Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

levigata e luminosa che poggi, ma liberamente su un supporto che non l'imprigiona. La fine di un'analisi Fin dagli inizi, l'analisi di un altro paziente era stata attraversata, come stelle filanti in un cielo d'agosto, da un flash ricorrente: l'immagine isolata, priva di significato, ma intensamente fascinosa, di una palla rotonda appoggiata su un supporto. In principio questa configurazione era stata attribuita a un ornamento in pietra alla base della scalinata del Duomo della sua città che il paziente ebbe occasione di notare mentre si trovava in questura per sbrigare una pratica. Tra un palazzo del potere e il Duomo, da quella palla gli apparve tendersi come una congiunzione ideale, uno di quegli allineamenti che paiono agli uomini contenere promesse (o minacce, pensiamo alle «grandi congiunzioni astrali») strane. Così, un nuovo sogno giunge a siglare una fine analisi compiuta come un ocello ball-and-socket e la barriera che vi si affaccia sembra coincidere con una risoluzione della «nevrosi di guerra in tempo di pace». Sta andando in macchina e incontra una barriera, simile alle transenne stradali, a strisce bianche e rosse. Benché non vi sia motivo alcuno per non proseguire, magari spostando le transenne, si rende conto di non poter andare avanti. E si ritrova con in mano una bomba, colorata in blu e rosso, «anzi rosso con un base blu, come certe bottiglie per acqua minerale, con una sorta di piedistallo». Questa forma gli ricorda i fumetti della sua infanzia. Deve consegnare la bomba alla Casa Bianca, al Presidente Reagan. Ma è perplesso perché nessuno viene a togliergliela di mano. Non sa come fare a consegnarla. «Forse le cose si sono ormai compiute». Che una bomba, inattivata, diventi dono di pace e og38

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