Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

Se tu dirai: «Prata rident», tu mi farai veder la terra essere un uomo animato, il prato esser la faccia, l'amenità il riso lieto. Talché in una paroletta transpaiono tutte queste nozioni di generi differenti: terra, prato, amenità, uomo, anima, riso, letizia 19 . In questo svolgimento di una «metafora di proporzione», Emanuele Tesauro, teorico tra i sommi del Barocco, coniuga nelle forme dei verbi vedere e transparire la peculiarità del linguaggio poetico e la dimostrazione, per una paroletta -rident -, delle sue possibilità e della sua meraviglia. La facoltà della poesia è l'ingegno: uno speciale acume della vista, per il quale si attingono e si fanno transparire nella parola anche nozioni come amenità, anima, letizia. Così si forma l'idea di una luce intellettuale che investe le forme sensibili come gli oggetti della mente, e si svolge in modo particolarmente ingegnoso e acuto nella metafora, per la quale è possibile «vedere in un vocabulo solo un pien teatro di meraviglie»20 • Baltasar Gracian definisce questa luce dell'ingegno, o agudeza, una «speciale concordanza», un'«armonica correlazione» fra «due o tre dati conoscibili» (cioè oggetti) «espressa da un atto dell'intelletto»21 ; e nel minuzioso esame delle varietà dell'acutezza dimostra, per innumerevoli esempi, come questa «splendida concordanza» si veda nell'«artificio concettoso», nelle parole, come «balzi agli occhi» dalle figure. Il Tesauro poi conferma l'argomento barocco cc:;m l'ordine e la cronologia del suo lavoro - dall'inizio fino al compimento, fino cioè al sistema teorico della retorica e della metafora dispiegato, accuratamente dimostrato e stabilito nel Cannocchiale aristotelico. Egli comincia il suo studio dalle imprese: e vede in ognuna di queste figure emblematiche, dipinte o plasmate o incise in oggetti da mettere in vista, una «maniera» di metafora «mescolata» di 87

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