scienza e quella dell'arte-, significa anche il suo progetto imperialistico, la via operativa e ascetica per la quale la lettera della verità divina si articola nel mondo, in un dominio ordinato, impartito per segni visibili e tangibili, di tutti gli oggetti e di tutti i desideri. L'isolamento è postulato dal fine, oltre che dall'origine, di questa lingua: e può essere per tutta la vita segregazione nella pratica del mondo, nel maneggio delle cose che stanno «sulla faccia della terra». Ma a chi cerca, uniformandosi a questa lingua, «la volontà divina nella disposizione della propria vita», Ignazio prescrive il luogo, il tempo e l'assiduità dell'isolamento in questi termini: L'esercitante «tanto più troverà vantaggio quanto più si allontanerà da tutti gli amici e conoscenti e da ogni cura terrena; per esempio cambiando la casa dove stava e prendendo un'altra casa o camera per abitarvi quanto più appartato gli sia possibile». «Allo stesso scopo, privarmi di qualsiasi luce chiudendo finestre e porte, ogniqualvolta io resti nella stanza, salvo che sia per pregare, leggere e mangiare» (addizione per la prima settimana). «In tanto si deve far caso all'avere il buio e la luce e all'usare del buono o cattivo tempo, in quanto si avverta che ciò possa esser vantaggioso o di aiuto nel trovare ciò che la persona che si esercita desidera» (addizione per le settimane successive)18 • IL Si fa caso alle gradazioni del buio e della luce e alle occorrenze del buono e cattivo tempo anche nell'allestimento, nel processo, nella registrazione di «naturali esperienze»: il piacere dello sguardo sottende il lavoro incipiente della scienza- un'applicazione dopo l'altra, una 85
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