Giulio Caprin - Trieste e l'Italia

Tutta presa dai suoi commerci, Trieste per qualche tempo potè parere soltanto una città coloniale senza storia, indifferente alle idealità. In realtà viveva intensamente il travaglio della propria rinnovazione: il piccolo borgo - conchiuso in ritardo il periodo della sua angusta, ma sempre italiana, medievalità - si trasformava naturalmente in una nuova grande città; ricominciava in altro modo, più attivo, la sua storia italiana, sempre più italiana. Trieste nel Risorgimento Italiano. Ricongiunta dai suoi stessi dominatori a Venezia, e poi da Napoleone al Regno italico, rimase veneta dopo la restaurazione del 1815. Nella comune servitù austriaca i suoi legami con Venezia si restrinsero. Non già rivali, poichè le due città avevano trovato ciascuna la propria funzione economica in due sfere di azione differenti, appoggiate a due entroterra diversi, contrapposte per la posizione non per gl 'interessi, Venezia e Trieste riconobbero subito la loro fraternità di sangue e di speranze. I migliori cittadini della città rinnovata videro i pericoli di una prosperità soltanto materiale e locale. Finiti per sempre i tempi degli egoismi particolari, fu facile destare anche la coscienza mercantile di Trieste alle sue grandi responsabilità di città italiana di confine. E la vigilanza sospettosa della nuova Austria, sempre più accentratrice, dovette rinunciare presto al- ! 'illusione di possedere in Trieste un comodo deposito di merci, una città apolitica, anazionale, una cosa senz'anima. Sospettò intenzioni politiche anche nelle imprese --♦ - --- - ' B•blioteca Gino Bianco

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