Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

mo da Milano, il San Giovanni rimase invece in Francia nelle collezioni reali. · Nonostante la presenza di quell'erede incaricato di custodire i preziosi Codici, gli Instrumenti e Portracti circa l'arte sua et industria de Pictori, qualcosa ha impedito il ritorno in patria di quest'opera. Al pari del corpo di Leonardo, sepolto per testamento in Saint-Florentin (!) d'Amboise, luogo in cui aveva trovato gli estremi approdi del suo esilio, e disperso durante le guerre di religione nella seconda metà del secolo. Sorte condivisa, alla morte del fragile Melzi, dai due terzi dei Codici andati perduti per incuria e avidità e dal restante terzo disperso per il mondo35. Chi conosce l'esilio può dunque ripassare il confine, rimpatriare senza le Stimmate (Santo Fiorentino); ma a patto di aver saputo costruire il suo schema. In Dei nomini amen Gombrich36 ha mostrato efficacemente come le teste grottesche di Leonardo non consistono affatto in libere improvvisazioni casuali ma sono tentativi drammatici di sfuggire alla coazione a ripetere Un tipo fisionomico che si impone ossessivamente all'artista. Questo archetipo, di cui Leonardo dice che «move le braccia al pittore», è ricalcato sul modello classico di un antico Guerriero romano; profilo di accigliata dignità imperiale che ritroviamo immutato lungo i secoli in tutta una ritrattistica fino al Colleoni del Verrocchio e alla medaglia postuma di Cosimo de' Medici, il Pater Patriae. Questo tipo eroico e glabro - dal profilo cosiddetto dal Clark «a schiaccianoci» per il formidabile cipiglio, il «gobbo nasale» convesso dalla punta che si spinge sin quasi a toccare il labbro inferiore prominente e il mento ricurvo verso l'alto - insieme al profilo grecheggiante del giovanetto modellato sui tratti del prediletto Salaì, forma 125

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