stato dipinto quasi solo il fondo. Il fondo che nei quadri del '600 (visti al Louvre) era quasi sempre arancione. In questo caso era un tipo di verde. Sul quadro erano segnate a matita delle forme di oggetti, una bottiglia, una brocca, una forma rotonda per la frutta, della frutta. Fa pensare a una natura morta e a Morandi. Ricorda un pittore bravissimo visto in Galleria, che riproduceva, con tutti i minimi particolari, un Canaletto. La gente si fermava a guardare, piena di ammirazione. Ritorna a descrivere il dipinto sul cavalletto: osserva che il «fondo tinta» era un verde «militare». Come nel lungo sogno precedente il colore delle mele richiamava quello della moquette, così questo sogno è ricchissimo di richiami coloristici e tematici al soggetto della nevrosi di guerra. Dalla distinzione metodologica di dire e mostrare si anima una sorte di messa in processo degli elementi, di dimostrazione in movimento del modo di funzionare di questo tipo di nevrosi e della relativa cura. In realtà questo sogno riguarda strettamente il lavoro dell'analisi, parla del soggetto in analisi e del suo psicoanalista, tenta una diagnosi e prospetta una via per la guarigione, mobilitando però nello stesso tempo tutte le resistenze di cui una nevrosi è capace. Come la selezione sessuale di Darwin opera, lungo il filo di moltissime generazioni facendo sì che su un fondo di tinta smorzata dei punti colorati si allarghino in macchie riproducenti simili tratti della fisionomia dell'antico progenitore, le macchie poi formino delle strisce, le strisce degli ornamenti e gli ornamenti degli ocelli, così la nevrosi di guerra ci prospetta l'analisi come un'imitazione della natura nel fare qualcosa, nel trasformare la macchia (la «voglia») sul fondo (psicotico) da cui proveniamo nella forma purificata, nel frutto (la mela, il fruttivendo22
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