Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

molte delle associazioni «cifrate» possono trarre spunto da «assonanza e somiglianza delle parole»- come risulta dai «libri di sogni orientali (di cui i nostri sono solo miseri plagi)»; e cita, a tale proposito, il «bell'esempio di in- . terpretazione» ricordato da Artemidoro di Daldi che si rifà a un suo predecessore, Aristandro, il quale, ad Alessandro Magno che assediava invano Tiro, (Tugoç), e che aveva «sognato un Satiro scherzare nel suo scudo»6 , chiarirà che cra-tugoç, il satiro, stava a significare che Tiro sarebbe stata sua «aét. Tugoç» come infatti avvenne, anche per la rinnovata fiducia che Alessandro trasse dalla interpretazione di Aristandro. Su entrambi questi metodi il giudizio di Freud è drastico: «Non v'è dubbio che i due procedimenti popolari di interpretazione del sogno sono inutilizzabili per la trattazione scientifica dell'argomento»: e tuttavia con questi «procedimenti dell'oniromanzia tradizionale», ci troviamo di fronte a «uno di quei casi non rari, in cui un'antichissima credenza popolare, tenacemente conservatasi, sembra essersi avvicinata alla verità delle cose più del giudizio della scienza che vige attualmente», secondo la quale il solo atteggiamento corretto è «di cancellare il problema dell'interpretazione del sogno, considerandolo un compito immaginario»7 • L'esperienza clinica, i pazienti che «raccontavano i loro sogni» nel corso della terapia, aveva dimostrato, al contrario, a Freud, «che un sogno è inseribile nella concatenazione psichica che, partendo da un'idea patologica, va . inseguita nella memoria. Non ci volle dunque che un passo - leggiamo- per trattare il sogno stesso come un sintomo e per applicare al sogno il metodo già elaborato per il sintomo»8 • È subito evidente che il metodo di Freud si differenzia radicalmente, anzi per certi versi si oppone, rispetto all'oniromanzia tradizionale, oltre che, beninteso, rispetto alle più ingenue corrispondenze stereotipe. dei libri dei 154

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