Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

esempio, agli stati di crisi suicida o antisociale; in questi casi la capacità del paziente di compiere una scelta o di prendere una decisione si riducono ai due estremi; si o no. È la situazione di Amleto. Per effetto di un certo tipo di pressione queste due opposte possibilità vengono a trovarsi una accanto all'altra. Si tratta di un sistema che non trova in se stesso la possibilità di espandersi; ha bisogno di un aiuto esterno; ma non si può intervenire con la forza, perchè ciò renderebbe la crisi ancora più intensa. Lo scopo del nostro intervento terapeutico è di ampliare il campo che si trova tra il si e il no, di aumentare, per il paziente, la gamma delle possibilità. Un certo tipo di espansione periferica ci aiuta a cogliere un problema anche in un campo più vasto, a farlo rientrare in un sistema di maggiore ampiezza. Mi sia permesso di illustrare il fenomeno della espansione periferica mediante una ipotesi sulla balbuzie. Mi sono occupata del problema della balbuzie per decenni. All'inizio della mia carriera ebbi, quasi contemporaneamente, quattro piccoli pazienti fortemente balbuzienti, nei confronti dei quali impiegai la terapia psicoanalitica per i bambini. Nel corso del mio lavoro l'etiologia della balbuzie mi interessò sempre di più, e ne studiai molto accuratamente la bibliografia. Ritrovai una certa parte di verità in ciascuna delle teorie delle diverse scuole, ma mi assillava il fatto che queste teorie - elaborate da eccellenti specialisti - sembravano parzialmente o totalmente in contrasto tra di loro. Dovetti rassegnarmi all'idea che si trattava di un fenomeno dipendente da cause molteplici, e che sono molte le cose che possono provocare la balbuzie. Tuttavia ero indotta a supporre che mancava un qualche anello nella catena. Il comportamento di uno dei miei piccoli pazienti, un bambino di tre anni, mi aveva fortemente impressionato; lo consideravo significativo. . 139

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