Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

Un nodo barocco di poesia e • pittura Nel 1619 Christoph Scheiner, astronomo e sperimentatore in materie ottiche, pubblicò in un volume intitolato Oculus sive fundamentum opticum la «prima immagine dell'occhio» che non abbia subito fino a oggi, dalle ricerche e dalle dimostrazioni del teatro anatomico, smentite e correzioni sostanziali. Chi esamina quel disegno lo sente, «finalmente, come un prodotto di una cultura tipicamente nostra, 'moderna'». Finalmente, dice Ruggero Pierantoni, applicato a seguire sulla traccia di una «storia della visione» la metamorfosi dell'immagine dell'occhio. L'incisione di Scheiner e qualche tratto della lettura che ne fa Pierantoni, nel suo libro L'occhio e l'idea1 , formano per noi - così almeno ci sembra - un buon punto di partenza. Ci assicurano che nel disegno del 1619 «tutti gli elementi anatomici hanno finalmente raggiunto la loro posizione, dimensione e forma 'attuali'». Il risultato è importante; ma per noi conta di più l'esperimento che si collega a questa prima «immagine moderna» dell'occhio. È raccontato per nitidi momenti e oggetti, in una breve scansione - quasi una nuova stampa, da annettere alle tavole dell'Oculus: «Scheiner con un bisturi, attentamente, ritaglia sul fondo della sclera una 'finestra ' rettangolare. Sotto le sue mani abili la retina rimane al suo posto, stesa contro l'apertura, proprio come il vetro di una finestrella. 77

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