r a ppr esentazi o ne�i scorso verbal e discorso visivo Vi è cioè una rappresentazione che può realizzarsi sia come discorso verbale, sia come discorso visivo. Il passaggio attraverso la rappresentazione, che è semiotica, non verbale, può essere descritto per mezzo del metadiscorso, ma non è esaurito dal metadiscorso. Considero questo passaggio come una forma di traduzione. Si eviti dunque l'errore di considerare la parola come aspetto terminale di ogni esperienza. È vero che anche un'opera letteraria viene parafrasata mentalmente dal lettore, nella cui memoria rimarrà soprattutto come parafrasi. Però rimane anche una memoria di forme, di proporzioni, di colori, visti o immaginati; rimane il gesto, che spesso racchiude tutto il senso di un evento. Vediamo ora qualche elemento minimo di quel manuale di traduzione dal verbale al visivo, e viceversa, che propongo di mettere a punto4 • Vorrei distinguere anzitutto fra rappresentazione del tempo e rappresentazione del movimento. Nonostante le apparenze, il tempo è di più facile resa. Basta accostare le immagini di fasi successive, anche molto distanziate. Caso limite: le miniature, pitture e sculture con le età dell'uomo, che sintetizzano tutta una vita presentandoci un bambino, un adolescente, un adulto, un vecchio. Altro caso più frequente: le immagini in successione, anche disposte in varie zone di un quadro. Ecco Sant'Antonio visto in vari momenti del suo viaggio, sino all'incontro con San Paolo messo in primo piano (è una tavola del Sassetta); ecco ancora nella stanza di Eliodoro di Raffaello, l'angelo che libera San Pietro e poi lo accompagna via, e i carcerieri in momenti successivi, addormentati, spaventati, irritati. Solo parzialmente affine è il caso di carovane o proces65
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