g1r1-ng), di cui Freud in L'Io e l'Es dice che è questo il vero tìmore, «inintelliggibile sotto il profilo analitico», del soggetto in analisi5 -e che, fin dal 1894, aveva già individuato come Oberwiiltingungspsychose, psicosi da semplice incremento o da sopraffazione6 • Sono convinto che il punto cruciale dell'interesse di Freud per Leonardo vada ricercato in questa correlazione tra lo smantellamento dei «puntelli» dell'eredità paterna e l'istituzione di un nuovo tipo di barriere che sia in grado di far fronte «all'angoscia di un aumento continuo e illimitato degli stimoli e delle eccitazioni»7 : mentre nella maggior parte delle altre creature umane -ancora oggi come in epoche remote -il bisogno di appoggiarsi a qualche autorità è così imperioso che ai loro occhi il mondo vacilla se questa autorità è minacciata, Leonardo riuscì con le sue forze a fare a meno di questi puntelli; non vi sarebbe riuscito se-nei primi anni della sua vita non avesse imparato a rinunciare al padre8 • Se la spiegazione cercata da Freud va nel senso della «sublimazione» noi invece vediamo qui l'emergere, nel suo rapporto alla teoria, di quel «luogo della fobia» che è la vera conquista di Leonardo e che lo impegnerà nella costruzione di una barriera -di quei sostegni paterni in lui originariamente mancanti -dotata però di potenti «facilitazionf»; di tutto un complesso sistema di sbarramenti «permeabili» per sagomare, adattare, raffinare, temperare il pensiero mantenendolo nel crogiuolo della Cosa stessa senza che il soggetto ne venga dissolto. La pressione insostenibile della vita -che prorompe dalla ricusazione, dalla inaccettabilità del «registro medio, temperato, della metafora paterna»-anziché sopraffare il soggetto d'angoscia -evitata solo con l'enorme dispendio improduttivo di una manovra perversa che contiene il godimento del padre nella caricatura e nella 102
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