muoiono» (dove, cioé, i tiri delle bombarde vanno a spegnersi senza provocare danni) e nella composizione pira� . midale immanente al dipinto della Sant'Anna che trova una soluzione al problema della generatività istantanea della Natura; o che si configurano nelle volte a cupola dei «tempietti» leonardeschi che hanno il loro equivalente nei principi progettuali sottesi alla «cupola del cranio» dei suoi studi anatomici1°. Il vero problema dell' «uomo vitruviano» è cercare il principio di un abitare sotto la cupola del proprio cranio come sotto_ la cupola di un tempietto di pace. La Supplica respinta Nel 1504, alla morte del padre ser Piero, notaio come tutta la generazione dei Vinci, Leonardo, figlio illegittimo di ser Piero e Caterina, varcata da tempo la soglia dei cinquant'anni, lontano da Firenze e dalla casa avita da lunghi anni, si ritrova con una famiglia pressoché sconosciuta. In effetti i nove fratelli e le due sorelle che ser Piero aveva generato in età avanzata con la terza e quarta moglie, Margherita e Lucrezia (le prime due mogli, donna Albiera - che si era presa cura di Leonardo adolescente - e Francesca essendo sterili), per età potevano figurare come figli e nipoti di Leonardo. Ser Piero, che dopo un certo tempo necessario a salvare le professionali apparenze morali aveva sbolognato il giovane Leonardo a bottega dal Verrocchio, era morto intestato escludendo così Leonardo dall'eredità a favore dei figli nati da matrimonio e legittimi eredi. Ser Piero aveva un fratello minore, Francesco, considerato dal loro padre Antonio (nonno di Leonardo) un perdigiorno amante della vita placida in campagna; tutto l'opposto dell'intraprendente fratello trafficone e ben radicato nella borghesia notabile fiorentina. Dell'eredità del 105
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==