Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

tificiali «dai bellissimi colori» da lui chiamati «mistio­ • 32 n1» . . . Ora, tutto questo bel complesso articolato si dissolve completamente nella piatta profondità nera dell'ultima opera di Leonardo (dipinta, forse, particolare importante, parallelamente alla Sant'Anna), quel San Giovanni Battista dove ancora una volta sbalza in rilievo con più forza che mai il tratto fisionomico. È noto che il San Giovanni è una «misteriosa speculazione» che ha fatto parlare di un Leonardo ateo, eretico. Si tratta di «un'immagine dal valore di apparizione assoluto, nel senso che è del tutto decantato qualunque elemento narrativo, storico o leggendario, e al limite anche elementi psicologici e emotivi di comune esperienza umana»33 . A giudizio dei critici l'opera sembra forse rispondere al desiderio di Leonardo di inserire il rilievo nella superficie dipinta. «Già la concentrazione con cui Leonardo ha articolato il messaggio spirituale del Battista, focalizzandolo tutto, senza residui, sull'espressione e il gesto del santo, rendeva vana ogni sua eventuale intenzione di far propria qualcosa di simile all'intera gamma degli effetti visivi nei suoi scritti tardi... Qui non si trova nessuno di quegli effetti di sostegno che avevano tanta parte nelle'sue ricette di buona pittura; per rinvenirli dobbiamo rivolgerci all'altro dipinto superstite del periodo in oggetto, la Sant'Anna del Louvre»34 . Il San Giovanni Battista e Sant'Anna, la Madonna e il bambino con l'agnello sono le ultime due opere dipinte da Leonardo. Nel 1517 il De Beatis le vide entrambe nel suo atelier a Cloux presso Amboise, in Francia, alla corte di Francesco I dove Leonardo si era rifugiato in esilio. Mentre Sant'Anna fu riportata in Italia dall'erede testamentario di Leonardo, Messer Francesco Melzi Gentiluo124

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