Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

Dante e Eliot: la donna angelicata e il demone puritano Nel saggio su Dante, scritto nel 1929 ed inserito nei Saggi scelti del 1932, Thomas S. Eliot, osserva che: l'esperienza d'una poesia riunisce sia quella istantanea sia quella di un'intiera vita ed assomiglia alle esperienze più intense che un essere umano può provare. All'inizio si manifesta una fase del tutto irripetibile di shock e di sorpresa, persino di terrore (Ego dominus tuus); un momento indimenticabile che non tornerà mai più e che, del resto, perderebbe qualsiasi valore se non sopravvivesse in un vasto complesso di esperienze; un momento che perdura all'interno di un sentimento più profondo e più quieto'. Pertanto, oltre a sottolineare il valore inesauribile dell'esperienza, Eliot ci dice che una grande poesia è tale proprio perché sa dare al lettore uno «shock improvviso» e, allo stesso tempo, gli incute un «senso di terrore» come se il nucleo stesso della sua personalità fosse colpito e disintegrato da una «visione» che riesce ad abbracciare l'intero arco della vita. Eliot è stato notevolmente influenzato dall'opera dantesca. Aveva studiato il poeta italiano e lo Stilnovismo all'Università di Harvard agli inizi del secolo in un periodo che fu etichettato come Rinascimento Americano e, 179

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