(mentre, armate, squadre, padre, armi, insieme, fiamme; fino a 'ferro e foco', che preparano la variazione); quella della o e della u di «oscuro» nel secondo (quando, èhiostri, mondo, oscuro, ombre, mostri); e l'addensarsi di questi suoni distinti in durate più lunghe: m�ntr� g, l'g,rmg,t� squg,dr�; insi�m� � 1� fig,mm�, il f�rro; mQndQ QSCurQ; cedQn l'Qmbre. Allora non sorprende che la chiusa del madrigale sia occupata da un'«essenza astratta» - la Pietà -, non personificata, così com'è detta non trasponibile in una pittura allegorica: Per tanti rischi andar, tornar securo chi ti fa senza guida, e senza luce? La Pietà ti conduce. Dalle Storie di Erodoto emerge il ritratto di Xerse che piange sul suo esercito schierato nell'immensa pianura fino all'Ellesponto «coperto di navi»: il re è turbato dal pensiero che di tanti uomini, «'n un secolo a pena», non uno resterà in vita. La prima parte del madrigale, al passato, è intrecciata proprio alla memoria dello storico, ed enuclea da questa e dispiega sotto gli occhi di Xerse, sollecitando la linea e il movimento con gli snodi molteplici di un lungo iperbato, «una vasta prospettiva scenografica»37:. Pianse mirando Xerse tante sparse per selve e per campagne de l'esercito suo turbe diverse. Poi un'articolazione arguta della vista interiore arriva a svelare in quel pianto un'irreparabile cecità: ed è un semplice tocco della lettera a cambiare il ritratto del re, che ora sta conducendo a morire tutti quegli uomini, la cui scomparsa, al prevederla in molti anni, gli sconvolge il pensiero: 94
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