Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

minata della terapia. A quel punto qualcosa è già stato costruito: vi è stato un mutamento nelle relazioni spaziali del bambino. La nevrosi restringe lo spazio. L'ansia, la paura, il senso di colpa, l'inibizione, il rimorso sono tutti limiti, e impediscono il libero muoversi della psiche. Il paziente deve trascinarsi un grave peso, e avverte questo senso di oppressione. L'atmosfera della psicoterapia costituisce per il bambino un motivo di sicurezza e fa sì che il suo spazio psicologico si espanda: il bambino diviene ricettivo e entra in uno stato creativo. E ho gia osservato che lo stato creativo viene a formarsi in uno spazio esteso. 6. Il concetto del «bello» non può venire separato dalla espansione psicologica dello spazio. Vi è un'azione reciproca: l'espandersi dello spazio rende possibile la manifestazione del «bello», e il «bello» fa sì che. lo spazio si espanda. Ma come avviene ciò? Ritengo che la «distanziazione» è sempre presente in una certa forma del «bello»; per esempio nella forma dell'allusione. Quando un motivo musicale allude al passato - alla nostra infanzia o al passato del genere umano - viene a rappresentare una distanza temporale. Peter, il mio piccolo paziente, disegnava, nella sua composizione, !'«inverno» e l'«estate». «L'inverno e l'estate» è un'accoppiamento che rappresenta l'espansione dello spazio: può significare tutto l'anno, o anche l'intera nostra vita. Il nostro grande poeta ungherese, Attila J6zsef scrive: «Accoglierai la distanza come una biglia di vetro». Ritengo voglia dire che la bellezza può presentarsi nella forma della distanza. Ovviamente, non è casuale che egli parli di una biglia di vetro; in questa, come nella bolla di sapone, si riflette l'universo. Vorrei concludere questo mio scritto parafrasandone l'inizio: «La natura è un tutto unitario, che sfugge, nella 147

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==