Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

letture La morte e il nemico nelle memorie partigiane L'action qui a un sens pour les vivants n'a de valeur que pour les morts, d'achèvement que dans les consciences qui en heritent et la questionnent. René Char Nell'Italia della Liberazione si incominciò a scrivere subito, e la naturale disposizione a raccontare le proprie vicende, come per certificare finalmente a se stessi e agli altri l'uscita dall'odio, dal sangue, dalla paura, si manifestò nelle scritture memorialistiche e nella narrativa partigiana d'invenzione che però nasce da una materia di cui si è vissuto e condiviso se non altro l'atmosfera tesa e drammatica. La seconda guerra mondiale e la Resistenza rappresentarono perciò un grande e nuovo patrimonio narrativo già carico di pathos, a cui attingere intrecci, storie, motivi. Subito dopo la Liberazione la narrativa partigiana è costituita esclusivamente da racconti, mentre le prove romanzesche verranno poi con esiti contrastanti, almeno sino a Fenoglio. Anche le prime memorie appaiono a guerra appena finita; c'è da chiedersi come il ripensamento di quegli eventi tragici e straordinari da poco conclusi, possa già essersi decantato inmemoria, ma c'è forse in questa tempestività, insolita per un genere da· i lunghi 195

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