Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

ri e delle forme la gioia dei movimenti manuali si era trasformata in immagine. La cosa più bella, però, era il canto spontaneo del bambino. Mentre disegnava la «nevicata» batteva ritmicamente i «fiocchi» e le «stelline» sulla carta con il suo pennarello e cantava «nevica... nevica». [Vedi figura 2] Fortunatamente ho registrato sul magnetofono questa seduta. Devo osservare che Peter non aveva ricevuto alcuna educazione musicale, non era andato all'asilo infantile e la madre non aveva l'abitudine di cantargli qualcosa . ·In base alle mie esperienze posso dire che dietro questo . canto spontaneo c'è sempre l'amore; «L'amore fa sì che la nostra bocca si espanda nel canto», scrive Hermann. Johnny ha tredici anni. Mi era stato mandato dall'insegnante, che aveva detto che egli era il peggior ragazzo di tutta la scuola; era ripetente, e stava per essere di nuovo rimandato in parecchie materie. Nel corso della terapia molte cose divennero chiare. Il bambino era mancino, ma lo avevano costretto a usare la destra, era miope ma non portava occhiali. La sua aggressività era tenuta desta da un nascosto terrore della morte: aveva visto il padre morire travolto da un autocarro. L'adolescente, cresciuto rapidamente, aveva vissuto accanto alla madre vedova forti ansie istintive. L'opinione negativa delle persone che gli stavano intorno, che non lo capivano, aveva costruito un circolo vizioso che aveva avuto come conseguenza un grave peggioramento del ragazzo nel comportamento e nella condotta scolastica. Quando lo conobbi, Johnny era del tutto privo di stima di sé: non solo si considerava «cattivo», ma anche «stupido», «anormale». Il primo compito della terapia era stato quello di creare una base per la ricostruzione della stima di sé. Nel sesto mese della terapia il ragazzo notò le piante 143

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