passaggio attraverso l'astrazione, che in genere risponde a esigenze di natura tecnica (decorazione). Questo stadio presuppone però una padronanza della figurazione realistica, a differenza dello stadio del grafismo astratto. In questa linea di evoluzione ipotetica, enunciata in una sintesi scarna, spogliata in questa occasione di ogni esempio e di ogni prova, acquistano rilievo la funzione del linguaggio come organizzatore e il progressivo scollamento tra l'arte figurativa e la scrittura. Questo divario, se da una parte ha esaltato una funzione razionale del pensiero, contraendolo nella linerarità e rendendolo tecnicamente efficace, lo ha pure privato delle corone associative con cui lo decorava la flessibilità dell'immagine. Tornerò su questo problema che è intimamente legato alla ricerca di W. Kandinsky. Questo grande viaggio della specie che approda nella concretizzazione della separazione, più o meno consolidata, della figurazione artistica da una parte e del linguaggio e della scrittura dall'altra, ci introduce in un altro «grande viaggio», quello che iniziando dall'arte rappresentativa c i condusse all 'arte «senza oggetto» (Kunstwende). In esso, un ruolo, a mio avviso fondamentale, ebbe l'opera pittorica e teorica di W. Kandinsky6 • Anch'essa cominciò con un viaggio, un piccolo-grande viaggio a Vologda, a nordest di Mosca, fatto per conto della Società di Scienze Naturali d'Etnografia e d'Antropologia. Egli scrisse un lavoro sulle reminiscenze pagane nella religione del popolo finnico e osservò con grande passione sia la pittura religiosa che la pittura popolare russa. Ciò che lì apprese lo accompagnò fino alla morte a Parigi nel 1944. Allora era il 1889 e Kandinsky si occupava di economia politica. Quando s'inizia nella tecnica della pittura ha più di trent'anni. Alle spalle c'è Vologda, di cui disse: «fu un'impressione violenta». Su questo legame di Kandinsky con l'impatto della realtà vale la pena di soffermarsi un attimo, poiché il pittore viene solitamente 46
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