Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

che si espandono sono qualcosa che fa pensare allo spazio in espansione dell'amore. In base agli esempi che ho riferito, vorrei sottolineare quanto segue: 1. La comparsa del «bello» in terapia è strettamente collegata con il formarsi e l'intensificarsi di emozioni positive. Zsuzs�Gero, in un suo libro, afferma inoltre che il valore estetico dei disegni infantili dipende dalla motivazione emotiva del bambino. 2. Il «bello» si manifesta in terapia sempre in collegamento con una qualche attività. Peter disegnava, cantava, Johnny intagliava, Peter soffiava le sue bolle di sapone. Nel «compleanno della scimmietta» un gran numero di operazioni manuali aveva dato luogo a una composizione. Secondo Maria Székacs-Vida in fondo a ogni creatività vi sono ricordi cinetici intensi. La «fantasia cinetica» svolge un ruolo importante nella formazione di pensieri scientifici e artistici. 3. Il manifestarsi del «bello» non ha luogo soltanto nella terapia di bambini artisticamente dotati. Il bisogno di esprimere il «bello» è una qualità genericamente umana. Come sottolinea Camus: «Ognuno di noi è eccezionale. Esistono solo esseri umani eccezionali». Il «bello» che si manifesta in terapia non è oggetto di interpretazione analitica. Ciò può suonare strano, dato che l'interpretazione è un elemento importante nella terapia psicoanalitica infantile. Un mio collega mi chiese se «il compleanno della scimmietta» fosse collegato con quello del mio paziente o con quello del fratellino minore. Risposi che non mi ero neanche posta questa domanda; proprio come non mi venne affatto in mente di interpretare il gioco di Johnny con i suoi bastoncini in rapporto con il suo masturbarsi. Il «bello» è di per se stesso una soluzione: riflette i conflitti in una forma elaborata. 5. Il manifestarsi del «bell. o» ha luogo in una fase deter146

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