Quando Meco e Tarzan tornarono coi rami, fu composta la barella. Vi adagiarono Fulmine, avvolto nell'erba e il suo viso spiccava bianchissimo nel verde. Lo ricoprirono di rami fioriti e di cartucce. Vasco gli mise sulla fronte spaccata il fazzoletto rosso, e quando il feretro si avviò, nella penombra parea di vedere un ramo di ciliegio oscillante di frutti maturi36 • Sino ad evitare pudicamente anche il racconto della violenza e della morte: Il resto che è accaduto su quello spalto davanti alla Valsugana, dove restarono uccisi Nello e il Moretto, e tanti altri nostri compagni, non lo abbiamo mai voluto ricostruire. Alcune cose si sanno e sono altamente onorevoli, e perfino leggendarie. Ma io non ne parlerò. Antonio non morì qui, ma lontano, fuori dalla nostra vita, non rastrellato, ma in combattimento aperto, come era giusto37. In tutte le guerre e nei testi che le ricordano esiste una dicotomia fondamentale: «Noi» siamo tutti da questa parte, il nemico sta dall'altra. «Noi» siamo individui con nome e identità personali; «esso» è soltanto un'entità collettiva38. Un'eredità della guerra è appunto questa abitudine alla distinzione semplice e alla contrapposizione. Il nemico è l'altro da sé, è l'opposto di ciò che io sono, e questo rozzo manicheismo dà vita alle descrizioni del fascista e del tedesco nelle memorie partigiane: Il sole si spegne, salgono molti di loro che parlano di 'banditen' e hanno l'aria stracciona e impolverata da combattimento. Al cinturone di uno di 207
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