Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

in volo o faccia un rumore. Starò all'erta non solo con gli occhi, ma anche con le orecchie, lascerò campo agli istinti, in cer_ to senso «tasterò» il terreno. In questa situazione mi apro alle varie possibilità; e quando una di esse si dimostrerà molto vicina alla realtà, l'uccello emetterà improvvisamente un «segnale».Ciò sta a significare che non .posso essere ben certo se a fare il passo decisivo sono stato io, o invece l'uccello: Esaminiamo adesso un altro aspetto della localizzazione. Un luogo può essere delimitato da un recinto; un recinto sta ad indicare la localizzazione di un giardino. Molto dipende dalla convinzione che ciò che si cerca è realmente lì, che il «soggetto» è lì. Uno scienziato, per esempio, deve crederlo in base ai risultati. L'atteggiamento del «cacciatore» non è sempre efficace. Se, poniamo, il soggetto da osservare è un uccello raro, se gli spariamo e lo uccidiamo non possiamo provare che egli viva in quel luogo. Il «vivere» non può venir provato da un cadavere. Lo scienziato, e ancor più l'artista, sono come dei «cacciatori senza armi,; (È la metafora di un poeta ungherese). L'atteggiamento del «cacciatore disarmato» è lo stupore, e lo stupore ci riconduce per un breve tempo all'infanzia. «Madre natura» suscita in noi stupore e ammirazione. Al fondo d1 questi sentimenti vi è sempre un certo riconoscimento di situazioni ancestrali, istintuali, alla cui fonte possiamo sempre trovare la madre. Newton scrive: «Non so corpe il mondo veda me; ma a me sembra di essere sempre stato un bambino su una spiaggia che si diverte a cercare un sasso più liscio degli altri o una conchiglia più bella...».· Selye ritiene degno di nota che l'antica lingua degli indios del Perù aveva la stessa par"ola per indicare il poeta e l'inventore. 137

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