Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

po dopo, nel corso di una seduta, Gabriel trovò un dattero. Con un sorriso negli occhi mi fece osservare: «Ricordi, questa era una candelina alla festa di compleanno della scimmietta!» Paul aveva sette anni e soffriva d1 colite ulcerosa. Il suo medico riteneva che si trattava di una malattia che l'avrebbe condotto alla morte. Nei primi mesi il materiale terapeutico conteneva elementi fortemente aggressivi e sadici: il suo comportamento sadico mi·faceva paura perché denotava il cattivo funzionamento delle difese dell'Io. Ritenevo che questi contenuti aggressivi inconsci potessero rivolgersi contro il suo Io, e mi rendevo conto che dovevo adoperare contemporaneamente due modalità terapeutiche opposte: portare l'inconscio alla superficie e promuovere le difese dell'Io. Un gioco ripetuto da Paul consisteva nel calpestare pallottoline di plastica sino a renderle piatte, lasciando l'impronta del piede. Spesso calpestava freneticamente le palline contro il pavimento, gridando: «Ti appiattirò, _ti ridurrò una frittata!». Secondo Hermann «appiattire», «calpestare» sono manifestazioni estremamente aggressive. «Appiattire» l'oggetto del proprio odio significa distruggerlo eliminandolo dallo spazio a tre dimensioni. Nelle sedute successive cominciai a fare con lui delle bolle di sapone; vedendo ·1e bolle di tutti i colori eh<::; si spandevano nell'aria egli esclamò entusiasticamente: «Come sono belle!». Soltanto molto tempo dopo compresi che il produrre queste bolle dà luogo a un cambiamento spaziale che è l'opposto dell'«appiattimento». Da una goccia di acqua e sapone facciamo nascere delle bolle che si espandono e, sia pure per un istante, trovano posto nello spazio. Creiamo sempre di nuovo la realtà tridimensionale, come se stessimo creando la vita. Secondo Hermann, queste bolle 145

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