Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

fenomeni di interferenza. Per avere un'idea di tali fenomeni basta osservare una lampada stradale attraverso la stoffa di un ombrello o di un nylon di stretta tessitura. La luce ci apparirà circondata da un sistema raggiato di segmenti luminosi la cui geometria (per esempio a simmetria esagonale) ripete quella della trama del tessuto usato come filtro. Infine il sistema dei raggi mostra una notevole mobilità e dinamicità e non è possibile nè contare i raggi né seguirne le varie, individuali, peripezie. In sintesi, nel caso estremamente semplificato dell'osservazione di un «punto»luminoso, ciò che si percepisce è in realtà un piccolo disco luminoso circondato da un anello di buio e irradiante un sistema di segmenti luminosi attorno a sé. Per quanto non si intenda analizzare i casi più complessi di luci colorate e si tratti solo di «luce bianca» i raggi però introducono instabili e indefinibili, ma perfettamente percepibili e memorabili effetti cromatici di tipo spettrale. A questo punto occorre analizzare una non meno banale condizione iniziale relativa alla resa grafica di una stella o punto luminoso. In genere le rappresentazioni grafiche non emettono luce ma la riflettono dall'ambiente. Quindi se il substrato su cui si intende operare è per esempio un foglio di carta bianca o una superficie già coperta con uno strato omogeneo di pigmento bianco questo bianco rappresenterà il livello più alto possibile di luminosità della futura rappresentazione. Nulla potrà essere più luminoso di quel bianco. Allo scopo di rappresentare la stella dovremo semplicemente annerire il foglio e farlo secondo una strategia efficiente. Partiamo quindi da una condizione di tipo complementare o «negativo» rispetto al foglio bianco iniziale: usiamo un foglio perfettamente nero. Anche qui il problema non è trascurabile anche se appare banale e poco interessante. Infatti cosa vuol dire: nero? In teoria si dovrebbe trattare di una 174

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==