Esercizi di sant'Ignazio al metodo discorsivo: essi si affidano al discorso che regola tutto ma sul registro drammatico. Il discorso esorta: rappresentati, dice, il luogo, i personaggi del dramma, e stai lì come uno di loro; tendi la tua volontà per questo, per disperdere l'ottusità [l'hébétude], l'assenza, cui inclinano le parole»12 • Il soggetto ignaziano combatte «spietatamente» - esercizio per esercizio, punto per punto - «il vago e il vuoto»; la sua via corre lontana da quelli che Barthes chiama «i margini sospetti dell'esperienza mistica» (sospetti per Ignazio, che li sa indeterminati e labili), lontana, dice Bataille, «du Dieu sans forme et sans mode des Carmes»13 • L'intervento tempestivo (e moderno) del Loyola sta nel conferire all'immagine un'articolazione, nell'ascriverle un modo di essere linguistico14 • Recitata la preghiera preparatoria, ogni esercizio si apre con la «composizione visiva del luogo», la quale consiste nel «vedere con la vista dell'immaginazione il luogo fisico dove si trova la cosa che voglio contemplare»15 • Determinatezza e articolazione assicurano l'ortodossia: una lingua nuova, formata dalla condotta e dall'esecuzione, dalla gradazione ordinata, dalla stessa contabil ità degli esercizi, preserva e ravviva il contenuto della fede, mentre lo traduce in immagini e vedute. Queste assumono nei loro elementi significanti materie naturali e storiche e si dispongono in sequenze e s cenari, combinandosi, di momento in momento, nella pratica dell'ascesi, nel suo testo semantico e in quello allegorico16. Tutto questo lavoro dell'immaginazione, rigorosamente orientato, ha come posta «un imperialismo radicale dell'immagine»17 che formi l'esercitante a una professione nuova della vecchia fede: è evidente che la lingua fondata da Ignazio di Loyola, nell'isolamento di cui ha bisogno - come ogni lingua - per dispiegarsi, nel «vuoto materiale» che la separa dalle altre lingue comuni, e dalle forme mondane del primato della vista - quella della 84
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==