Il piccolo Hans - anno XV - n. 60 - inverno 1988-1989

composto con le membra sezionate di piccoli animali al fine di spaventare il padre evidenzia, in un macabro collage di piccoli morti, il tratto della perversione. Proprio come il feroce Gigante di Leonardo - ben diverso da quello ingenuo e bonario del Pulci che pure è il suo modello letterario - si sbarazza delle cimici umane, questa strage anticipa in miniatura l'ecatombe che ricoprirà, nell'apoc calisse del Diluvio e delle Profezie, l'intera superficie della terra. La morte «miniaturizzata» che si abbatte gratuitamente su minuti animali, cavie da esperimento, questa morte di piccole dimensioni è necessaria prima di assurgere alle proporzioni del «crudele strazio fatto della umana spezie dall'ira di Dio». Ma il vento impetuoso che tutto solleva e travolge nel Diluvio è Io stesso che nella «favola» freudiana feconda gli avvoltoi, la cui specie è priva di maschi, secondo quella antica leggenda egizia che nel suo ricordo d'infanzia permette a Leonardo di «spiegare il dato di fatto della sua nascita illeggittima (col) paragonarsi a un figlio di avvoltoio»13 • Negli animalucoli uccisi, negli omuncoli trucidati scagliati violentemente per l'aria «come se stata fussi una spessa grandine», p in tutta quella minutaglia umana che nei disegni di Leonardo è perennemente intenta a fare da didascalia a macchine colossali, riconosciamo così i semi sterminati, o resi infecondi, del godimento del padre14 . Gli innumerevoli progetti di marchingegni incompiuti testimoniano in Leonardo di questo incessante travaglio della pulsione di morte. I «piccoli morti» sono il prodotto o lo scarto del suo voto di sterilità, altrettante opere incompiute di cui alcune si deteriorano fino a disfarsi completamente a causa di una oculata scelta di materiali tecnici rigorosamente inadatti che già avevamo riscontrato nello scempio sistematico delle proprie cere attuato da Degas15 • Ogni artista, afferma Freud, si sente padre delle proprie 110

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