realistico inquinamento della città sia la nebbia metafisica che fa di ogni uomo moderno un'isola (un centro definito, per dirlo con Bradley). Lo scenario ci fa pensare al De Chirico metafisico, con le sue città monumentali e deserte, con gli edifici dalle finestre simili a vuote occhiaie talvolta abitate da manichini assurdi e disarticolati: Dirò: ho vagato all'imbrunire per strade anguste E ho guardato il fumo che si leva dalle pipe Di uomini soli, in maniche di camicia, ai davanzali19? La sensazione è quella dell'Inferno dantesco popolato da morti viventi: un inferno fatto di quotidianità cristallizzata in cui, come nei quadri del Surrealismo inglese, è la banale raffigurazione della quiete (dice Prufrock: «Ho misurato tutta la mia vita con cucchiaini da caffé») a fornire un impalpabile senso di angoscia. Dopo aver raggiunto la sua destinazione - l'edificio in cui si trova il salotto letterario-Prufrock entra in contatto con la simbologia freudiana della scala. Nella stanza le donne vanno e vengono Parlando di Michelangelo. E invero ci sarà tempo Per chiedersi: «Oserò?», e «Oserò?» Tempo di volgersi e scendere la scala Con una piazza al centro dei capelli20 . Si legge nell'Interpretazione dei sogni di Freud: «Scale, scale a pioli, scalinate e rispettivamente il fare le scale, tanto in salita quanto in discesa, sono rappresentazioni simboliche dell'atto sessuale». E in una nota aggiunta nel 1911 si ribadisce che «la scala rappresenta un sicuro simbolo di coito e il fondamento del paragone non è difficile da trovare: con pause ritmiche e respiro affannato si giunge ad un punto elevato e poi con un paio di rapidi 189
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