terminava così : « Mi rendo conto perfettamente delle difficoltà che il grande movimento della pubblica opinione ha creato a Te e al Tuo Govtrno. Per la cordiale amicizia che da tanto tempo ci unisce, adopererò tutta la mia influenza per indurre l'Austria a intendersi lealmente e mediante un accordo soddisfacentè con la Russia. Spero che Tu mi aiuterai in questi sforzi ». (Germ. 20). La giornata decisiva (29 luglio). « La chiave della situazione è a Berlino >> aveva detto il 28 il Sig. Sazonoff; ed era tanto nel vtro, che bastò questa convèrsazione del Cancelliere con l'ambasciatore d'Inghilterra e insieme il dispaccio dell'imperatore, per rasserènare un istante l'orizzonte. La mattina del 29 l'ambasciatore di Germania a Parigi comunicava al Governo francese, in via of ficiosa, che la Germania persisteva nei « suoi sforzi per indurre il Governo austriaco a. una conversazione amichevole >>. (Frane. 24). Nella stessa ora aveva luogo una conversazione cordialissima tra l'ambasciatore di Germania e il Sig. Sazonoff. Per bene intendere la gravità degli avvenimenti che dovevano seguire verso la fine di quella Stèssa· giornata bisogna leggere il dispaccio col quale il Sig. Sazonoff B1bll-:>tecGa ,no Bia11co

- 22 - dette conto di questa conversazione ali 'ambasciata russa a Berlino: « L'ambasciatore di Germania mi informa a nome del Cancelliere che la Germania non ha mancato di esercitare a Vienna un 'influenza moderatrice e che continuerl in questa sua azione anche dopo la cli• chiarazionc di guerra. Fino a stamani non si ha notizia che le truppe austriache abbiano varcata la frontiera serba. Ho pregato l'ambasciatore di trasmettere al Cancelliere i miei ringraziamenti per il tenore amiche,·ole di questa comunicazione. Lo ho informato elci provvedi• menti militari presi dalla Russia, nessuno dei quali, gli ho detto, era diretto contro la Germania; ho aggiunto che non significavano nemmeno misure aggressive contro l'Austria-Ungheria, ma si spiegavano con la mobilitazione della maggior parte dell'esercito austro-ungarico. Poichè l'ambasciatore si dichiarnva favorevole a spiegazioni dirette fra il Gabinetto di Vienna e noi, gli risposi che ero a ciò dispostissimo purchè i consigli del Gabinetto di Berlino dei quali egli parlava trovassero un'eco a Vienna. « Al tempo stesso accennai che noi eravamo anche ben pronti ad accettare il progetto di una conferenza delle quattro Potenze, progetto col quale sembrava che I~ Germania non simpatizzasse del tutto. • Dissi che, a mio parere, il miglior modo per mettere in opera tutti i mezzi etti a produrre una soluzione pacifica consisterebbe in un'azione parallela delle trattative per una conferenza a quattro (Germania, Francia, Inghilterra, Italia) e per un contatto diretto fra l'AustriaUngheria e la Russia, al modo stesso circa che era stato fatto nei mo• menti più critici della crisi dell'anno scorso. « Dissi all'ambasciatore che dopo le concessioni fatte dalla Serbia non sarebbe stato difficile trovare il terreno per un compromesso, pur· chè ci fosse un po' di buona volontà da parte del!' Austria, e purchè tutte le Potenze si valessero della loro influenza in un senso conciliativ-0. » (Comunicato agli ambasciatori in Inghilterra, in Francia, in Russia, in At1stria e in Italia). Il tono di queste dichiarazioni non poteva ess~r p1u rassicurante. Disgraziatamente qualche ora dopo quèsto colloquio giungeva a Pietroburgo la risposta del conte Berchtold che ricusava di sottoporre a discussione la nota della Serbia. Diveniva dunquè impossibile la conversazione tra Vienna e Piitroburgo consigliata dall 'ambasciatore di Germania. (Russ. 15 e 50). Ma questo contrattempo non scoraggiò nessuno : da tutte le parti si intensificarono gli sforzi per la pace. Il Cancellière del- ! 'impero germanico espresse ali 'ambasciatore d 'Inghilterra il suo vivo rammarico per il rifiuto àell'Austria; ma aggiunse che poichè l'Austria non faceva la guerra se non per garantirsi contro la mancanza di sincerità B blioteca Grno Brdnco

- 23 - dei Serbi, egli aveva consigliato al Governo alleato di precisare Questo suo intendimento con tutta la chiarezza necessaria per rendere imrossibile ogni malinteso. (G. B. 75) Il ministro francese degli esteri, Viviani, telegrafò d'urgenza a Londra che « vista la cessazione delle trattative dirette fra Pietroburgo e Vienna, era necessario che il Gabin~tto di Londra, ripetesse il più presto possibile, sotto un 'altra forma qualsiasi, la sua proposta relativa alla mediazione delle Potenze ». (Russ. 55). L'ambasciatore di Germania a Parigi rinnovò al Sig. Viviani l'assicurazione delle tendenze pacifiche del suo Governo; e avendogli il Sig. Viviani fatto osservare che se la Germania desiderava la pace essa doveva affrettarsi ad aderire alla proposta di mediazione inglese, il barone von Schoen non rispose più, come il 27, con un rifiuto categorico, e si limitò a segnalare certe difficoltà di forma che si opponevano alla mediazione. Le parole « conferenza » o « arbitrato » (egli diceva) spaventerebbero l'Austria. Infine Sir E. Grey rinnovò la sua proposta; e poichè tutte le obbi~zioni della Germania riguardavano più la forma che il principio della conferenza, si dichiarò pronto a lasciare al giudizio della Germania la questione della forma. (G. B. 84, Frane. 98). Strana richiesta del Can• celllere germanico (sera del 29). Quella giornata sembrava insomrP.a propizia alla causa della pace : quando a un tratto, a mezzanotte, arrivò a Londra un dispaccio da Berlino che parve molto strano. L'ambasciatore inglese a Berlino raccontava che il Cancelliere lo aveva fatto chiamare in serata, ventiquattro ore dopo il colloquio tanto soddisfacente della vigilia. Il Cancelliere, veniva allora da Potsdam, e appena ritornato, malgrado l'ora incomoda, aveva disturbato J'innB:bhoteca Gino B1dnco

- 24 - basciatore britannico per domandargli se l'Inghilterra si impegnava a conservare la neutralità in una P.uerra europea, quando la Germania promettesse di rispettare l'Olanda e di non togliere alla Francia altro che le sue colonie. (G. B. 85). L'inquietudine e lo stupore che provarono al Foreign Office leggendo questo dispaccio si immaginano facilmente. Fino allora non si era parlato mai che del conflitto austro-russo e degli sforzi da fare per accomodarlo pacificam~nte; ma ecco, a un tratto, la Germania che, seduta stante, senza nemmeno attendere l'indomani mattina, vuol conoscere l'attitudine del- ! 'Inghilterra nel caso di una guerra generale; eccola precisare perfino le condizioni che avrebbe imposte alla Francia dopo la vittoria. Dunque invece di preoccuparsi per l'accordo tra Russia e Austria, la Germania pensava già ad attaccare la Francia! Dopo le dichiarazioni pacifiche del giorno precedente quest'apertura del Cancelliere non può spiegarsi se non ammettendo che nel convegno di Potsdam, dal quale egli tornava allora, la guerra era già stata virtualmente decisa. Qual 'è stata la causa di un così subitaneo mutamento? Che cosa era dunque successo durante la giornata del 29 luglio? Perchè il Cancelliçre che, la sera del 28, dichiarava all'ambasciatore d'Inghilterra doversi evitare una guerra fra le grandi Potenze, a mezzanottft del 29 già negoziava la neutralità dell 'lnghilterra in una guerra europea ormai decisa? Il puntooscuro. Eccoci al gran mistero di tutta questa terribile storia. E' un fatto ben noto che la difficoltà di penetrare il segreto degli avvenimenti diminuisce quanto più tempo passa : per veder bene occorre avere un certo spazio davanti a sè. Alcuni mesi soltanto ci separano dagli avvenimenti; non numerosi e in molti punti oscuri e certo incompleti sono i documenti messi a nostra disposizione. B•blioteca Gino 81cmco

- 25 - Quella che noi esporremo ora non è dunque che una ipotesi, la quale potrà anche cadere di fronte a nuovi documenti ; pur le ipotesi possono aiutare a scoprire la verità richiamando l'attenzione sui punti che hanno particolarmente bisogno di essere chiariti. Ora il più importante di questi punti oscuri sembra precisamente 11 subitaneo rivolgimento della politica tedesca tra il 28 e il 29 luglio, e 1~cause che possono averlo determinato. Per tentare di chiarire questo punto bisogna, anzi tutto, esaminare, l'uno dopo l'altro. vari documenti che si trovano dispersi nelle quattro raccolte diplomatiche che abbiamo innanzi e cercare di scoprire i rapporti che legano tra loro questi documenti. Cominceremo ~on I'osservare che la comunicazione ufficiale sulla mobilitazione russa sembra esser stata fatta a Berlino il 29 : cosl afferma il libro bianco tedesco, e conferma anche un dispaccio del 29 dell'ambasciatore d'Inghilterra a Berlino. « L'ambasciatore di Russia è ritornato oggi, e ha informato il Governo imperiale che la Russia mobilita in quattro distretti del sud. (Germ. 9, G. B. 76) ». Quindi bisogna leggere il dispaccio inviato il 29 dal sig. Sazonoff all'ambasciatore di Russia a Parigi (Russ. 58): « L'ambasciatore di Germania mi ha oggi comunicato la risolu• zione presa dal suo Governo di mobilitare se la Russia non interrom• pe i suoi preparativi militari. Ora noi li abbiamo incominciati se non in seguito alla mobilitazione cui già si era accinta l'Austria, e vista l'evidente assenza nell'Austria del desiderio di trovare una qu11l• siasi soluzione pacifica del suo conflitto con la Serbia. • Poichè non possiamo accedere al desiderio della Germania, non ci resta che affrettare i nostri armamenti, e contare sulla probabile inevitabilità della guerra. Vogliate avvertirne il governo francese, esprimergli al tempo stesso la nostra sincera riconoscenza per la dichiarazione che l'ambasciatore di Francia m'ha fatto a suo nome dicendomi che noi possiamo contare intieramente sull'appoggio· della nostra al• leata, la Francia. Nelle attuali circostanze questa dichiarazione ci è particolarmente preziosa. » (Comunicato agli Ambasciatori in Inghilterra, Austria-Ungheria, Italia, Germania). · Passiamo ora al Libro bianco tedesco, dove ritroviamo un dispaccio diretto dall'imperatore di Germania all'imperatore di Russia, nella notte dal 29 al 30, ali 'una del mattino, ~ redatt9 in tono b~n ç!iverso diti dispaccio del 81bliotecc..Gino E31dnc.o

- 26 28 : « Il mio ambasciatore è stato incaricato di richiamare l'attenzione del Tuo Governo sui pericoli e sulle conseguenze molto serie di una mobilitazione. L'AustriaUngheria ha mobilitato solamente una parte del suo ~sercito e contro la Serbia. Se la Russia, come pare sia intenzione Tua e del Tuo Governo, mobili-ta contro l'Austria-Ungheria, la parte di mediatore che Tu mi hai affidata con tanta premura e che io ho accettata per farti cosa grata, diventa impossibile o quasi imppssibile. Ormai tutto dipende da Te, come sopra di Te peserà la responsabilità della guerra e della pace ». (Germ. 23). A Pietroburgo, la notte 2930 luglio, Abbiamo finalmente un dispaccio spedito il 30 dall 'ambasciatore d'Inghilterra a Pietroburgo, che racconta ciò che è avvenuto nella capitale russa il 29 luglio; dispaccio che per la sua importanza giova anche riferire qui per intero: « L'ambasciatore di Francia ed io abbiamo fatto visita al Ministro degli Affari esteri questa mattina (30 luglio). Sua Eccellenza ci ha ra~contato che ieri nel pomeriggio l'ambasciatore di Germania gli ha detto che la Germania era pronta a garantire per conto dell'Austria• Ungheria l'integrità della Serbia : il sig. Sazonoff ha risposto che cio• nonostante la Serbia potrebbe cadere sotto il vassallaggio dell'Austria come Bucara è caduta sotto il vassallaggio della Russia e che una rivoluzione scoppierebbo in Russia se il go,·erno tollerasse una cosa simile. « Il sig. Sazonoff aggiunse che la Germania faceva preparativi mi• litari contro la Russia, specialmente in direzione del golfo di Finlan• dia; il governo ne aveva prove incontestabili. « L'ambasciatore di Germania ebbe un secondo colloquio col signor Sazonoff durante la notte, alle ore 2 antimeridiane. L'ambasciatore è scoppiato in pianto (complctely broke down) quando capì che la guerra era inevitabile. Supplicò allora il sig. Sazonoff di suggerirgli qualche cosa da poter telegrafare al suo governo, come ultima speranza. Per contentarlo il sig. Sazonoff scrisse in francese e gli consegnò la formula seguente: Se l'Austria, riconoscendo che la questione austroserba ha assunto il c11ratlcre cli una questione europea, si c!icl.iara pront~ a eliminare dal suo ultimatum i punti che portano pregiudi:ie B bi oteca Gmo Bianco

- 27 - ai diritti sovrani della Serbia, la Russia si impegna a cessare dai suoi preparativi militari. • Se questa proposta verrà respinta dall'Austria, sarà decretata la mobilitazione generale. Ln guerra europea sarà allora inevitabile. L'eccitazione qui è tale che se l'Austria non fa delle concessioni la Russia non potrà più indietreggiare. La Russia, poichè sa che la Germania si prepara, non può indugiare molto a convertire la sua mobilitazione parziale in mobilitazione generale.~ (G. B. 97). Nè ·meno importante è il dispaccio che il signor Paléologue inviava da Pietroburgo il 30 (Frane. 103): « L'ambasciatore di Germania è venuto questa notte a insistere di nuovo, ma in termini meno categorici, presso il sig. Sazonoff perchè la Russia cessi dai suoi preparativi militari, affermando che l' Austria non avrebbe intaccato l'integrità territoriale del!a Serbia. • Non è soltanto l'integrità territoriale della Serbia che noi dobbiamo preservare » - ha risposto il sig. Sazonoff - « è anche la sua indipendenza e la sua sovranità. Noi non possiamo ammettere che la Serbia diventi vassalla dell'Austria. » • 11 sig. Sazonoff ha soggiunto: « L'ora è troppo grave perchè io non vi dichiari intieramente il mio pensiero. Intromettendosi a Pietroburgo mentre rifìuta di intromettersi a Vienna, la Germania non cerca che di guadagnar tempo per permettere ali' Austria di schiacciare il piccolo regno serbo prima che la Russia abbia potuto soccorrerlo. Ma l'imperatore Nicola ha tanto desiderio di scongiurare la guerra che io vi farò a nome suo una nuova proposta : Se l'Austria riconoscendo, ecc. 11conte di Pourtalès ha promesso di appoggiare questa proposta presso il suo governo. » Finalmente il 30 luglio il Sig. Sazonoff telegrafa ali 'ambasciatore di Russia a Berlino (Russ. 60): « L'ambasciatore di Germania, che mi ha lasciato adesso, mi ha domandato se non ci si poteva contentare della promessa che l'Austria potrebbe dare di non toccare l'integrità del regno di Serbia, e ml ha chiesto a quali condizioni si potrebbe ancora acconsentire a sospendere i nostri armamenti. Io gli ho dettato, perchè sia trasmessa d'urgenza a Berlino, la dichiarazione seguente: Se l'Austria, riconoscendo, ecc. « Vogliateci telegrafare d'urgenza quale sarà l'atteggiamento del governo tedesco di fronte a questa nuova prova del nostro desiderio di fare il possibile per la soluzione pacifìca de11a questione, giacchè noi non possiamo ammettere che tutte queste trattative non servano che a rar guadagnar tempo a11a Gerinania e a11A' ustria per I loro pre· par&tivl militari. » Biblioteca G no Bia'lco

28 - 11penultimocolloquiorusso-tedesco (pomeriggio del 29). Esaminiamo questi documenti. Il dispaccio n. 58 del libro russo parla di un colloquio che ebbe luogo il ~9 tra il Sig. Sazonoff e l'ambasciatore di Germania. Il dispaccio n. 97 della pubblicazione inglese Great Britain and the European Crisis, parla anch'esso di una conversazione fra i due personaggi, precisando eh 'essa ebbe luogo nel pomeriggio del 29. Si tratta dello stesso colloquio? Sembra molto probabile. In questo caso è possibile integrando i due dispacci l'uno con l'altro, scoprire gli argomenti trattati in quel colloquio. L'ambasciatore di Germania assicurò il Sig. Sazonoff che l'Austria avrebbe rispettato l'integrità territoriale della Serbia, e che la Germania era pronta a garantire l'esecuzione di questa promessa; ma al tempo stesso lo pre!:lvvisò che se la Russia avesse continuata la sua mobilitazione contro l'Austria la Germania avrebbe anch'essa mobilitato. Per rendersi conto della. immensa gravità di questo passo, bisogna ricordare che l'Austria e la Russia erano le due sole Potenze direttamente interessate nel conflitto serbo; che la Germania, come la Francia, v'erano implicate solo indirettam~nte, come alleate delle due prime; che il Sig. Jagow aveva dichiarato al Sig. Cambon che la Germania non avrebbe mobilitato finchè la Russia avesse limitata la sua mobilitazione alle frontiere austriache; che la Russia non poteva aver dimenticato il brusco intervento tedesco nel conflitto del 1909 per la Bosnia-Erzegovina, e il modo brutale con cui, uscendo dal suo riserbo di alleata, la Germania aveva preso ·il primo posto, al momento decisivo. Non bisogna inoltre dimenticare che la Russia, in questo momento, ossia nel pomeriggio del 29 luglio, aveva decretato soltanto la mobilitazione sulla frontiera austriaca, senza averla cominBiblioteca Gino B1dnco

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