Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

Scheiner si china e guarda dentro l'occhio attraverso la nuova apertura». È un esperimento sbagliato, ma sembra definitivo, anche come errore.«L'aver guardato nell'occhio, dentro l'occhio, è un fatto definitivo che non può più essere dimenticato, una volta acquisito». Scheiner voleva scoprire il funzionamento dell'occhio: ma arrivò a vedere solo l'immagine di una candela che si profilava, « distinta ... impicciolita e rovesciata», e «bidimensionale», sulla retina. Come errore l'esperimento era pienamente riuscito, perché dimostrava che non si deve «guardare dentro un occhio per comprendere come funziona». A questo punto Pierantoni ricorda che Helmholtz, più di due secoli dopo, avrebbe francamente ammesso che «l'occhio è l'unica macchina ottica dentro cui non si deve guardare». Nell'esperimento di Scheiner per noi è definitivo il segno che sovverte la gerarchiamedioevale dei cinque sensi e accorda il posto più alto alla vista. Anzi, non sappiamo se debba veramente sorprendere che «un esperimento così bello, semplice e rivoluzionario[...] non sia stato tentato duemila anni prima»; abbiamo qualche ragione per stupirci di Scheiner, che guarda dentrol'occhio: sorprende che da noi nei primi anni del Seicento si arrivi a tanto. C'è da pensare, non solo che la nuova gerarchia dei sensi è ormai saldamente stabilita, ma che la sfida gnoseologica imposta dal predominio dell'occhio è già molto avanti. Quel chinarsi a guardare dentro l'occhio attraverso una «finestrella»ritagliata nella sclera può effettivamente sembrare in tutto e per tutto una sfida, non dissimile da quella ostentata da talune semplicissime operazioni del Galileo di Brecht. È più che probabile che il gesuita Christoph Scheiner, sostenitore della cosmologia geocentrica, non sia intenzionato a sfidare nulla e nessuno; ma anche per questo il suo contegno dimostra cp.e è già in pieno sviluppo la «metamorfosi del clima intellettuale»per la quale lo sguardo, «come senso dell'evidenza e dell'esten78

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