Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

superficie dalla quale non provengono fotoni. Ma questa condizione ideale viene raggiunta solo nel caso teorico del cosiddetto «corpo nero»: un concetto, più che un corpo, ben noto in termodinamica. Per ottenere un perfetto «corpo nero» occorrerebbe utilizzare una grande cavità cui si guarda attraverso una piccola apertura. Quell'apertura ha molte delle caratteristiche ideali del «corpo nero». Infatti attraverso di essa esiste solo un flusso di fotoni in una sola direzione: verso l'interno dalla cavità. La probabilità che un fotone esca deve essere prossima a zero. Ma il «corpo nero» di cui sopra certo non si presta a substrato per un'operazione grafica per cui si ricorre alla carta nera opaca omogenea. I limiti di applicaz�one di questo substrato risiedono nel fatto ovvio che la carta continua a riflettere una certa quantità di luce ambientale e quindi il buio non è già «assoluto». Ma questo è anzi un elemento che va nella direzione di un aiuto alla rap7 presentazione; infatti il cielo notturno non è affatto buio ma possiede una sua luminosità dovuta appunto alla molteplicità dei punti luminosi e a innumerevoli altri fenomeni atmosferici. Se quindi si partisse da una carta nera e vi si facesse cadere una piccola macchia di inchiostro di china bianco saremmo apparentemente molto vicini alla condizione fisica di stimolazione. Staremmo cioè creando uno stimolo distale il più simile possibile a quello naturale. Con la espressione «stimolo distalè» si intende il complesso di eventi energetici che sono la sorgente di una sensazione. Con «stimolo prossimale» invece si intende la condizione di eccitazione dell'organo interessato. Nel caso della stella quindi lo «stimolo distale» è la distribuzione energetica della luce nella zona di spazio osservata dalla fovea (o da una analoga porzione di retina periferica). Con «stimolo prossimale» invece si intende il complesso dei fenomeni fisiologici che stanno avendo luogo nella zona della re175

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