corrisponde alla solita illustrazione di un testo, anche perché una parte delle «illustrazioni» aveva visto la luce anni prima che il testo fosse scritto. A complicare ancor di più la lettura c'è l'esistenza di un originale precedente, scritto in russo e mai pubblicato, che aggiunge alle difficoltà menzionate il problema della lingua originaria e delle traduzioni «interne» a cui fu sottoposto il testo17. Il movimento creato da Hugo Ball col Cabaret Voltaire a Zurich considerò questo libro come la più «ardita purificazione del linguaggio» che fosse mai stata portata a compimento e la sua unità concettuale come una dimostrazione riuscita dei possibili rapporti tra parola e immagine18. «Piccolo esempio di lavoro sintetico» dunque, con una concezione della «Gesamtkunstwerk» alle spalle? Da un certo punto di vista sembrerebbe di sì, giacché Kandinsky parla ripetutamente di arte sintetica; e di cos'altro si tratterà più tardi nel progetto imbastito nella Bauhaus, se non di arte totale, in quella Bauhaus cantiere, cattedrale e simbolo che doveva ristabilire l'unità perduta tra arte, etica, politica, scienza e religione? Ma la concezione dell'arte totale di Kandinsky è chiaramente critica rispetto alle concezioni precedenti e in particolare alla «Gesamtkunstwerk» wagneriana. Se si vuole cogliere la differenza, che d'altronde è centrale in queste considerazioni, è necessario far ricorso a due scritti dell'artista sul tema19 . Il primo, cronologicamente, è il saggio «La composizione scenica» comparso su «Der Blaue Reiter», il secondo è il testo della conferenza pronunciata all'Accademia Russa di Scienze Artistiche: «Del metodo di lavoro sull'arte sintetica», diversi anni dopo. Nei due seritti si critica l'esternalizzazione di ognuna delle arti coinvolte e riunite nella «Gesamtkunstwerk» wagneriana. Una tale operazione serve solo a «enfatizzare e rinforzare l'espressione», si fa uso di «un legame superficiale di elementi di arti diverse riunite arbitrariamente», si mi52
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