O stolto pianto! piagne la gente che 'n molt'anni morir deve, e perché resti in breve uccisa e morta, egli stesso l'è scorta. È questa specie interiore della vista, che ritocca e avviva la forma e il senso di tutte le cose reali e dipinte, la provocazione più convinta e tenace della scrittura - in forma di sfida, di capriccio - della Galeria. La figura dell'Ariosto, tracciata come un autoritratto, ne espone la pecurialità e il dono, in segni indubitabili, dei più nitidi: Ma meglio che i pennelli e che i colori, la mia penna dipingono, e 'l mio inchiostro. Più viva la mia immagine, o Pittori, esprime il libro mio, che 'l quadro vostro. Caduche son le vostre tele, eterne le carte mie, Voi solo il corpo, ed io dipingo sì che l'anima si scerne. V. Di nuovo interviene lo sguardo allegorico, ma non a formare vedute e misteri come nel sistema del Loyola; questa immaginazione non è orientata: si svolge nelle cose, nelle loro apparenze, inframmenti di apparenze. Un lume intellettuale e sensibile «di quel che non è produce quel che è»38 : le forme si congiungono le une con le altre, tutte le cose possono continuamente aprirsi a un altro senso, e anche accennare - per questo lume della parola poetica, com'è attestato dal medesimo ritratto dell'Ariosto - «tra le superne / meraviglie del Ciel Natura, e Dio» .. Le immagini del mondo e della storia si danno a conoscere come frammenti e rune del tempo, proprio per la loro naturale cecità, quel negarsi all'elaborazione dei colori, del disegno, che ci ha più volte sorpreso: la gnoseologia _di Benjamin potrebbe guidarci anche nella manieristica Galeria mariniana, a leggere segni dispersi e artfcolati dell'allegoria barocca. 95
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