Due forme d'inganno-quello d'Amore, che uccise i due giovani, e quello della pittura che lo rinnova - sono disposte in una «simmetria verticale», aperta e chiusa-tra il primo verso e il sesto-dalla stessa voce. Il movimento intrinseco all'ordine simmetrico ha figura d'opposizione: traspare nel testo coniugando la morte («v'uccise») nei tre versi della prima forma-nel passato senza tempo del mito - e una nuova nascita («vi dà vita») nei tre versi della seconda-nel presente della rappresentazione. Ma il secondo inganno-la finzione-sfida la verità del primo, prodotto da Amore. «Dove ha maggior forza» l'inganno? «in questo o in quello», nell'uccidere o nel dar vita all'episodio di morte? In realtà al posto della sfida si vede l'«artificio concettoso» del testo che l'asserisce, e che dal mito come dal quadro ha preso solo uno spunto (forse quel velo e quel sangue): e ora aggiusta all'opposizione verticale un'opposizione orizzontale: là il velo, qui la tela; là il sangue, qui il colore (v. 9)34 • Il chiasmo dell'ultimo verso, nell'intrecciare gli oggetti e i tempi-è e fu - distribuiti nelle due simmetrie, segna l'unità del compimento in modo visibile, analogo a certi modi-per linee e piani intrecciati-del disegno e della pittura, eppure indipendente e peculiare della lettera. C'è da credere che la Siringa atteggiata da un madrigale tra le favole non sia «d'artefice pennel fattura industre»; e si continuerebbe a crederlo-supponiamo-anche se fosse stato rintracciato il dipinto di Andrea Boscoli cui il madrigale si riferisce. Attorno alla ninfa che fugge «da l'osceno d'Arcadia»-dal dio Pan, innamorato di lei-la trepidazione e un'impressione di magia si formano solo per materie e funzioni verbali - in particolare, per la triplice asserzione, in figura di climax, verso il predicato dell'evidenza, della presenza corporea: «Ha vita, ha spirto, ha senso». Cost_ ei, che vòlto in fuga 91
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