progressivo al Male è di per sé una forma di conoscenza, anche se il «soggetto» non patisce direttamente i rischi «mortali» di un totale abbandono al Peccato. In altre parole Eliot sperimenta uno stadio «intermedio» di contaminazione surrogando l'esperienza con una «visione» dell'esperienza (che è, dantescamente, una «visione» della Morte nel peccato) e, contando sullo «shock tremendo» provocato dalla propria censura, si sente come proiettato all'.indietro ed indotto a meditare sulla necessità di una «vita nuova» dello spirito. Se il paragone è possibile, si ha l'impressione che il poeta scelga di sperimentare un circuito elettrico a basso voltaggio: in questo caso sentirebbe tutto il corpo attraversato dalla corrente senza riceverne alcun danno mortale. Basta leggere una delle prime poesie di Eliot, «Ritratto di signora» (dal titolo jamesiano, fu scritta nel 1910) per rendersi conto di tutto ciò. Partiamo dall'epigrafe, che è tratta da un testo teatrale di Marlowe, L'ebreo di Malta: «Tu hai f o rnicato - /Ma fu in un altro paese,/ e inoltre la ragazza è morta» (IV, 1). Gli uomini che parlano sono due frati, il primo sta ricattando il secondo (ovvero Barabba, protagonista dell'opera cinquecentesca) accusandolo di avere peccato carnalmente; l'altro lo interrompe e, seppur autogiustificandosi, lascia intendere che è davvero un grande f o rnicatore. Pure, nella narrazione di «Ritratto di signora» non v'è traccia alcuna di fornicazione, anche se, all'inizio della poesia, si ha l'impressione che tutto sia stato meticolosamente preparato per un incontro amoroso. La signora, già in età, proviene sicuramente dalla biografia eliotiana: secondo Conrad Aiken, che fu amico intimo del poeta negli anni di Harvard, si tratterebbe di una précieuse ridicule che teneva salotto a Boston in quegli anni. L'interlocutore è un giovane Eliot in procinto di lasciare gli Usa alla volta dell'Europa. Ed ecco i termini della sottilissima «trappola» tesagli dalla donna: 186
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